
Torna in edicola una rivista storica per gli appassionati di auto: Autoitaliana. A pubblicarla, nel centenario della fondazione e cinquanta anni dopo la sua ultima uscita, è Editoriale Domus, proprietaria della testata dagli anni cinquanta.
Bentornata. Autoitaliana per un appassionato di motori è un po’ come una bottiglietta d’acqua (o una borraccia per stare al passo coi tempi) dopo aver attraversato il deserto. E’ stata la compagna di viaggio dei tempi in cui c’era ancora spazio per i sogni, l’oggetto di molte ricerche nei mercatini di vecchie riviste.
La ritroveremo quattro volte all’anno, più puntuale delle stagioni che ormai si fanno attendere e spesso non arrivano più. Costerà 10 euro ( (192 pagine e carta patinata di grande pregio) e sarà più di una rivista, più di quello che avevamo in mano quando sfogliavamo Autoitaliana, una tra le prime riviste di settore automotive, fondata da un gruppo di reduci di guerra nel 1919 e poi rilevata da Gianni Mazzocchi nel 1957 .
“Con AutoItaliana riparte un viaggio meraviglioso in cui si sale in un lussuoso abitacolo per andare alla scoperiglita di storie che nessuno ha mai raccontato. Con un unico obiettivo: rendere omaggio all’Italia e al saper fare italiano che tutto il mondo ci invidia”. racconta il direttore David Giudici, già numero uno di Ruoteclassiche, TopGear e Youngtimer. L’Autoitaliana di oggi si presenta come un magazine contemporaneo, elegante, con contenuti esclusivi e una prospettiva editoriale inedita.

La cover story del primo numero (in edicola dal 9 di ottobre) intitolata “capolavori nascosti”, è dedicata al “cuore” che per 70 anni ha segnato l’evoluzione delle Rosse per eccellenza. L’immagine protagonista della copertina è infatti una delle dieci straordinarie tavole dedicate alla storia dei motori del Cavallino, disegnate in esclusiva per il debutto di AutoItaliana dai giovani talenti del Centro Stile Ferrari. Un debutto che raccoglie molte testimonianze inedite, come quella di Giampaolo Dallara che per la prima volta si racconta alla guida della sua Lamborghini Miura e di Horacio Pagani che mostra le cinque lettere di raccomandazione scritte da Fangio con cui è arrivato in Italia negli anni ottanta.
E ancora, l’incontro con i collezionisti di stile Corrado Lopresto, RiccardoPozzoli, Andrea Sartori e Tomaso Trussardi, e l’ingresso nella cucina stellata di Davide Oldani che, in esclusiva per AutoItaliana, ha realizzato un poker di piatti ispirato al mondo dei motori.