Weekend senza corse, ma se siete in crisi d’astinenza, basta andare al cinema o affidarsi ad un paio di piattaforme (Sky e Prime) che da venerdì permettono la visione del film di Michael Mann su Ferrari. Potete scegliere tra Cesare Fiorio/Riccardo Scamarcio e Enzo Ferrari/Adam Driver ricordandovi di quanto disse, polemizzando, Favino al Festival di Venezia.
“C’è un tema di appropriazione culturale, non si capisce perché non io ma attori di questo livello», dice rivolto ai colleghi nel film Toni Servillo, Adriano Giannini, Valerio Mastandrea, «non sono coinvolti in questo genere di film che invece affidano ad attori stranieri lontani dai protagonisti reali delle storie, a cominciare dall’accento esotico. Se un cubano non può fare un messicano perché un americano può fare un italiano? Solo da noi. Ferrari in altre epoche lo avrebbe fatto Gassman, oggi invece lo fa Driver e nessuno dice nulla. Mi sembra un atteggiamento di disprezzo nei confronti del sistema italiano, se le leggi comuni sono queste allora partecipiamo anche noi”.
Scamarcio è la risposta a Favino: Fiorio lo ha voluto interpretare lui che si è innamorato del personaggio tanto da voler produrre il film. “La forza di combattere, di non arrendersi mai: è questo che vorrei trasmettere con questo film in cui raccontiamo la sfida impossibile e un uomo al comando solo contro tutti: elementi che non potevano che generare un film”, ha detto Riccardo.
Due film per appassionati e non solo. Uno è costato una follia, l’altro è stato girato con un budget da film italiano. In regoime di salary cap non si possono fare paragone tra squadre. Ma diciamo che il Ferrari vale lo stipendio di Verstappen, Race of Glory quello di Magnussen. Ma poi in pista (al cinema…) la differenza non è così grande, anzi per certi aspetti il film su Fiorio e sulla Lancia è anche meglio.
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