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Ferrari 35 anni dopo. Non basta un necrologio per raccoglierne l’eredità

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Enzo Ferrari e’ costante punto di riferimento e fonte di ispirazione nel lavoro di ogni giorno. Ce lo ricorda il presidente John Elkann nel necrologio pubblicato in occasione del 35esimo anniversario della morte del Fondatore.

Sono passati 35 anni e la Ferrari e’ andata ben oltre quello che sognava Enzo. Le sue auto sono sopravvissute al loro ideatore, basta vedere quanto sono richieste, apprezzate e pagate dai collezionisti di tutto il mondo. Neppure lui che pure vedeva il futuro meglio di tanti, poteva prevederlo.

Ma il bello e’ che anche le Ferrari nate dopo di lui hanno rispettato il DNA della Casa andando sempre alla ricerca delle prestazioni e dell’eccellenza, aggiungendoci quella comodità che non può mancare nelle auto di oggi. Ha ragione suo figlio Piero a sostenere che auto come Purosangue sono soltanto il proseguimento di quello che suo padre aveva voluto quando mise in produzione tanti modelli 2+2.

Ma se Ferrari sarebbe contento della fabbrica e delle auto e addirittura entusiasta dell’operazione Le Mans, non si può dire altrettanto di come sta andando la Scuderia a secco ormai da troppo tempo.

Lui che metteva passione in tutto quello che faceva mal sopporterebbe un presidente così distaccato. In Ferrari c’è sempre stato un impressionante travaso di passione da quell’ufficio presidenziale alla squadra corse. Era così con lui, ma poi anche con Fusaro (persino lui, certo) Montezemolo e Marchionne. Questione di carattere, può darsi. Ma quando si ha la fortuna di occupare certi ruoli non può bastare un necrologio per dire di aver raccolto un’eredità così importante.

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