Alla vigilia del Gp del Giappone (domenica partenza ore 7.10 diretta Sky) la Ferrari ha presentato il suo nuovo vestito. Lo sponsor tabaccaio che da anni paga senza farsi vedere (Philip Morris) ha ottenuto di esporre un nuovo marchio sulla carrozzeria delle Rosse: Mission Winnow.
Mission Winnow in italiano suona come Missione Vincere Ora, adesso, subito. Un messaggio che non è poi così male se non fosse per quei 50 punti da recuperare in 5 gare. In realtà gli uomini Philip Morris hanno dato una spiegazione diversa: Riccardo Parrino e Tommaso Di Giovanni, dirigenti della multinazionale americana, hanno detto che il reale significato di win-oh, antica parola inglese, è separare il buono dal cattivo, il vero dal falso in sostanza compiere una selezione positiva. Una missione che Philip Morris, sponsor di Maranello da 45 anni, si è data da tempo.
“È molto importante sottolineare che il logo (ideato da Fabio Novembre) e la campagna non sono correlati a nessun prodotto del tabacco, ma lancia un’iniziativa che seguirà l’evoluzione della nostra azienda. È molto importante essere con la Ferrari, perché questa squadra è un esempio unico di passione e capacità che convergono al fine di perseguire un costante miglioramento, che è la base del nostro futuro”, ha spiegato Parrino, Vice President Global Event di Philip Morris.
Certo è strano che quel marchio (depositato ad agosto) arrivi sulle Ferrari proprio oggi, a pochi mesi dall’investitura di Louis Camilleri come a.d. del Cavallino. Lo stesso Camilleri che per una vita è stato numero uno di Philip Morris, così come Maurizio Arrivabene aveva costruito tutta la sua carriera partendo da Losanna come responsabile delle sponsorizzazioni motoristiche di PM.
Sembra quasi che Philip Morris abbia deciso di mettere le mani sulla Ferrari. In realtà l’anomalia era quella di prima. PM pagava fior di milioni, ma il suo marchio (anche per problemi di legge che vieta la pubblicità del tabacco) non era visibile in alcun modo. E’ insomma naturale che uno sponsor pagante pretenda qualcosa. Diciamo che avere uomini ben conosciuti a Maranello può aver aiutato a trovare gli spazi adatti, anche se pare che nei contratti quegli spazi fossero già appaltati da tempo (ma non usati) da PM.
Da settimane in Ferrari girano voci di una battaglia interna tra Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto, l’anima organizzativa e l’anima tecnica della squadra. (Voci, va specificato, duramente smentite da Arrivabene via Sky domenica scorsa). Fin che c’era Marchionne ogni conflitto era attutito, gestito è trasformato in energia positiva. Oggi è diverso anche perché Arrivabene è formalmente superiore. L’apparizione del logo by Philip Morris potrebbe insomma essere interpretato comune un supporto del main sponsor per Maurizio… Ma qui siamo nel campo della dietrologia.
L’unica cosa che conta, alla fine l’ha detta Vettel: “La macchina non è inferiore. Possiamo ancora farcela”. Peccato che poi quando gli è stato chiesto come abbia risposto: “Magari usando una tattica da videogame, avete presente Super Mario Kart quando getta le bucce di banane sulla pista?”. Eccoci alle banane…
Più che Mission WinNow sembra la solita Mission Impossible.
