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#Ferrari revolution: primo atto, torna Resta

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Per la Ferrari sono le ore del ricordo di Niki Lauda, ma anche della prima rivoluzione dell’era Binotto, sempre che possa trasformarsi in un’era la sua gestione. È dato per certo il ritorno a casa di Simone Resta, ex responsabile dei telai, mandato da Marchionne a fare il d.t. in Sauber Alfa Romeo.

È già tempo di correre ai ripari. Di rinforzare una struttura che evidentemente non dava più garanzie totali. La fiducia in Binotto resta incondizionata e totale, ma si è capito che attorno a lui va rinforzata la squadra. Così è stato richiamato l’ingegner Resta che proprio per un mai dichiarato attrito con Binotto (ai tempi in cui uno gestiva il reparto motori l’altro quello telai) era stato promosso alla Sauber Alfa Romeo.

Resta è l’uomo che aveva lavorato sulle ultime due monoposto prima di questa SF90. Due monoposto che si era avvicinate alla Mercedes e poi l’anno scorso l’avevano addirittura superata. Andato lui in Alfa gli sviluppi sono un po’ mancati (lo dice la cronaca, non la critica) e così dopo una lunga riunione con il presidente, l’ad, Piero Ferrari e Mattia Binotto si è deciso di correre ai ripari.

Qualcuno dice che non è ancora finita e che nel mirino ci sia anche Aldo Costa, un altro ingegnere che la Ferrari ha lasciato partite (verso Mercedes dove ha firmato le monoposto vincitutto).

Vedremo. Ma è importante che una reazione ci sia stata.

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