#Hamilton un messaggio politico contro il razzismo. E #Leclerc lo segue

Lewis Hamilton non si è tirato indietro. Ancora una volta è lui a prendere la parola (le storie di Instagram, nel suo caso) per dire qualcosa di forte. Il suo è un messaggio politico per George Floyd, il ragazzo di colore ucciso da un poliziotto negli USA.

Hamilton ha scritto così. Un post pieno di rabbia:

Vi vedo voi che restate in silenzio, anche se siete grandissime star di fronte all’ingiustizia preferita. Nessuna reazione da parte del mio mondo, che ovviamente è uno sport dominato dai “bianchi”. Sono l’unico di colore lì e sono solo. Pensavo che qualcuno di fronte a questo episodio dicesse qualcosa a riguardo, ma evidentemente non potete stare accanto a persone di colore. Sappiate solo che so chi siete e che vi vedo…”.

Hamilton si è comportato come il figlio di Thuram che dopo un gol con il suo Borussia si è inginocchiato come fece Colin Kaepernick … ha detto parole come quelle scritte da Kareem Abdul Jabbar sul Los Angeles Times.

“…Il razzismo in America è come la polvere nell’aria. Sembra invisibile – anche se ti sta soffocando – finché non fai entrare la luce del sole. A quel punto vedi che è ovunque. Finché continueremo a tenere accesa quella luce, avremo la possibilità di pulirla, ovunque si posi. Ma dobbiamo stare attenti, perché è sempre ancora in aria…”.

Ancora una volta Lewis Hamilton ha dimostrato di essere un pilota pensante. E Charles Leclerc non si è fatto attendere, mandando anche lui un messaggio social:

“In tutta onestà, mi ero sentito fuori luogo a proposito di condividere i miei pensieri sui social media a proposito di tutta questa situazione, e per questo motivo non mi ero espresso prima di oggi. Mi sbagliavo. Faccio ancora fatica a trovare le parole per descrivere le atrocità nei video che ho visto su Internet. Il razzismo deve essere combattuto con le azioni, e non con il silenzio. Per favore partecipate attivamente, incoraggiate gli altri a condividere una maggiore consapevolezza. La responsabilità di denunciare le ingiustizie è nostra. Non rimanete in silenzio“.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

1 commento

  1. L’omicidio di Floyd e una cosa riprovebole nessuno dico nessuno puo uccidere un uomo solo perche indossa una divisa quei due polizziotti vanno condannati a morte devono soffrire lentamente in carcere fino al giorno dell’ esecuzione. Io non ho hezzi termini per quelle bestie bestie sono e bestie rimarranno vanno solo eliminate legalmente loro non sanno neanche cosa sia la legalita’ pensano di essere nel giusto qualsiasi cosa fanno solo perche indossano una divisa e hanno un distintivo.

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