#Hubert quel dolore che accompagna ancora #Leclerc

Charles Leclerc ha voluto ricordare Antoine Hubert postando su Instagram una foto che li ritrae insieme, ancora bambini, all’inizio del loro sogno da corsa. “I can’t believe it. Rest in peace“.

Charles Leclerc che tra poco scatterà in pole davanti a 2 piloti con 9 titoli mondiali, è un ragazzo che ha già dovuto fare i conti con il dolore e la morte. Per Jules, il suo miglior amico, il suo pigmalione, il suo più grande tifoso e per papà Hervé l’uomo che aveva fatto mille sacrifici per permettergli di inseguire il suo sogno.

Quando oggi si spegneranno i semafori rossi, saprà bene cosa fare per onorare nel migliore dei modi la memoria del suo amico Anthoine. La fotografia del sua abbraccio alla mamma di Hubert questa mattina è di una tenerezza straordinaria.

Di una cosa però dobbiamo ricordarci quando raccontiamo queste tragedie. Motorsport is dangerous. Una frase che ci stampano sui pass ad ogni gara. Una frase che piloti, ingegneri, giornalisti, spettatori hanno sempre ben presente. Uno prova a non pensarci, cerca di dimenticare quello che è successo a Jules Bianchi o addirittura 25 anni a Roland Ratzenberger e Ayrton Senna.

Ma la realtà dello sport dei motori è questa. Non potremo mai renderlo sicuro al 100%. Potremo fare di tutto per avvicinarci al massimo della sicurezza possibile, ma un margine di imprevedibilità ci sarà sempre fino a che non si preferirà organizzare delle corse con monoposto a guida autonoma. Cosa che spero non avvenga mai.

Chi indossa un casco, una tuta, i guanti e si cala in un abitacolo dove se ingrassi di un chilo non ci stai più, sa i rischi a cui va incontro. Potranno essere calcolati, ma saranno sempre rischi. La passione però è più forte. Abbatte la paura. E quei ragazzi coni motori nel sangue continuano ad inseguire i loro sogni.

Oggi tocca a Charles. Ha il suo grande sogno (ma non il più grande) a portata di mano. Deve trasformarlo in realtà. Per papà, Jules e ora anche per Anthoine.

Share Button
umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

6 commenti

  1. Antoine non Anthoine

    1. Ci sono entrambe le versioni in circolazione…

    2. La versione ufficiale porta la H

    3. @ame: ma cosa vuol dimostrare? In in articolo così profondo si permette di sindacare una H? Assurdo..

  2. […] È andato molto forte per tutto il weekend, fin da venerdì. Oggi è stato molto veloce e se l’è meritato tutto questo gradino più alto del podio, se l’è conquistato, voluto. L’ha voluto anche per Hubert (il pilota francese deceduto ieri nel corso del gara di Formula 2,ndr), al quale era molto vicino. Già questa mattina l’avevo visto molto convinto a fare un risultato importante, anche per il compagno con il quale ha corso nei kart e quanto altro. Quindi, bene, bene perché è meritato. https://topspeed.blog/hubert-quel-dolore-che-accompagna-ancora-leclerc/ […]

  3. Vero, quindi da correggere nel titolo 😉

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.