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La Formula 1 è alla terza gara di fila in tre settimane. Dopo la doppietta austriaca si va all’Hungaroring, pista che ospita il Mondiale dal 1986. La pista è cambiata varie volte e oggi è lunga poco più di è 4 chilometri, con diversi dislivelli. Rispetto al Red Bull Ring, presenta curve piuttosto lente in rapida successione che enfatizzano il grip meccanico.
Istruzioni per l’uso del Gran premio d’Ungheria:
- Nonostante un inizio di stagione posticipato, per Formula 1 questa sarà la terza gara consecutiva: una situazione quasi inedita, vista una sola volta nel 2018. Le tre mescole nominate sono le stesse delle prime due gare in Austria, con C2, C3 e C4 quali rispettivamente P Zero White hard, P Zero Yellow medium e P Zero Red soft.
- Anche in questo fine settimana, come in tutta la stagione 2020, l’allocazione dei set di mescole disponibili è uguale per tutti i piloti: due set di hard, tre di medium e 8 di soft.
- I piloti hanno già usato C2, C3 e C4 in Ungheria nel 2019: tre mescole che ben si adattano alle curve strette e tortuose di questo tracciato, oltre che alle temperature elevate previste in questo fine settimana.
- Secondo i tecnici Brembo l’Hungaroring rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, identico a quello ottenuto da altre piste come Spielberg e Barcellona.
- Il record della pista appartiene a Max Verstappen, autore di un giro ad una media di 211,5 km/h. Una media bassa rispetto agli altri tracciati che dimostra l’estrema tortuosità della pista e la necessità di utilizzare un alto carico aerodinamico.
- La pista ungherese presenta 11 punti di frenata, per un tempo totale sul giro di utilizzo dei freni di quasi 18 secondi, tra i più alti del Mondiale, 7,7 decimi in più del Red Bull Ring.
- Dalla partenza alla bandiera a scacchi i freni sono in funzione per oltre 20 minuti.
- Dallo spegnimento del semaforo al traguardo ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale del freno di 56 tonnellate, tra i più alti del Mondiale 2020. Uno sforzo notevole per i piloti che si somma alle alte temperature ambientali del periodo.
- Delle 11 frenate del GP Ungheria 3 sono considerate altamente impegnative per i freni, una è di media difficoltà e le restanti 7 sono light.
- La più temuta è la prima curva dopo il traguardo: le monoposto vi arrivano a 346 km/h e scendono a 109 km/h in soli 137 metri. I piloti esercitano un carico sul pedale del freno di 182 kg per 2,58 secondi e subiscono una decelerazione di 5,5 g.
- I livelli di usura e degrado sono generalmente bassi e in passato la strategia più scelta è stata quella a una sosta. Nel 2019, Lewis Hamilton ha vinto con due pit stop, con cinque diverse tattiche tra i primi cinque piloti al traguardo. La gestione del degrado è stata l’elemento chiave della gara.
- Una delle ragioni di maggiore imprevedibilità lo scorso anno è stata data dalle condizioni miste delle prove libere: di norma però in Ungheria si registrano le temperature più alte di tutta la stagione. La mancanza di aria fresca provocata dalla posizione del tracciato lo rende particolarmente duro per piloti e monoposto.
- I pneumatici lavorano costantemente, senza possibilità di raffreddarsi date le 14 curve pressoché continue, con solo un breve rettilineo. Alcuni piloti hanno definito l’Hungaroring una pista da kart, date le sue caratteristiche.
Il programma Sky e TV8 (differita)
Venerdì 17 luglio
Prove Libere 1: dalle 11.00 alle 12.30
Prove Libere 2: dalle 15.00 alle 16.30
Sabato 18 luglio
Prove Libere 3: dalle 12 alle 13
Qualifiche: dalle ore 15 (TV8 ore 18)
Domenica 19 luglio
Gara: ore 15.10 (TV8 ore 18)
Race Anatomy ore 19