I millennials e l’auto il rapporto @Bain_Italia al #Quattroruoteday: meglio le vacanze dell’automobile

Si è svolto questa mattina a Milano il #quattroruoteday giornata dedicata ai premi assegnati dal più autorevole dei mensili automobilistici. Dei premi ho dato notizia sul mio profilo twitter (il Mazzocchi a uno dei quattro fondatori di Tom Tom, l’auto novità 2018 alla Volvo XC40, il Q Global Tech Award 2019 a Mbux di Mercedes). Qui vi racconto quanto emerso dalla ricerca Bain & Company sui millennials e l’auto, molto istruttiva.

Ai millennials dell’auto frega poco o niente. La usano per spostarsi, ma non ne sono attratti come lo siamo stati noi ragazzi nati negli anni Sessanta. E in Italia, rispetto a Germania e Regno Unito stiamo ancora messi bene… Se avessero a disposizione dei soldi non acquisterebbero un’auto, ma farebbero ben altre scelte. L’auto è vista come una male necessario. La si usa se proprio non se ne può fare a meno. Non parliamo poi dell’elettrico e della guida autonoma. Andrebbero anche bene, ma nessuno è disposto a postare di più per averli.

La ricerca commissionata da Quattroruote a Bain & Company ha indagato tra i nati fra il 1984 e il 1995 mettendo a confronto la generazione millennials in tre paresio europei.

Un confronto che ha fatto emergere una prima informazione: in Italia aabbiamo meno millennials degli altri… Ma in fin dei conti anche Papa Francesco ci ha appena ammoniti perché facciamo pochi figli…

In Germani e Gran Bretagna i millennials sono il 18 e il 20 per cento dell’intera popolazione, in Italia non superano il 16%. Oltretutto i millennials italiani hanno raggiunto i loro vent’anni in un periodo che possiamo tranquillamente definire di crisi: tra il 2000 e il 2015 il pil procapite nel nostro paese è sceso a -0,4% contro +1,2% in Germania e +1,1% nel Regno Unito (fonte World Bank Data). I trentenni di oggi dispongono di un reddito inferiore del -17% rispetto alla generazione precedente alla loro stessa età (i nati tra il 1970 e il 1983, cosiddetta Generazione X), percentuale che in Germania si riduce al -9% e in Regno Unito, pur registrando un dato positivo, segna un rallentamento passando dal +54% al +6%.

Se circolano meno denari l’auto ne risente. In Italia si è registrato il crollo del numero di patenti rilasciate (dal 2001 al 2017 il calo è stato del -25%), crollo che è corrisposto a una forte diminuzione di immatricolazioni di vetture a giovani pari al -50% per la fascia 18-29 anni (fonte Unrae). Il trend accomuna i Paesi esaminati tanto che alla domanda “se li avessi a disposizione, per cosa utilizzeresti i tuoi risparmi” i millennials under 35, sia italiani che tedeschi che inglesi, hanno scelto la risposta “per un’automobile” solo come quinta opzione, dando priorità al conto corrente, alle spese quotidiane, in qualche caso all’acquisto di casa e, solo per gli italiani, alla realizzazione di una vacanza da sogno. Il millennial posticipa quindi l’acquisto dell’auto e l’auto non è più “top-of-mind” dei giovani che preferiscono concentrarsi sul breve termine e rinviare le grandi decisioni.

Non tutti i millennials sono però uguali. Non si può fare di tutti i millennials un fascio… La ricerca chiarisce ad esempio che il livello di urbanizzazione influisce molto sulle scelte: chi vive in città ha un rapporto più freddo, meno emotivo con l’automobile, anche a causa dei costi di gestione più elevati. Più ci si allontana dalle grandi città, più i millennials associano valori positivi alla macchina, a prescindere dal paese di residenza. Conquistare i giovani con un‘automobile richiede quindi un approccio mirato, che personalizzi i contenuti della comunicazione.

L’attitudine alla condivisione e l’attenzione alla convenienza che continua a crescere: il 55% dei millennials è disposto a utilizzare il car sharing se più conveniente o con amici, percentuale che sale al 66% se si guarda le generazioni successive; i millennials ritengono il costo della mobilità oggi più alto del relativo beneficio e pur dichiarandosi a favore delle innovazioni, elettrico in primis, vincolano il loro acquisto ad una politica di incentivi.

“Finché l’innovazione non renderà l’auto di nuovo competitiva, i millennials guarderanno ad altri beni e servizi” ha commentato Gianluca Di Loreto, parlando poi di Adas (Advanced Driver Assistance Systems). Sebbene ancora poco conosciuti, i sistemi ADAS sono più̀ noti ai giovani ed in particolare ai giovani italiani: tuttavia la ricerca ha dimostrato che i millennials sono generalmente timorosi nei confronti di una vera e propria guida autonoma. Con una votazione a disposizione da 1 a 5, alla domanda “non ho problemi a fare altro mentre l’auto guida sola” i giovani interpellati da Bain & Company (2.700 rispondenti) hanno votato in media solo 2,5 (2,6 gli inglesi e 2,2 i tedeschi): un dato che fotografa una certa freddezza e forse una carenza di conoscenza sul tema.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

3 commenti

  1. Molto interessante questa analisi, di fatto fa capire anche il cambio dei gusti del pubblico verso il motorsport in generale. Mi piacerebbe sapere la sua opinione su quali ricadute pensa potrebbe avere questo cambuo di pubblico sulla F1 (o le gare come le intendiamo oggi). Grazie

    1. Mi ha dato l’idea per un post… grazie…

      1. Grazie a lei!

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