Il flop #Ferrari, visto dalla stampa: dove è il presidente?

La crisi della Ferrari vista attarverso la stampa italiana e non solo… grazie alla collaborazione di loslalom.it

Il GP della Ferrari è durato tre curve. Charles Leclerc, bello carico, ha danneggiato Sebastian Vettel a centro gruppo nel tentativo di passarlo. Poi si è scusato. Ma la corsa di entrambi è finita lì. Magnifica sintesi in prima pagina de l’Équipe che titola “Tutto semplicemente nero”. Perché vale sia per le Mercedes già imprendibili sia per la Ferrari che non ne azzecca una. Frédéric Ferret all’interno gioca con termini da roulette: “Rouge, impairs e manque” per Maranello.

Su il Giornale, io ho sottolineato che “la Ferrari aveva bisogno di fare chilometri per capire se le novità portate qui in tutta fretta avevano funzionato. Il predestinato, travestito da kamikaze, ha rovinato tutto. Partire in mezzo al gruppo aumenta in modo esponenziale i rischi nei primi giri. Il vero problema è una macchina che non ha prestazioni né sul l’asciutto né sul bagnato e che non solo è inferiore a Mercedes e Red Bull, ma anche a McLaren, Racing Point e probabilmente Renault. Un problema descritto anche dal fatto che dopo 86 gran premi non c’è un motore Ferrari in zona punti”.

Giorgio Terruzzi su Corriere della sera coglie segnali inquietanti: “Abbiamo usato gli esclamativi per celebrare un ragazzo dotato di talento, grazia e intelligenza. Così, vederlo svalvolare all’alba di una gara che doveva dare chilometri e punti, verifiche tecniche e consolazioni, comporta considerare l’esistenza di una parte misteriosa preoccupante del campione che è. Qualcosa che ha a che fare con una insofferenza distruttiva quando l’ambizione viene frustrata, con un pizzico di cieca presunzione. Sono termini che spesso hanno inchiodato Vettel alle proprie responsabilità. Quell’immagine del suo muso perso, puntato contro una Rossa identica alla sua, ha offerto un controcampo sconcertante, dato il momento difficile della propria famiglia, data la responsabilità che gli tocca, in quanto capitano in pista del Cavallino”.

Ho visto un buco e ci ho provato. Ho Ho visto un buco e ci ho provato. Ho sbagliato e mi prendo tutta la responsabilità”.

Charles Leclerc

Alessandra Retico su la Repubblica ha scritto: “Non regge tutta la Ferrari, di fronte a un’immagine di se stessa così vera e crudele, e crudele perché vera. Fortunata e coraggiosa 7 giorni fa, rimane una creatura azzoppata: nata da un progetto sbagliato, con un motore “sfiatato” e due piloti di cui uno è ex (Vettel) e l’altro (Charles) cui può capitare di sbagliare e anche di molto, vista anche l’esuberanza e la non completa esperienza dovuta all’età”.

Paolo Brusorio su la Stampa analizza lo stato più generale dei rapporti dentro la scuderia: “Aver caricato tutto sulle spalle di Mattia Binotto è stato un azzardo: l’ingegnere ha già i propri grattacapi nel rendere competitive le monoposto, gli servirebbe un manuale di psicologia per governare i due piloti ma non è, a ragione, il suo mestiere. È uno sporco lavoro chiudere in uno stanzino Leclerc e Vettel e ricordare loro il patrimonio che rappresentano (e a volte dilapidano) ma chi lo fa? Appunto: Maranello abbiamo un problema, ma non mister Wolf. Né con una né con due effe”. Mauro Coppini su Corriere dello sport-Stadio ricorda la rassegnazione mesta di Binotto già dal sabato. “Ancor prima del disastro al via il team principal aveva riconosciuto con sconcertante genuinità che le prestazioni della vettura non erano all’altezza. Una presa d’atto priva di quella rabbia pronta a trasformarsi in rivincita che è alla base di ogni competizione. Verrebbe da dire riferendosi a un recente passato siamo passati da un Arrivabene a un “parte male”. E non direi che la Ferrari ci abbia guadagnato”.

Luigi Perna su la Gazzetta dello sport ha scritto che “la morte di Sergio Marchionne è stata uno spartiacque. Da allora, la Ferrari ha fatto retromarcia“.

Benny Casadei Lucchi su il Giornale invita esplicitamente il presidente John Elkann a prendere il comando della situazione. “Se nel varco, nel buco, se là dove si erano posati occhi e mirino Leclerc avesse anche solo intravisto il maglioncino scuro estivo che Sergio Marchionne indossava nei debriefing post Gran premio o la giacca blu e camicia bianca di Luca di Montezemolo, quel varco gli sarebbe parso sempre attraente ma da abbordare con minor leggerezza”. Scrive che occorre una guida meno industriale e più passionale. “Montezemolo l’aveva e l’ha nel dna in quanto manager nato nello sport. Marchionne aveva imparato in corsa. John Elkann dovrà ora affrettarsi. La lontananza può fare disastri quando si deve risalire e recuperare”.

Arianna Ravelli su Corriere della sera guarda al futuro e commenta: “La domanda vera è: quanto un progetto nato male può essere stravolto? L’esperienza dice: poco. E allora prepariamoci a una traversata nel deserto, con finale 2022, visto che nel 2021 i regolamenti e le vetture restano questi”.

Leo Turrini su Resto del Carlino è durissimo. Parla di macchina imbarazzante: “Questa crisi non è un mistero avvolto nell’enigma. Almeno sulle origini del flop mi aspetterei risposte precise”.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

15 commenti

  1. John Elkan sta inseguendo la Champions della juve. Delle 4 ruote conosce solo quelle della FCA… Camilleri invece insegue solo le minigonne (ma non delle F1) visto da dove arriva la moglie e Mr. Bean8 si trova a fare il Pierino. vettel non ha nessuno stimolo a “tirare” ed infatti si vede e Leclerc ha il dovere/diritto di fare errori (tutti li hanno fatti, vedi Verstappen). Solo che se quando tutto và bene. gli errori non pesano così tanto, in questa situazione valgono il triplo

  2. Leclerc non ha mai accettato come compagno Vettel e domenica vederselo davanti…
    Binotto torni a fare il suo mestiere (ad ognuno il suo mestiere !!!) ma in giro non c’è un manager in grado di fregiarsi del titolo di team principal. Il non c’é più di Marchionne é un alibi che non regge.
    Ora si paga anche l’addio anticipato di sei mesi a Vettel
    Presidente …assente !!
    Amministratore Delegato…assente !!!
    Responsabile comunicazione….assente !!
    Ferrari…….nel 2020 e 2021 assente !

    1. Il tutto detto da chi la Ferrari l’ha vissuta dall’interno… prendete nota…

    2. Si può anche purtroppo aggiungere 2022 come stano andando le cose. E da due anni che non c’è più nessuno al timone della barca !!!

  3. there are several solutions for the team. Hiring another young one won’t help… The replacement of the boss? The fact is that he is an engineer, not a person who manages the drivers, but will it work? Think about unconventional solutions … How about KUBICA? 🙂 ci sono diverse soluzioni per il team. Assumere un altro giovane non aiuterà… La sostituzione del capo? Il fatto è che è un ingegnere, non una persona che gestisce gli autisti, ma funzionerà? Pensate a soluzioni non convenzionali … E KUBICA? 🙂

    1. Do you mean Kubica as team manager?

      1. No 🙂 as a driver 🙂 It would be difficult to bring this about (sponsors, etc.) but if there was the will … Combining youth with great experience and return to where it was supposed to be from 2012… A hit for the team in marketing. As a Manager maybe after 7- 8 years…. 🙂

      2. I suppose it’s too late for Robert… he should have been Alo teammate years ago…

      3. ask about this idea Giorgio Terruzzi – I think he’ll speak in the same pattern

      4. He is great friend of Robert. I like Robert but I don’t think he will be racing for Ferrari

      5. Nothing by force but an interesting option for the situation in Scuderia Hit marketing and at a low price Robert still has 7 years of driving and calmly in a good pain that will help build is able to have a championship without trivial errors

      6. Now the situation looks so Charles talented but young and still making youthful mistakes (everyone has to go through this) an advance on the master but it is not known when. Seb will leave and is Gio as a reserve enters Seb’s place. The boss who will not grasp this and the two young talented but without experience … 3 years of drought for Scuderia can more

      7. I don’t think Seb will Leave before the end of the Season… and it should happen we will not see Giovinazzi on his car…

      8. interesting 🙂 We will see 🙂

      9. con tutto il bene che si può volere a Giovinazzi, credo ci siano altri piloti che potrebbero far meglio di lui sulla rossa. Ad inizio stagione comunque come si fà a portare via un pilota ad un’altra squadra? E se si deve impostare la prossima, perchè non pensare a Bottas? Questa potrebbe essere la mossa che scombussola molto

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