Il sorriso ritrovato di #Vettel

Sebastian Vettel con Riccardo Adami, il suo ingegnere di pista

Venerdì 15 febbraio verso le 10.30 del mattino verrà svelata la Ferrari 2019, la prima della gestione Binotto. Affidata a Vettel e Leclerc avrà una sola ragione di vita: vincere

Charles Leclerc e Sebastian Vettel hanno lavorato sui loro posti guida nel fine settimana. Prima Charles e poi Sebastian. Incoraggianti le loro espressioni, i loro sorrisi. Certo, il nuovo ufficio stampa ferrarista non avrebbe mai diffuso fotografie dei suoi piloti con il broncio, ma la risata di Vettel è incoraggiante.

L’inverno di Sebastian Vettel non è stato pubblico e scatenato come quello di Hamilton che ogni due tre giorni ha pubblicato dei post sulle sue nuove attività (tra surf, golf, paracadutismo, meditazione e Superbowl) . Seb al massimo lo abbiamo visto alla corsa dei campioni insieme a Schumacher Jr in Messico. Per il resto ha cercato di ricaricarsi in famiglia.

Doveva dimenticare un’annata no. Un’annata con troppi errori in pista per non aver lasciato strascichi nel suo “io”. Oltretutto si ritrova con una Ferrari ribaltata rispetto a quella che aveva lasciato. Ora c’è un nuovo team manager, Mattia Binotto, che non crede sarebbe un grande problema ritrovarsi con un Leclerc più veloce di Vettel. Seb non aveva votato per Arrivabene, questo sia chiaro, nonostante in molti vogliano farcelo credere. Seb nella sua famosa lettera di Natale aveva chiesto chiarezza e unità. Le scelte di Elkann hanno portato in questa direzione. E quindi non credo ci saranno problemi con Mattia, solo che Seb dovrà correre come il miglior Vettel e non come il fratello timido e pasticcione che abbiamo visto spesso lo scorso anno.

Ma oggi di sicuro la Ferrari è meno Vettel centrica di quanto non lo sia stata negli ultimi anni. Con Raikkonen, Seb poteva esser certo di non avere un avversario in casa. Con Leclerc sarà diverso perché Charles è a Maranello per imparare, ma anche per vincere.

Aver rivisto Vettel con il sorriso è comunque una bella cosa per i ferraristi. Perché una cosa deve essere chiara: per battere la Mercedes (e anche Verstappen) la Ferrari ha bisogno del miglior Vettel. Non si può pensare di poterne fare a meno puntando tutto su Leclerc.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

7 commenti

  1. Si vettel al massimo non vale certo meno di hamilton anzi….

    1. Non vedo che centri con l’articolo, dove il nome di Hamilton non viene nemmeno fatto.
      Ma solo per rispondere con un paio di numeri (fatti) a quelle che rimangono solo teorie, un Vettel al massimo su vettura al massimo è quello in grado di piazzare 13 vittorie (di cui 9 consecutive) e 15 pole in un solo anno, record assoluti di categoria che Hamilton, con vettura ben più dominante, non è ancora stato in grado di fare. Anzi… mi sembra piuttosto di ricordare che, quando le prestazioni della macchina si equivassero (prima parte 2017 e prima parte 2018), sia stato Hamilton a soffrire parecchio, vedi sorpassi di manico e non di PU, un “Vettel al massimo”…

      1. EDIT: leggendo di fretta avevo equivocato il messaggio, pensando che avessi scritto che un VET al max non vale un HAM al max. In verità scrivi che non vale certo MENO. E su questo siamo anche d’accordo.

      2. Si avevi letto male io penso che vettel sia piu’ forte di hamilton

  2. “Seb non aveva votato per Arrivabene, questo sua chiaro, nonostante in molti vogliano farcelo credere”.

    Anche se avessero voluto farcelo credere, e mi creda, non è così, rimangono purtroppo i fatti (su tutti, la partenza di Monza 2018) a smentire lo story-telling sul TP succube del suo pilota di punta. Non è un mistero che i rapporti tra Seb e Arrivabene s’incrinarono già nel 2016, quando il manager bresciano ebbe la bella idea di metterlo mediaticamente a posto con quel famoso “Si ricordi Seb che è solo un dipendente, pensi a guidare, che alla macchina ci pensiamo noi”, fino a concludere, solo qualche settimana prima del suo siluramento, con quella battuta-frecciatina sulle gomitiere da regalargli. Quindi mi sembra chiaro che oggi Seb sorrida più di prima, non solo ha vinto lui, ma se le capiterà, provi un po’ a chiedere a Mr. Binotto se, a Monza, quell’ordine in partenza, di lasciar sfilare il ferrarista meglio piazzato in classifica, lui l’avrebbe dato… Ah, che ci siamo, se mai le capiterà, domandi anche a Mr. Arrivabene, se oggi ripeterebbe la sua decisione di Monza (“non abbiamo piloti maggiordomi”)…

  3. “Seb non aveva votato per Arrivabene, questo sia chiaro, nonostante in molti vogliano farcelo credere”.

    Che il rapporto tra Seb e Arrivabene non fosse mai stato neanche paragonabile a quello esistente tra un Todt ed uno Schumacher, col TP ad esclusivo servizio del proprio pilota di punta e viceversa (“Se va via il francese, vado via pure io”), non solo erano in verità in pochi a volerlo credere, ma a smentire anche quei pochi fautori della teoria della seconda guida messa lì per servire, basterebbero i fatti della pista (su tutti, la partenza di Monza 2018, e in generale tutte le partenze che hanno visto la cosiddetta “seconda guida” assolutamente libera di battagliare con la prima). In realtà, il rapporto tra pilota e TP si era incrinato già prima, quando nel 2016 il manager bresciano ha la bella idea di ricordare a mezzo stampa al suo pilota di essere solo un dipendente (“Seb pensi a guidare, che alla macchina ci pensiamo noi”), per finire con quella battuta-frecciatina sul pilota che ha bisogno delle gomitiere, arrivata solo poche settimane prima del suo siluramento.

    Quindi non vi è dubbio che, nell’altra sfida interna tra ex-TP e pilota di punta, quello che “ha vinto” e che oggi può continuare a sorridere, rimanga Seb. L’errore, nonostante in molti vogliano farci credere il contrario, è casomai quello di credere che, con Binotto, in verità molto più gradito a Seb (e viceversa), le gerarchie in squadra potrebbero cambiare. Se le capita, provi a chiedere al nuovo TP Ferrari, quale decisione avrebbe preso lui su quella partenza di Monza. O ancora meglio, se mai ne avrà occasione, provi a rivolgere ad AB la domanda che lo perseguiterà per tutta la vita, e cioè se, tornando indietro, riprenderebbe ancora quella stessa decisione (“noi non abbiamo piloti maggiordomi”)…

    1. Capisco che Monza sia un nervo scoperto, ma considerando tutto il campionato e il distacco complessivo di punti non credo sarebbero cambiate le cose. Lì è vero ci si giocava la vittoria della corsa, ma il mondiale è stato perso sulle tante piste in cui la Ferrari non è stata competitiva. Vettel ha comunque una grossa responsabilità per li scorso anno, vederlo ora più sereno, rilassato e carico fa ben sperare. Vediamo come saranno i primi test…

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