Dopo quattro settimane di sosta, il Mondiale di Formula 1 riparte dal Circuit de Spa-Francorchamps, quella che è considerata la pista più completa del Campionato del Mondo di Formula 1 perché nei suoi 7 km si trovano curve e rettilinei di ogni tipo. Uno dei suoi tratti caratteristici è la presenza di tre frenate di almeno 2 secondi e mezzo, un tris che non presenta nessun altro tracciato in calendario. Si ricomincia con Hamilton davanti a Verstappen, ma anche con Norris al terzo posto tra i piloti e Sainz davanti a Leclerc nell’unico terremoto di coppia vissuto nelle prime 11 gare del campionato.
Istruzioni per l’uso di un Gran premio del Belgio che ha visto Schumi vincere 6 volte e la Ferrari 18. Dietro all’immenso ferrarista ci sono Senna (5), Clark, Raikkonen e Hamilton (4).
- Secondo i tecnici Brembo questa pista rientra nella categoria dei circuiti più impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4, identico al circuito di Monza su cui si correrà fra due settimane.
- Pur essendo la pista più lunga del Mondiale, i freni vengono usati appena 7 volte al giro, cioè in media una volta al chilometro: nel GP Monaco invece i freni sono azionati in media ogni 300 metri.
- Difatti al Circuit de Spa-Francorchamps i freni vengono usati per 13 secondi e 3 decimi al giro, equivalenti ad appena il 13 per cento della durata complessiva della gara. Sei di queste 7 frenate presentano però un’accelerazione di almeno 4,1 g con un paio di staccate da oltre 5,3 g.
- In cinque curve gli spazi di frenata superano i 110 metri, valore che fra una settimana, al Circuit Zandvoort, non verrà mai avvicinato. Basso è invece il carico sul pedale del freno nel GP Belgio: meno di 36 tonnellate dalla partenza alla bandiera a scacchi, una ventina in meno del GP Ungheria.
- La più dura per l’impianto frenante è la curva 18: le monoposto vi arrivano a 333 km/h e scendono a 92 km/h in soli 134 metri. Ai piloti di Formula 1 basta frenare per 2,78 secondi ma devono applicare una forza di addirittura 207 kg sul pedale del freno, picco record del campionato, ed affrontare una decelerazione di 5,9 g.
- Delle 7 frenate del GP Belgio 3 sono considerate altamente impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e le restanti 2 sono light.
- La Formula 1 torna in pista dopo la pausa estiva con le mescole centrali della gamma per il Gran Premio del Belgio a Spa-Francorchamps, prima gara della seconda tripletta di questa stagione. In Belgio, la C2 sarà P Zero White hard, la C3 la P Zero Yellow medium e la C4 la P Zero Red soft.
- Questa nomination è la stessa dell’anno scorso che era uno step più morbida rispetto a quella del 2019.
- Il circuito di Spa, considerato uno dei più emozionanti del calendario, presenta diverse sfide in quello che è il giro di pista più lungo della stagione.
- Spa – situata ai piedi delle Ardenne – è notoriamente sinonimo di meteo variabile, che può cambiare anche nelle diverse sezioni del circuito. La gara dell’anno scorso si è disputata sull’asciutto, ma c’è sempre una possibilità alta che a un certo punto del fine settimana i Cinturato da bagnato possano entrare in azione.
- Le forze a cui sono sottoposti i pneumatici nel GP del Belgio sono notevoli, in particolare nella famosa Eau Rouge-Raidillon: in questo punto, che è uno dei più veloci del tracciato, i pneumatici sono soggetti a un’intensa compressione e a grandi forze g.
- Il rettilineo del Kemmel, lungo circa 800 metri, ha l’effetto di raffreddare i pneumatici, e questo influisce sul grip nelle curve successive. Nel tratto dall’uscita di La Source fino a Les Combes (che segue il rettilineo del Kemmel) si copre una distanza di oltre due chilometri senza nessuna frenata.
- Lo scorso GP del Belgio è stato vinto con una strategia a una sosta medium-hard, la stessa adottata da tutti e tre i piloti a podio. Il cambio è stato effettuato durante un lungo regime di safety car, iniziato all’undicesimo giro, che ha fortemente influenzato la strategia. Tutti i piloti tranne due hanno fatto un pit stop in questo frangente.
“Il GP del Belgio è la nostra terza visita a Spa nel giro di un mese, ma in contesti molto diversi: prima per la 24 Ore di Spa, poi per il Rally di Ypres – che ha avuto la sua giornata finale proprio a Spa – e adesso per la Formula 1 – racconta Mario Isola – Le sfide di questa pista, specialmente in relazione alla variabilità del meteo, sono risapute, così come i carichi a cui sono sottoposti i pneumatici. L’anno scorso i primi tre classificati hanno superato le qualifiche con mescola medium mentre la soft, pur garantendo un grip maggiore, ha richiesto più gestione, motivo per cui non è stata la scelta preferita per la gara. La maggior parte dei piloti è passata da medium a hard con un pit stop in regime di safety car, entrata in scena all’undicesimo giro. Quindi potremmo vedere un mix interessante di strategie quest’anno”.