La splendida estate del signor Red Bull: Mateschitz

La splendida estate del signor Red Bull, ovvero di Dietrich Mateschitz che, dopo aver vinto in MotoGp e Formula 1 nella stessa domenica, con Binder e Verstappen, ha visto il suo Lipsia arrivare in semifinale di Champions eliminando il Cholo. Il suo è un attacco al potere costituito. Vuole battere Mercedes e Ferrari in Formula 1. Vuole lasciare indietro Honda, Yamaha e Ducati in MotoGp con un marchio che sulle due ruote ha vinto tutto. E con il calcio, affidandosi ad un baby allenatore sta sognando il colpo dell’anno…

Ecco come l’ho raccontato nel muo libro: la Formula 1 in 50 ritratti. Non poteva mancare. Il ritratto è di Roberto Rinaldi

La sua vita è incominciata a 40 anni quando ha fondato la Red Bull GmbH. Dietrich Mateschitz non è un pilota, non è un ingegnere, non è un team principal. Ma è l’uomo che ha messo le ali alla Formula 1 dandole una botta di energia giovane e fresca. Non guida, non progetta auto, non dirige una squadra, ma un uomo che, partendo da una bibita in  lattina, ha conquistato 8 titoli mondiali, battendo chi le automobili le fabbrica per vivere, merita di stare sul palcoscenico. Ha rilevato due squadre, trasformando la Jaguar in Red Bull e la gloriosa Minardi in Toro Rosso (e ora, ahimè, in Alpha Tauri). Ha scoperto giovani talenti, ha rivoluzionato la comunicazione, ha portato nel paddock una ventata di gioventù. Esattamente come i suoi drink energetici nel panorama delle bevande. Si è inventato una nuova categoria merceologica invadendo 170 paesi e costruendo un brand valutato più di 10 milioni di dollari.

Dopo averci messo una decina d’anni a laurearsi in marketing all’università di Vienna (era più interessato a feste e ragazze) ha cominciato la sua carriera in Unilever, passando poi alla Procter &  Gamble a vendere creme, dentifrici e shampoo. Quando per battere il jet lag in Thailandia ha aperto una lattina di Krating Daeng il suo mondo è cambiato. Questo almeno racconta la leggenda, perché una versione ufficiale non esiste.  La bibita spopolava tra i camionisti e tra chi non voleva rischiare una botta di sonno. A quel punto con il socio thailandese che aveva in portafoglio la bevanda, ha fondato la nuova società: 500 mila dollari a testa e la sfida è partita. Il primo aprile 1987 la prima lattina di Red Bull è arrivata sul mercato austriaco. Conquistarlo non è stato facile. Nessuno la voleva. Molti paesi la ostacolavano perché conteneva troppa caffeina. Mateschitz ha cominciato a battere gli autogrill porta a porta con le sue lattine strette e lunghe. Oggi è tra i primi 100 più ricchi al mondo. Se abbiamo avuto Vettel, Ricciardo e Verstappen lo dobbiamo anche a lui. E alle sue ali.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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