Leclerc una pole a sorpresa. Verstappen furioso

Charles Leclerc si prende la nona pole stagionale, la seconda di fila a Singapore, una delle piste che danno più soddisfazioni al pilota. Charles è un re dei circuiti cittadini e sulla pista umida ha trovato un giro speciale, non specialissimo a dire il vero, mentre il suo avversario, Verstappen, abortiva inspiegabilmente il suo giro più veloce, rientrando al box nelle ultime curve prima di mandare via radio il messaggio più “bippato” del fine settimana, forse della stagione intera.

Ferrari in pole, Ferrari ancora piena di speranza con il suo ragazzo dal casco d’oro che adesso incrocia le dita visti i precedenti. Attorno a lui ci saranno Perez, Hamilton, Sainz e l’inossidabile Alonso, mentre Verstappen è sprofondato all’ottavo posto.

Per la Ferrari è l’undicesima pole stagionale, un record che riporta in mente quelli dell’epoca Schumacher, quando però si vinceva anche la domenica.

“Sono state qualifiche complicate, Q1 e Q2 con le intermedie poi le soft all’ultimo. Non sapevo nemmeno io che gomme usare e le ho cambiate all’ultimo istante. Ho sbagliato l’ultimo giro ma per fortuna il tempo di quello prima è bastato”, ha detto Charles quasi sorpreso dalla pole arrivata grazie allo strano rientro di Max ai box quando aveva 7 decimi di vantaggio sul tempo del ferrarista.

Resta incomprensibile la strategia Red Bull per Verstappen. Max aveva già in canna in giro record con due fucsia di fila nei primi due settori, quando ha abortito il tentativo per ricaricare il kers e poi rituffarsi in un ultimo tentativo. Ultimo assalto a cui poi ha rinunciato nel finale, rientrando ai box a due curve dalla fine quando era potenzialmente in pole. Probabilmente il team ha visto che non avrebbe avuto abbastanza benzina per completare il giro di rientro (ricordiamo che il pilota che si ferma in pista senza benzina nel giro di rientro, viene retrocesso in ultima posizione). La battuta è scontata: la Red Bull ha esaurito il budget per ka benzina. Versione poi confermata dallo stesso Max: “E’ inaccettabile. io non posso vedere il livello di carburante dall’abitacolo. Loro sì. E allora avrebbero dovuto farmi finire il penultimo tentativo!”.

Così Leclerc che stava questionando con il suo box perché non aveva scelto la tempistica perfetta lasciandolo in pista fino all’ultimo secondo, si è trovato in pole. Una pole per così dire inattesa in quel momento, ma una pole cercata perché tra i muretti di Singapore, in condizioni di aderenza precarie (solo in Q3 sono state montate gomme slick), solo guidando da maghi si ottengono certi tempi.

Chi parte in pole a Singapore spesso vince poi la gara (8 volte su 12). La lunghezza delle monoposto di oggi rende i sorpassi ancora più difficile tra i rail di un cittadino così. L’occasione è ghiotta. Ghiottissima.

Charles ha rifilato 22 millesimi a Perez, 54 al miglior Hamilton dell’anno: “Ho dato tutto ma non è bastato. A un certo punto avevo la pole ma poi la pista è migliorata. Forse con un giro perfetto perfetto l’avrei strappata ma ho commesso una piccolissima imprecisione e l’ho persa di mezzo centesimo. Mi consola che siamo competitivi”, ha detto Lewis mentre Russell è uscito addirittura in Q3. Distacchi che fanno capire bene quanto siano state tirate le qualifiche di Singapore in una sessione pazza, ma certamente ricca di suspense.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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