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No Sprint, no party Ferrari. Dominio papaya in Cina

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La McLaren non vola via, ma resta imprendibile per tutta la gara e si prende la 50esima doppietta della sua storia in un Gran premio della Cina che ha regalato parecchia noia…

Piastri chiude il weekend davanti a Norris, la terza vittoria della sua carriera, quella più pesante perché potrebbe anche cambiare le gerarchie all’interno del team. E’ stato in fuga dall’inizio su Norris che ha subito passato Russell con il quale ha poi duellato a lungo perdendo la chance di andare all’attacco del compagno.

Due gare, due vittorie papaya con la parentesi rossa nella Sprint: la stagione sta prendendo una direzione chiara. La Ferrari deve crescere.

La Ferrari si è dovuta accontentare della quinta e della sesta posizione. No Sprint No party, verrebbe da dire. La coppia Ferrari ha rischiato il crash alla seconda curva quando Hamilton e Leclerc si sono toccati con rottura di una bandella dell’ala anteriore di Charles che ha perso parecchi punti di efficienza, ma alla fine non ha perduto velocità, anzi è arrivato a costringere il team di chiedere a Hamilton di farlo passare al 21° giro.

Lewis è stato l’unico a effettuare il doppio Pit Stop (gialla-bianca-bianca), al 37° giro è rientrato per il secondo cambio, perdendo la posizione su Verstappen. Ha abbassato i suoi tempi, ma nessuno là davanti si è fermato e Lewis ha dovuto accontentarsi di chiudere a 2”1 dal compagno di squadra che è ora sul 2-0 nel bilancio “famigliare”.

Dopo la grande illusione della Sprint la Ferrari è tornata ad essere la quarta forza dietro a due McLaren, una Mercedes e una Red Bull. va capito che cosa è successo tra la Sprint e le qualifiche, se tutto è da ricondurre all’assetto rialzato della SF-24 per la gara.

La sorpresa del giorno è il sondaggio della F1 che vota Kimi Antonelli pilota del giorno. Un regalo senza senso perchè la gara di Kimi non è certo stata spettacolare pur chiudendo all’ottavo posto. Anni Kimi ha subito un sorpasso pazzesco da Ocon che ha messo due ruote sulla terra rischiando all’inverosimile.

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