Rassegna stampa: dal duello Verstappen-Hamilton ai fratelli Leclerc

Un po’ di rassegna stampa pre Gran Premio di Francia, aspettando la pioggia che potrebbe salvare Hamilton da una sconfitta che sarebbe piena di signifiacati

Oggi Tony Dodgins su Motorsport Magazine trova questa pole position di Max Verstappen di buon auspicio per un’epica battaglia lunga una stagione. Dopo gli ultimi successi di Hamilton, ​​la sensazione era che la Mercedes avesse ancora la macchina più veloce.  Le piste cittadine di Monaco e Baku sono considerate anomalie, perciò tutti gli occhi sono puntati adesso sul Paul Ricard, dove Hamilton è sempre stato davanti a tutti tranne che per un giro, da quando il circuito è tornato in calendario tre anni fa

Molto si è detto del cambio di telaio in Mercedes, con Bottas che ha preso il 6 di Hamilton e Lewis il 4 del finlandese. Perché dare al leader del campionato l’auto con cui Bottas si è comportato così male a Baku? si domanda Motorsport, pur sottolineando che si tratta della macchina che Bottas ha condotto davanti a Lewis a Monaco. Toto Wolff parla di rotazione standard dei telai, i piloti erano stati informati e non ci sono stati commenti. Ma la cosa resta l’argomento chiave del week-end.

 Giorgio Terruzzi sul Corriere della sera considera che nella pole di Verstappen c’è una risposta adeguata alle ambizioni del ragazzotto Red Bull e la fine della supremazia Mercedes così come l’abbiamo stravista negli ultimi due anni. Non significa che Hamilton o Bottas – secondo e terzo – non possano vincere oggi in Francia. Ma la corsa verso il titolo 8, per Lewis, sarà ben diversa rispetto a quelle per le corone 6 e 7, vinte senza veri avversari. Max guida una macchina vincente ovunque, ha fame e solo qualche difetto da raffinare, compresa una emotività più viva di quanto mostri, abbottonato e musone com’è. Il che costringe Hamilton ad osare pur di trovare lampi adeguati

Su il Giornale io ho scritto che il mondiale di Formula 1 si sta trasformando in una sfida generazionale. Max Verstappen è il prototipo perfetto della Generazione Z. Pronto a fare le scarpe al campione che vecchio non è, ma ha pur sempre 12 anni in più. Il ragazzo venuto dalla playstation ha finalmente la grande occasione, quella a cui hanno lavorato mamma e papà ancora prima che imparasse a camminare. La quinta pole della sua carriera permetterà a Max di ripartire da dove si era interrotto il suo sogno a Baku. Aveva chiuso prendendo a calci la gomma floscia della Pirelli

Pronti-via e vediamo che succede. Verstappen sa che alla prima curva, la più difficile di una pista colorata, ma noiosa, Hamilton ci proverà. Quest’anno se le sono già date di santa ragione un paio di volte. Il ragazzino non ha avuto rispetto per il vecchio campione. Gli ha mollato due spallate piene di rabbia e di voglia di rivoluzione. Non ha il timore e la timidezza dei giovani, quella forse non l’ha mai avuta, adesso in più ha l’esperienza necessaria per colpire nel momento giusto, per cogliere l’attimo. E sentirgli dire che spera nella pioggia non è un bel segnale. Forse ha ragione Marc Genè, collaudatore in rosso e seconda voce di Sky, quando sussurra che «Hamilton comincia ad avere un’età»

La storia di Le Castellet ha un momento drammatico nel 1986, quando nel mese di marzo, durante il trasferimento verso l’aeroporto di Nizza dopo i test, Frank Williams si ribaltò con una Ford Sierra, fratturandosi la spina dorsale tra la quarta e la quinta vertebra. Solo due mesi più tardi, Elio De Angelis stava provando la Brabham quando perse l’ala e volò fuori pista. Morì il giorno dopo a Marsiglia, per l’asfissia provocata dal fumo respirato per quasi otto minuti dopo l’incidente. È anche il circuito sul quale nel 1990 la FIA ha sperimentato il primo controllo antidoping. Il Mansell ferrarista impiegò due ore a fare la pipì. Ma almeno vinse. 

Stavolta, scrive Leo Turrini sul Resto del Carlino, allacciando le vicende della F1 agli europei di calcio, la Nazionale Rossa non è bella come la Nazionale Azzurra. Binotto e Colajanni, i capi, non suscitano lo stesso entusiasmo di Mancini e Oriali, d’accordo. Ma, se non altro, Carlitos Sainz è il primo… degli umani: quinto sulla griglia di partenza dell’odierno GP di Francia, lo spagnolo ha dato un senso al sabato della Ferrari. Pure questa volta il podio pare fuori portata. Per il Cavallino sarebbe una buona cosa avere, sul traguardo, entrambe le vetture davanti alle McLaren di Norris e Ricciardo

Mentre ieri Charles faticava, l’altro Leclerc – il fratellino Arthur – vinceva in Formula 3 e Stefano Mancini su la Stampa racconta la sua emozione sul podio. Le gerarchie in famiglia si capovolgono. Leclerc II ha ubbidito: è partito in testa e non ha mai mollato, senza commettere errori, sotto gli occhi del team principal ferrarista Mattia Binotto e del racing director Laurent Mekies. Sotto contratto con la Ferrari, Arthur era al secondo fine settimana agonistico di F3 con l’italiano Team Prema. Al debutto in Spagna non era andato a punti e il sospetto che fosse un raccomandato a qualche critico è venuto. La prestazione di ieri lo rivaluta in pieno. Non avrà il talento di Charles, ma qualche gene della velocità l’ha ereditato anche lui da papà Hervé, scomparso quattro anni fa senza riuscire a vedere i figli vincere in pista

Alessandra Retico su Repubblica ricorda che in casa non c’erano abbastanza soldi per mandare avanti tutti, papà Hervé, che non c’è più, fu costretto a scegliere.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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