Rassegna stampa: i non consigli di Agostini a Valentino: “Quando mi sono ritirato ho pianto 3 giorni”

Rassegna stampa del martedì con focus sulla MotoGp. Dalla celebrazione Ducati al solito problema Valentino. Interessante il parere di Giacomo Agostini che, tornato a seguire una corsa di persona a Jerez (casa della moglie) è stato intervistato dal quotidiano spagnolo Diario AS

«Se tutto va bene, in tre o quattro gare Marquez può essere lo stesso di prima. Penso che questo sia un anno di ambientamento. Un motociclista può allenarsi con il motocross e in piscina, ma soprattutto ci si allena andando a 300 all’ora con la propria moto in gara. La caduta potrebbe influenzarlo un po’. Viene da un anno di preoccupazioni, di dubbi sulle sue possibilità».

Agostini ha poi svelato che c’è chi gli chiede di avvicinare Rossi e dirgli di smettere.

«Ognuno decide con la propria testa. Non mi piace fare il padre o il maestro. Quando correvo e ho iniziato a essere secondo, terzo, quarto, quinto, mi sentivo molto male. Primo, perché si cominciava a dire che Agostini era finito, che non era quello di prima. Mi faceva stare male, anche perché mi dicevo che probabilmente avevano ragione. Ho pensato a lungo al ritiro, perché quando decidi, lasci il tuo grande amore. Ho pianto tre giorni. Sapevo che stavo lasciando qualcosa che non sarebbe più tornato. La gioia che ti dà una vittoria, il pubblico che ti ama, non te la dà nessuno. È molto difficile dire di averne abbastanza. Ora mi chiedono di dire a Rossi di lasciare, ma non posso farlo. Mi rattrista vedere Valentino senza vincere, ma è una cosa personale».

C’è un ragazzo italiano di 24 anni in testa al Mondiale. Ha approfittato di un calo di Fabio Quartararo, tradito dal braccio mentre era in testa al GP di Jerez. Francesco Bagnaia, scrive Matteo Aglio su la Stampa, il torinese appare più maturo della sua età, pacato nei modi e nelle parole. Ma in questo Mondiale su cui la Ducati ha messo gli occhi, dopo il GP vinto ieri con Miller, si spalanca il caso di Valentino Rossi, di nuovo deludente, stavolta diciassettesimo. Massimo Calandri su Repubblica ha l’impressione di un calvario infinito

Luca Pulsoni su Rivista Contrasti ha scritto che le prime tre gare del ’21 hanno certificato il declino di Rossi. I risultati della Yamaha ufficiale aprono un altro scenario. L’assenza di Valentino sembrerebbe aver ‘liberato’ la squadra. Valentino era diventato una zavorra in una dirigenza che puntava decisa a un ricambio generazionale.

Nei giorni scorsi il Corriere della Sera ha ricordato i numeri dell’impero economico di Valentino: un giro d’affari da 54 milioni di euro all’anno. L’80% del fatturato della VR46 è frutto di gadget, abbigliamento, gestione di diritti d’immagine dei ragazzi della Academy. 

Per Rossi – scriveva il Corriere della sera – correre oggi è un modo per rappresentare attivamente tutti gli interessi che gli ruotano intorno».

Guido Meda su Sky Sport interviene in sua difesa e dice che sono buoni tutti ad idolatrare quando le cose vanno bene. Provare a stappare questo guaio, comunque vada, è una sfida certo meno eclatante delle altre, ma per Valentino altrettanto significativa. È quella che ha scelto stavolta. Poi si vedrà, capirà, dirà. Ha accettato il posto in un team clienti cedendo il proprio senza proteste. Lavora per sé e per i suoi amici più freschi. In tre GP storti non ha mai cercato scuse. Anzi, vi sfidiamo proprio a trovarne una. Quando gli dicono che ruba il posto ai giovani non si scomoda nemmeno a spiegare l’evidenza. Perché i giovani, semmai, li porta avanti: in MotoGP ora ce ne sono tre (Bagnaia, Morbidelli e Marini) che magari, senza di lui, non sarebbero qui. E se la difficoltà fosse solo banalmente tecnica, sua e del suo team, e l’età non c’entrasse nulla?

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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