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Rassegna stampa #SaudiArabianGp: il muro del pianto di Verstappen, il sorpasso prenotato da Lewis e un Todt su Senna e Schumi

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Rassegna stampa del Saudi ArabianGp dopo il crash di Verstappen e prima del penultimo round mondiale. Ancora non si sa se Max dovrà sostituire il cambio e perdere 5 posizioni sullo schieramento. Ma quanto sia grande l’occasione perduta lo sottolineano tutti questa mattina.

Riecco il Max scapestrato di una volta – ha scritto Alessandra Retico su Repubblica – L’intemperanza sopita, educata, forse soffocata del ragazzo terribile che è stato Verstappen e che forse ancora è, a 24 anni, riaffiora d’un colpo e manda non tutto, ma molto, all’aria. Spinge dove non serve più. Peccato di vanità, sregolatezza, giramento di testa sulla giostra voltastomaco del circuito di Gedda che nelle sue curve veloci e cieche nasconde ingorghi e trappole?

Daniele Sparisci sul Corriere della sera dice che forse alla base c’è un motivo tecnico, la scelta della Red Bull di assetti estremi, «scarichi», per compensare la maggiore velocità della Mercedes. Ma la colpa resta dell’uomo, anzi del ragazzo: è da sbagli così che emerge la differenza fra le 103 pole di Lewis e le 12 di Max. L’esperienza non s’inventa, Hamilton si è preso il regalo inatteso. Ma le trappole a Gedda sono ovunque, e le safety car – date per scontate – potrebbero ribaltare ancora tutto”.

Attenti, dice Charles Bradley per Motorsport, perché l’automobilismo può essere pericoloso, come dice il biglietto d’ingresso, ma la sicurezza ha fatto progressi giganteschi. Dopo la tragica morte di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger a Imola nel 1994, la Formula 1 si è concentrata sulla sicurezza delle auto e dei circuiti. Di conseguenza, le velocità in curva sono state ridotte drasticamente. Col tempo le auto sono diventate di nuovo veloci, la corsa è attualmente condizionata dai carichi aerodinamici. Divertente da guardare, ma spaventoso, come all’ingresso della sezione delle piscine a Montecarlo. Un ingresso cieco, con un impegno del 100% richiesto – si deve pregare solo che non vada storto nulla. Il nuovo circuito Jeddah Corniche dell’Arabia Saudita me lo ricorda. Non solo in una sezione, ma in intere sezioni della pista.

Stefano Mancini su La Stampa ignora quasi il sabato arabo per intervistare Jean Todt ai suoi ultimi giorni da presidente Fia. E’ tempo di fare dei bilanci e raccontare che nel “1994 disse di no a Senna che voleva la Ferrari”. In realtà il presidente Montezemolo ci ha sempre raccontato che proprio prima di Imola ‘94 Ayrton era stato a casa sua a Bologna e l’accordo per portarlo a Maranello nel 1995 era ormai cosa fatta. Senna voleva la Ferrari. Non è una novità.

 Che cosa fece per battere Williams? «Dovevamo potenziare la squadra. Senna voleva venire da noi nel ’94, ma avevamo già Alesi e Berger. Lo incontrai al Gp di Monza, mi disse “Jean, i contratti in Formula 1 non contano niente”. Risposi di no, “per me un contratto va rispettato, saremmo lieti di averti con noi ma dal ’95”. Non volle aspettare e firmò per la Williams. Sappiamo poi che cosa è accaduto». 

  Il passo successivo fu l’ingaggio di Schumacher. «Sì. C’erano tanti problemi, volevo essere sicuro di avere il miglior pilota in circolazione». 

 Nel ’97, però, ci fu un altro episodio che coinvolgeva la Williams, l’incidente a Jerez fra Villeneuve e Schumacher, che fu squalificato. «Ne parlavo in questi giorni con Villeneuve. Mi ha ricordato che Michael, ogni volta che ha fatto qualcosa che non doveva ha pagato perdendo il Mondiale. L’altra volta fu in qualifica a Montecarlo nel 2006. Costretto a partire dal fondo, lasciò punti preziosi». 

Come sta adesso? «Lo vado spesso a trovare, vediamo insieme le gare alla tv. È in un momento difficile, ma so che non mollerà mai». 

 Lei per dodici anni alla guida della Federazione internazionale dell’auto e Stefano Domenicali a capo della Formula 1: siete gli ultimi due vincitori con la Ferrari. «Segno che dalla Ferrari arriva gente in gamba che può essere leader anche in altri campi».  

 Si aspetta un finale corretto? «Più che corretto, direi combattuto. I controlli sono severi: saranno due gare tese e andrà tutto bene»

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