#RussianGp: istruzioni per l’uso della pista olimpica di Sochi con 31 mila spettatori

Si riparte dalla Russia, pista sulla quale si gareggia dal 2014 e dove ha sempre vinto soltanto la Mercedes (4 volte Hamilton, una a testa Bottas e Rosberg) anche se un anno fa davanti a tutti partiva Leclerc con la Ferrari e due anni fa Vettel… Bei tempi per la Rossa. Domenica invece potrebbe andare in onda l’aggancio storico di Hamilton a Schumacher nel numero di vittorie.

 Il circuito è caratterizzato da 18 curve, dodici a destra e sei a sinistra, con quasi 1,7 km su strade pubbliche. Il giro inizia nella zona della stazione ferroviaria e si sonda poi attraverso la Medals Plaza che faceva da teatro alle premiazioni dei Giochi dove tuttora svetta il braciere con i cinque cerchi olimpici. Dalla linea di partenza alla Curva 1 ci sono poco più di cento metri ma si tratta di una leggera piega a destra da affrontare in pieno fino a raggiungere la prima vera staccata, nella quale si decelera da circa 330 a 130 km/h in meno di due secondi e in poco più di centro metri. Questo è il primo dei due tratti nel quale è possibile azionare il DRS. La curva 3 gira intorno alla Medals Plaza ed è una sinistra in appoggio da percorre in pieno a quasi 300 km/h seguita da una serie di pieghe ad angolo retto che caratterizzano il secondo settore, più tecnico e guidato. Uscire bene dalla curva 10 è fondamentale dato che immette su un tratto in semicurva velocissimo, nel quale è possibile azionare nuovamente il DRS, che porta fino alla 13, una delle staccate più impegnative del tracciato. La parte finale è piuttosto lenta, con diverse curve a gomito che richiedono un carico aerodinamico discretamente alto.

Per la seconda gara consecutiva saranno presenti spettatori sulle tribune. Al Sochi Autodrom sono infatti attesi circa 31.000 fan a sottolineare la volontà degli organizzatori di tornare ad una certa normalità, sempre nel rispetto delle norme anti Covid.

  • Secondo i tecnici Brembo il Sochi Autodrom rientra nella categoria dei circuiti più impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4, identico a Monza e a Spa-Francorchamps. 
  • Realizzato all’interno del Parco Olimpico usato per i Giochi Olimpici Invernali del 2014, si contraddistingue per la curva 3 che con un angolo di 180° e 650 metri di estensione è la più lunga del Mondiale. Snodandosi per 1,7 km su strade solitamente aperte al traffico, tende a gommarsi con il passare delle sessioni: l’aumento dell’aderenza si traduce anche in una maggiore potenza frenante dissipata. ​ ​
  • Dall’inaugurazione, avvenuta nel 2014, l’asfalto di Sochi si è evoluto gradualmente. Nonostante ciò, i livelli di aderenza sono piuttosto bassi.
  • La nomination è più morbida di uno step rispetto al 2019, quando furono selezionate C2, C3 e C4. Lo scorso anno, la maggior parte dei piloti scelse una strategia a una sosta: solo cinque piloti su 15 al traguardo si fermarono due volte, in una gara fortemente condizionata dalla safety car.
  • Due settimane dopo la gara al Mugello, per la quale sono state nominate le tre mescole più dure della gamma, Pirelli porta a Sochi le tre più morbide: C3 sarà P Zero White hard, C4 P Zero Yellow medium e C5 P Zero Red soft.
  • Queste tre mescole sono state scelte per affrontare l’asfalto piuttosto liscio del tracciato russo, famoso per essere poco severo sui pneumatici.
  • C3, C4 e C5 rappresentano la nomination ideale scelta da Pirelli per questa gara visto il clima piuttosto mite di Sochi e il fatto che il tracciato non presenti curve particolarmente difficili.
  • La curva più impegnativa è la 3: un curvone lungo 750 metri verso sinistra che presenza diversi punti di corda e sul quale il pneumatico anteriore destro è quello maggiormente sollecitato. Il circuito, costruito attorno al Parco Olimpico, è caratterizzato da curve a 90° a media e bassa velocità che lo rendono simile a un tracciato cittadino.
  • Il materiale d’attrito utilizzato per le pastiglie Brembo di Formula 1 è il CER. Garantisce ottimi tempi di warm-up, cioè massima rapidità nel raggiungimento della temperatura di esercizio più efficiente, ampio range di utilizzo, sia in termini di pressione sia di temperatura, e una risposta in attrito molto lineare. 
  • Il coefficiente d’attrito tra disco e pastiglie è 0,7-0,9 a fronte dello 0,4 raggiunto da un’auto sportiva con pastiglie in materiale organico. Una pastiglia pesa circa 200 grammi, ossia un quarto di una pastiglia per uso stradale. La sua durata è di 800 km ma le prestazioni sono ripetibili da inizio a fine utilizzo. ​
  • I piloti utilizzano i freni in 10 delle 18 curve della pista russa, per un funzionamento complessivo sul giro dell’impianto frenante di 15 secondi e un quarto, equivalenti al 17 per cento della durata comples​siva della gara. Pur essendo la pista di Sochi più lunga di 600 metri del Mugello, rispetto alla pista toscana l’impianto frenante è utilizzato per 2 secondi in meno ogni giro. 
  • Particolarmente alta è la media delle decelerazioni massime sul giro (4,2 g), inferiore solo ai 4,3 g del GP Belgio. In metà delle frenate di Sochi la decelerazione supera i 4 g e in un paio di casi, sempre in curve a destra in corrispondenza di cali di velocità superiori ai 200 km/h, si spinge oltre i 5,5 g. Nessun altra pista del Mondiale presenta due decelerazioni da almeno 5,5 g. ​ ​ ​
  • Delle 10 frenate del GP Russia 2 sono considerate altamente impegnative per i freni, 5 sono di media difficoltà e le restanti 3 sono light. 
  • La più dura è quella alla curva 2 in cui i piloti arrivano a 336 km/h e azionano i freni per 1,85 secondi durante i quali le auto percorrono 109 metri indispensabili per scendere a 131 km/h. Il carico sul pedale del freno è di 144 kg e la decelerazione di 6,1 g. ​ ​

Il Gran Premio di Russia è uno dei pochi rimasti con la sua data originaria rispetto al calendario rivisto e si disputa più o meno nello stesso periodo del 2019 – commenta Mario Isola, responsabile Motor Sport di Pirelli – Rispetto allo scorso anno, la nomination è uno step più morbida per consentire velocità più elevate e aggiungere un’ulteriore sfida in termini di strategia. Grazie alle specifiche attuali, diverse rispetto al 2018, la scelta più morbida con C3, C4 e C5 nominate per questa gara dovrebbe incoraggiare l’utilizzo di tutte e tre le mescole, senza il rischio di dover ricorrere a un’elevata gestione dei pneumatici in gara. Ci sono alcune incognite per questo weekend, viste le prestazioni extra delle monoposto attuali e il fatto che nel 2019 la gara è stata particolarmente influenzata dalla safety car. Nonostante ciò, Sochi è però un tracciato poco impegnativo sui pneumatici, quindi una strategia a una sosta è possibile. I Team si concentreranno su questo aspetto durante le prove libere, e ci aspettiamo che diverse squadre cercheranno di fare una tattica a una sosta quando possibile”.

Occhio agli orari Sky: qualifiche alle 14, gara alle 13.10

Venerdì 25 settembre
Prove Libere 1: ore 10.00 – 11.30
Prove Libere 2: ore 14.00 – 15.30
Sabato 26 settembre
Prove Libere 3: ore 11.00 – 12.00
Qualifiche: ore 14.00 – 15.00
Domenica 27 settembre
Gara: ore 13.10

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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