La cosa era nota, ma ricordare che dietro ad un grande fotografo come Massimo Sestini c’e’ anche un grande uomo non fa mai male, se non altro perché possa servire da esempio ad altri.
Massimo Sestini e’ un grande fotografo italiano nato come paparazzo (ricordate Lady D sul ponte dello yacht di Dodi?) e poi specializzatosi in foto particolari, soprattutto quelle scattate da un elicottero per raccontarci il mondo dallo zenith (con la foto di un barcone carico di profughi ha vinto il World Press Photo).
Una decina di giorni fa Massimo (con cui avevo lavorato ai tempo di Sport Week: ricordo che fu il primo a far sedere Montezemolo dentro una monoposto) ha rischiato di morire durante un’immersione nelle acque gelate del lago di Leverone. Un angelo custode, un sommozzatore della Guardia Costiera che era con lui, lo ha salvato.
Sul Corriere di oggi, intervistato da Walter Veltroni, racconta quei momenti e il suo lavoro. Ad un certo punto racconta un episodio relativo al maggio 1994, a Senna e Ratzenberger. Di come un infermiere vendette alla sua agenzia le foto dei corpi dei piloti. Di come lui le compro‘ e le distrusse spiegando ad Andrea Monti, allora direttore di Panorama, che lui quelle foto non le avrebbe mai vendute. Scrisse un pezzo, ma distrusse le foto.
Bravo lui e bravo Andrea che non insistette. Come bravi erano stati Angelo Orsi e Carlo Cavicchi che non pubblicarono su Autosprint le foto scattate da Angelo al Tamburello.
Esiste un’etica anche nel giornalismo. Ed e’ giusto applaudire chi se ne e’ ricordato. Carlo Cavicchi e Angelo Orsi erano amici di Ayrton, Massimo Sestini non lo conosceva. Ha speso dei soldi (tanti) solo per ritirare quelle foto dal mercato. Come fece anche con gli scatti della Principessa Diana dopo l’incidente mortale di Parigi.
Lunga vita a dei gentiluomini così.

