Sir Stirling #Moss 90 anni vissuti con classe e velocità

Sir Stirling Moss, il più grande tra i piloti che non hanno mai conquistato il mondiale di Formula 1 compie 90 anni il 17 settembre. Auguri a un grandissimo.

Se per mestiere hai fatto il pilota da corsa negli anni Cinquanta e arrivi a festeggiare il tuo novantesimo compleanno i casi sono due:

Sei stato molto fortunato

Sei stato molto bravo

Nel caso di Stirling Moss valgono entrambe le risposte. E’ stato molto bravo, spesso anche il più bravo della sua epoca, ma ha avuto anche la benedizione della buona sorte che ha accompagnato la sua lunga carriera a quattro ruote.

Tra i piloti che non hanno mai vinto il mondiale è quello che ha vinto più gran premi (16) arrivando quattro volte secondo in campionato: 1955, 1956, 1957 e 1958. Impresa che gli ha incollato due soprannomi: il re senza corona e l’eterno secondo.

E’ l’unico ancora in vita tra i piloti che hanno partecipato al mondiale del 1951, il secondo della storia. Ed è anche il più anziano tra i partecipanti ad almeno una gara del campionato. Un record che magari avrebbe barattato volentieri con un titolo mondiale…

Il suo incidente peggiore con andata e ritorno dall’aldilà lo ebbe nel 1962 a Goodwood mentre guidava una Lotus nel Trofeo Glover. Rimase in coma per una trentina di giorni con la parte sinistra del corpo paralizzata per sei mesi…

«I rettilinei sono quei tratti noiosi che uniscono due curve» è una delle sue frasi più famose che ben rappresenta quanto amasse correre con il vento sulla faccia.

Una delle sue imprese storiche fu la vittoria della Mille Miglia 1955 al volante di una Mercedes 300SLR. Una folle gara guidata da Brescia a Roma e ritorno alla velocità media di 157,650 km/h: 1.597 km in 10 ore, 7 minuti e 48 secondi, su strade urbane che gli valsero il record di percorrenza e l’ingresso nel “wall of fame” di questa gara. Il suo navigatore fu il giornalista Denis Jenkinson che raccontò l’impresa in modo impareggiabile.

“C’è poi un pilota per il quale è necessario fare un discorso a parte: Stirling Moss – scriveva di lui Enzo Ferrari -. La mia opinione su Moss è semplice: è l’uomo che ho ripetutamente accostato a Nuvolari. Aveva smania di corroere, andava forte su qualsiasi macchina, aveva il gran pregio di giudicare una vettura soltanto attraverso il cronometro, cioè sul tempo che essa gli consente di realizzare su un dato percorso. Di Moss ho detto anche una volta che era un pilota con il senso dell’incidente; e proprio in certe sue uscite di strada, come in certe uscite di strada di Nuvolari rimaste storiche, ho trovato un’analogia veramente curiosa per l’epilogo che non ha mai raggiunto la tragedia. Se Moss avesse anteposto il ragionamento alla passione, si sarebbe laureato campione del mondo, essendone più che degno”.

Il mio incontro con Moss nel 2014 al Museo Ferrari di Modena http://topspeed.gazzetta.it/2014/06/24/formula1-ieri-e-oggi-silenzio-parla-moss/

Ferrari e Moss si incontrarono il 10 aprile del 1962. Si piacquero molto. Il contratto era già pronto, ma l’incidente di Goodwood non consentì di portarlo a compimento… Ma Moss fu fondamentale per perfezionare la Gto, la più prezosa delle Ferrari Storiche. I suoi consigli permisero a Mauro Forghieri di correggerla e renderla stabile e veloce. Moss ne ordinò anche una verde chiaro, la stessa che qualche anno fa è stata venduta all’asta per 35 milioni di dollari.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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