In pista non ti senti libero come su una pista di motocross. “In pista mi sento in gabbia”. Andrea Dovizioso si racconta come non aveva mai fatto in vita sua, neppure nella bella autobiografia pubblicata un anno fa. Lo ha fatto nel docufilm firmato da Paolo Novelli, prodotto da Red Bull Media House e da venerdì visibile su tutti i canali RedBull: Undaunted, coraggoso, imperterrito.
Quasi un’ora di lavoro tra immagini ufficiali Dorna MotoGP e riprese private, quasi intime, di Novelli. Sono la vera chicca di un lavoro da cui emerge l’altra faccia dei gran premi, la sofferenza, la paura, ma anche la voglia di riprovarci dopo tre secondi posti di fila nel mondiale. “Se non credessi di poter battere Marquez non sarei qui, non andrei avanti”.
Se le immagini ufficiali sono spettacolari, quelli di Novelli sono vere, crude, ma anche tenere come quando la figlia del Dovi augura in bocca al lupo al papà. Ne avrei volute vedere anche di più, avrebbero reso il lavoro ancora più intrigante. Comunque bravi e coraggiosi, anche in Ducati a consentire di girare senza veli.
Desmo Dovi ha raccontato la sua esperienza e le sue emozioni nell’essere per la prima volta davanti una cinepresa come protagonista. Il docu racconta i retroscena di tutta la stagione 2019, le emozioni, le vittorie e le sconfitte, gli ingredienti che compongono un campione: aspetti intimi che difficilmente si conoscono.
“È stata un’esperienza speciale – ha dichiarato Andrea Dovizioso – Le riprese mi hanno appassionato perché Paolo mi ha sempre reso partecipe di ogni momento. È entrato a tutti gli effetti a far parte del team e della nostra famiglia; è diventato uno dei nostri, tanto da dargli un soprannome: Pablo. Anche se siamo agli antipodi caratterialmente, io l’ingegnere e, lui l’artista, siamo entrati in perfetta sintonia. Sono convinto che questo documentario aprirà nuovi scenari sul mondo della MotoGP”.
“Sono stato un pazzo a seguire il Dovi per un anno – ha aggiunto il regista Paolo Novelli – Un percorso emotivamente intenso, tante gioie che si sono alternate a momenti difficili. Penso di aver tirato fuori un ritratto vero di Andrea come pilota e come uomo. Dovi ha deciso di mostrarsi in tutte le sue sfaccettature davanti alla mia telecamera con il coraggio che lo contraddistingue. Mi piacerebbe che, guardando questo film, gli spettatori possano avere la sensazione di essere entrati nel mondo intimo dei piloti durante una gara”.

