La Formula 1 si sposta 1500 chilometri più a sud, due ore e mezza di volo, per ripartire da Citta’ del Messico sul circuito intitolato alla memoria dei fratelli Pedro e Ricardo Rodriguez, glorie degli anni Sessanta e Settanta. Si corre a casa del Checo Perez e sarà curioso vedere che cosa combineranno i tifosi dopo l’assaggio che ci hanno dato ad Austin.
- Lungo poco più di quattro chilometri e caratterizzato da 17 curve, il circuito è situato nella zona orientale della capitale messicana, che si trova a oltre duemila metri di altitudine.
- Città del Messico si trova a 2.240 metri di altitudine e di conseguenza la pressione atmosferica è inferiore del 20%.
- La riduzione della resistenza può portare a velocità massime molto elevate nonostante le regolazioni elevate delle ali. Durante la gara dello scorso anno, Perez raggiunse i 353,5 km/h (219,7 mph)
- L’altitudine ha un effetto rilevante sulla prestazione delle vetture, in quanto l’aria rarefatta riduce la resistenza all’avanzamento e il carico aerodinamico generato dalle monoposto: “Se la configurazione è solitamente quella usata sui circuiti che richiedono un livello di carico elevato – spiega Mario Isola – l’effetto sulle gomme è molto più basso. Anche il livello di aderenza prodotto dall’asfalto è nettamente inferiore alla media, visto che la rugosità è fra le più basse di tutto il calendario”.
- Secondo i tecnici Brembo l’impianto messicano rientra nella categoria dei circuiti impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4, superiore alle piste statunitensi del Mondiale ma identico al tracciato canadese di Montreal.
- A differenza di altre componenti l’altitudine record del tracciato della capitale messicana non incide sul funzionamento vero e proprio dell’impianto frenante che è invece messo a dura prova dai picchi di velocità. La scarsa densità dell’aria però contribuisce a un minor rendimento del cooling per dischi, pastiglie e pinze oltre che per i radiatori e quindi i motori.
- Sulla pista di Città del Messico verrà utilizzata la mescola C3 come P Zero White hard, C4 come P Zero Yellow medium e C5 come P Zero Red soft. Si tratta di una selezione di uno step più morbido rispetto al 2022.
- Il graining è fenomeno abbastanza frequente su questa pista, anche perché i pneumatici sono soggetti ad uno scivolamento maggiore dovuto all’aerodinamica scarica e alle elevate altezze.
- Il pilota più vincente nella capitale messicana è Max Verstappen con quattro successi su sette partecipazioni. Le vittorie del pilota olandese consentono alla Red Bull di essere la squadra più vittoriosa in terra messicana.
- La strategia di gara più adottata lo scorso anno è stata ad una sosta. Max Verstappen ha montato un set usato di Soft e ha terminato su Medium arrivando primo davanti a Lewis Hamilton che, invece, ha iniziato su Medium e finito la gara su Hard.
- La differenza di temperatura tra l’inizio e la fine della giornata è molto significativa, un fattore in più da tenere in considerazione nell’analisi del potenziale degrado degli pneumatici.
- Nonostante sia la terza pista più corta del Mondiale, i freni vengono utilizzati 9 volte all’Autódromo Hermanos Rodríguez: in un giro fanno 16 secondi e mezzo per pilota equivalenti al 21 per cento della durata complessiva della gara, anche se 6 frenate sono racchiuse nelle prime 7 curve mentre dalla curva 8 alla 17 i freni sono impiegati appena 3 volte.
- Le curve 6 e 7 sono le sole consecutive in cui il pilota è chiamato ad uno sforzo sul pedale del freno superiore ai 100 kg. Tre sono invece le curve con decelerazioni di almeno 4 g, anche se il picco massimo è di 4,1 g, come nel GP Qatar. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita sul pedale del freno un carico di 67 tonnellate.
- Delle 9 frenate del GP Messico 3 sono considerate altamente impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e le restanti 4 sono light.
- La più dura è la prima dopo la partenza perché approfittando del lungo rettilineo le monoposto arrivano a frenare a 343 km/h, scendendo a 113 km/h: servono 2,68 secondi in cui si percorrono 147 metri.
- Elevato lo sforzo per i piloti: 4,1 g e 128 kg di carico sul pedale del freno.
Mario Isola: più varietà di strategie in gara
“Quest’anno abbiamo deciso di portare in Messico il tris di mescole da asciutto più morbido (C3, C4 e C5) a disposizione. È stata una scelta ben ponderata, sia sulla base dell’esperienza dello scorso anno sia sulle simulazioni che ci hanno fornito come sempre le squadre. Ciò dovrebbe portare ad una maggior varietà nelle scelte strategiche in gara, aprendo alla possibilità di effettuare due soste: nel 2022, quando le mescole scelte erano state C2, C3 e C4, quasi tutti i piloti effettuarono solamente un pit-stop, privilegiando una combinazione fra Soft e Medium.
L’appuntamento di Città del Messico ci offrirà anche la possibilità di far valutare a tutte le squadre una variante della C4. Nelle due ore di prove libere del venerdì tutti i piloti avranno infatti a disposizione due set di prototipi di questa nuova mescola da utilizzare a loro piacimento. Una volta analizzati i dati, decideremo se omologare questa versione per un suo utilizzo nel 2024″.
Consigli per videogiocatori
Per affrontare senza problemi la prima curva del GP Messico nel videogioco Formula 1 è sufficiente prestare attenzione ai particolari sul lato sinistro della pista. Una volta transitati sotto il ponte pubblicitario, appare la pubblicità di color porpora sul muretto e poco dopo c’è il cordolo. Ci si sale con le ruote di sinistra e superato il cartello dei 150 metri si inizia a frenare, scalando fino in terza marcia mentre si punta verso l’interno della curva.

