Barcellona istruzioni per l’uso: fuori la verità

La Formula 1 torna in Europa, questa volta per restarci fino a settembre quando è in calendario il Gp d’Italia. Si riparte dalla Spagna, decima prova del campionato, su una delle piste più complete del calendario. Una gara che ci racconterà molte verità (atttese nuove evoluzioni Ferrari)

  • Il Circuit de Barcelona-Catalunya è una pista ideale per testare un’auto di F1, in quanto ha una vasta gamma di tipi di angolo e velocità, oltre ad alcuni lunghi rettilinei. Le curve a velocità lenta come le curve 5 e 10 si concentrano sul grip meccanico, ma le sezioni ad alta velocità come le curve 3 e 9 mettono alla prova l’aderenza aerodinamica di un’auto.
  • Pirelli ha selezionato per questo appuntamento le tre mescole da asciutto più dure – C1 come Hard, C2 come Medium e C3 come Soft – della sua collezione 2024, la stessa scelta effettuata per la prima gara dell’anno in Bahrain.
  • Il tracciato è uno dei più completi in assoluto nel mondo e non soltanto del calendario iridato. Ci sono rettilinei e tutte le possibili tipologie di curve, tra cui alcune – come la 3 e la combinazione composta dalla 13 e la 14 che introducono al rettilineo principale – da percorrere a velocità decisamente elevate. Le forze laterali esercitate sugli pneumatici sono particolarmente elevate, in particolare su quelli del lato sinistro della vettura, visto che le curve a destra sono nove su quattordici.
  • Il terzo settore è incredibilmente importante e i piloti possono trovare molto tempo sul giro qui nelle curve lente. Può essere raro per un pilota impostare tre settori viola sul circuito, perché massimizzare l’aderenza ed essere più veloci nel primo settore surriscalderà i pneumatici per il terzo settore cruciale.
  • La chicane nel settore finale del giro è stata rimossa per la gara del 2023, tornando al layout della pista precedente per le ultime due curve.
  • La maggior parte delle curve a bassa velocità della pista sono a sinistra e la maggior parte di quelle verso destra sono ad alta velocità. Quindi i set-up dell’auto leggermente diversi possono essere utilizzati sui lati sinistro e destro, e questa caratteristica della pista significa anche che i pneumatici di sinistra si consumano più velocemente, mentre i pneumatici destri sperimentano temperature più basse.
  • La curva più dura del Circuit de Barcelona-Catalunya per l’impianto frenante è la 10 in cui le monoposto passano da 303 km/h a 116 km/h in 2,08 secondi durante i quali percorrono 102 metri. Notevole lo sforzo richiesto ai piloti in quel frangente: 4,9 g è la decelerazione massima a cui sono sottoposti e 177 kg il carico che devono esercitare sul pedale del freno. La potenza frenante è invece di 2.499 kW.
     

  • 24 delle 33 gare che si sono svolte al Circuit de Barcelona-Catalunya sono state vinte dalla pole.
  • L’inizio dell’era dell’effetto suolo all’inizio del 2022 ha presentato una sfida molto diversa per i piloti in pista. Ad esempio, la lunga curva 3 è ora presa a 225 km/h, rispetto ai 240 km/h del 2021. La veloce curva 9 è ora percorsa a 250 km/h, mentre nel 2021 era presa a circa 265 km/h.
  • Insieme ad Abu Dhabi, il Gran Premio di Spagna 2023 ha visto il maggior numero di sorpassi assistiti da DRS di qualsiasi gara la scorsa stagione, con 56.
  • Sono Michael Schumacher e Lewis Hamilton i piloti che hanno ottenuto più successi nel Gran Premio di Spagna, con sei vittorie ciascuno: grazie al primo posto nel Gran Premio d’Europa del 1994 Michael è il più vittorioso nelle gare di F1 disputate in territorio spagnolo
  • Hamilton ha ottenuto la sua 100a pole position al Gran Premio di Spagna 2021.
  • Lewis detiene il record per il maggior numero di vittorie consecutive in un Gran Premio con le cinque di Barcellona (2017-2021). Condivide questo record con Ayrton Senna e Monaco (1989-1993)
  • Rispetto al 2023, quest’anno il weekend di gara si svolge tre settimane più tardi e le temperature potrebbero essere più elevate. Ciò potrebbe aggiungere un ulteriore fattore – quello termico – nella gestione dei pneumatici, il che potrebbe sfavorire quella C3 che lo scorso anno era risultata piuttosto competitiva anche in gara e che fu scelta per il primo stint da 16 piloti su 20.
  • Dal punto di vista della strategia, la doppia sosta dovrebbe essere l’opzione più veloce, con tutte le mescole che potrebbero entrare in gioco. In caso di degrado più accentuato, ecco che le tre soste potrebbero rappresentare una variabile, anche alla luce del fatto che la gara dello scorso anno ha dimostrato che i sorpassi sono più agevoli rispetto al passato.
  • Al Circuit de Barcelona-Catalunya ha gareggiato il mese scorso la MotoGP: i tempi sul giro delle moto, penalizzate dall’impossibilità di scaricare a terra tutta la potenza e dal delicato equilibrio dinamico, sono superiori di oltre 25 secondi a quelli delle monoposto. Invece il ricorso ai freni è decisamente più elevato: 32 secondi al giro per le moto, circa il 32% dell’intero GP, a fronte del 12% della Formula 1.
  • D’altro canto, su questo tracciato la MotoGP ha bisogno dei freni in 10 curve, rispetto alle 6 della Formula 1. Malgrado entrambe le categorie dispongano di dischi Brembo in carbonio, le differenze sulle singole frenate sono notevoli: alla curva 1, per esempio le moto perdono 239 km/h in 292 metri, ovvero circa un km/h in 1,22 metri mentre le monoposto riducono di 143 km/h la loro velocità in 81 metri, ossia un km/h in 57 centimetri, meno della metà della MotoGP.
  • A partire dal 2026 la Formula 1 tornerà a gareggiare a Madrid su una pista di nuova costruzione che ospiterà fino a 110 mila persone al giorno che saliranno a 140 mila posti dopo i primi cinque anni. A differenza di altri rinnovi, solitamente di breve durata, qui l’accordo prevede la disputa di 10 GP consecutivi. Tuttavia, come ha precisato Stefano Domenicali, ciò non comporta l’esclusione dal calendario di Barcellona, anche perché nel 2023 l’audience della Formula 1 in Spagna è stata di 77 milioni di persone, con una crescita annua dell’84%.
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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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