Che cosa insegna a Vasseur l’arrivo di Spalletti alla Juve

Il minimo comune denominatore tra le crisi di due grandi squadre come la Ferrari e la Juve è la proprietà. Fateci caso: la Juve negli ultimi anni ha cambiato quattro allenatori (senza contare i sostituti temporaneamente messi in panchina), dopo Allegri sono arrivati Motta, Tudor e ora Spalletti. La Ferrari del dopo Marchionne è passata da Arrivabene a Binotto e poi a Vasseur. La continuità non abita a casa Elkann dove tra l’altro è stato sostituito anche l’a.d. di Stellantis.

Se una proprietà non trasmette fiducia, non sostiene le sue scelte, permette che dagli spogliatoi (o dai box) esca ogni tipo di spiffero è difficile che poi arrivino i risultati. Tudor che litiga con i giocatori e Togninalli che litiga con Vasseur sono i sussurri usciti da Juve e Ferrari. Uno era vero, l’altro no.

Tudor è stato affossato dai giocatori (avete visto come hanno giocato l’altro ieri con l’Udinese?), Vasseur è stato salvato dai piloti che lo hanno sostenuto quando la proprietà aveva già individuato il sostituto.

Tutti e due avevamo un punto in comune: cercavano (o cercano) scuse per spiegare le sconfitte. Fateci caso la colpa era sempre di qualcun’altro. Tudor ha attaccato la società, Vasseur ha spesso colpevolizzato i piloti… Tra poco in Ferrari cambierò il capo della comunicazione e mi aspetto che Fred venga ben consigliato perchè non può grestire la Ferrari come gestiva la Sauber di cui non fregava nulla a nessuno.

Tudor è stato sostituito, Vasseur è stato prima cotto a fuoco lento, poi confermato e qualche mese dopo riconfermato. Ma con questa proprietà non si può mai stare tranquilli anche perchè John Elkann al Capital Markets Day (quello da cui la Ferrari in Borsa non si è ancora ripresa) ha detto che il ritorno alla vittoria della Ferrari lo considera un impegno personale, quindi non accetterà altri fallimenti.

Vedi anche: Elkann: confermo il mio impegno in Ferrari

Spalletti ha un contratto fino a giugno, legato ai risultati. Vasseur ha un contratto più lungo, ma anche lui è legato ai risultati. Scommetto che se il 2026 non inizia con una Ferrari competitiva dopo tre/quattro gare arriverà la rivoluzione.

Una cosa la proprietà deve capire: Spalletti in un mese può ribaltare la Juve; ad un nuovo responsabile della Scuderia va assolutamente dato più tempo. Una nuova rivoluzione vorrebbe dire dover aspettare ancora anni… L’importante è supportare le scelte. Stare con Spalletti come con Vasseur (ricordate quel che fecero Berlusconi con Sacchi o Montezemolo con Todt).

In Ferrrari Binotto è stato sostituito mentre stava raccogliendo i frutti del suo lavoro; Vasseur è stato riconfermato a malincuore e poi sostenuto pubblicamente con due interventi presidenziali a Budapest e Washington. Le mosse giuste. Ma mai come l’anno prossimo serviranno dei risultati. Tudor lo ha capito sulla sua pelle. Anche Vasseur credo lo abbia capito benissimo.

Detto questo l’ingaggio di Spalletti equivale a scegliere Horner per la Ferrari. Due vincenti che hanno avuto un buco nero (la nazionale per Luciano e le liti interne per lo Spice boy). Spalletti è un numero uno, un allenatore che nei club ha sempre vinto. Vasseur non lo era quando è stato ingaggiato e forse l’errore è stato proprio quello di ingaggiarlo. Solo cacciarlo ora potrebbe avere un effetto peggiore. Non resta che attendere. A giugno magari avremo due conferme o due nuovi divorzi.

Ps io credo Spalletti vinerà la sua scommessa, ma ho molta meno fiducia nella Ferrari 2026.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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