La Ferrari fa parlare i numeri. Vasseur: “Voglio un cambio di passo”

Dopo le prime 10 gare della stagione, la Ferrari ci ha tenuto a sottolineare come quest’anno il progresso sia stato importante. Dati che piovono così sulla mail, inattesi. E stanno a significarfe una cosa: in Ferrari vogliono far sapere al mondo che tutto sta andando per il meglio e non serve parlare di crisi.

Sembra di essere di fronte al bambino che chiede scusa prima che la mamma di accorda della marachella.

Ecco il comunicato della Scuderia:

“Con il Gran Premio di Spagna la stagione 2024 è arrivata in doppia cifra: c’è dunque l’occasione per tracciare un primo bilancio e fare un confronto con lo stesso periodo della stagione 2023. Come è noto, da dopo la pausa estiva dello scorso anno la Scuderia Ferrari HP ha iniziato una curva di miglioramento che ha dato i propri frutti e che la squadra ha portato anche nel nuovo campionato, come dimostrano i numeri. Tutte le voci più rilevanti, dopo dieci gare, sono migliori di quelle del 2023. L’unica invariata è quella relativa alle pole position: una era un anno fa – grazie a Charles Leclerc a Baku – e una ne è stata centrata quest’anno, sempre dal monegasco nella gara di casa”.

Due vittorie a zero. La voce vittorie un anno fa diceva malinconicamente zero, mentre nelle prime dieci gare il dato recita già un +100% sull’intero 2023, che vide solo la vittoria di Carlos Sainz a Singapore, nella seconda metà della stagione. In questo 2024 Sainz ha già vinto in Australia e Charles ha vissuto l’apoteosi casalinga in quel di Monaco. Interessante anche l’incremento dei piazzamenti da podi: da due a nove (+350%)”.

Punti e distacchi. Il riflesso di questi risultati migliori è un bottino di punti decisamente migliore rispetto al 2023: 270 fin qui contro i 157 di un anno fa (+72%), 27 per gara in media contro 15,7. Il riflesso pratico di tutto ciò è la posizione nel campionato Costruttori della Scuderia Ferrari HP, seconda contro quarta con un distacco decisamente ridotto rispetto al 2023: oggi i punti di gap dal team Red Bull Racing sono 60, il 76% in meno rispetto allo scorso campionato, quando erano 254. Non basta ancora, ma l’inizio di stagione ha dato risultati in linea con le aspettative”.

Le cifre sono inconfutabili. Il miglioramento è descritto benissimo dai numeri. Però i numeri non raccoontano che nedl frattempo tra la Ferrari e la Red Bull si è inserita la McLaren e da qualche gara anche la Mercedes. La Ferrari è più vicina alla Red Bull, ma in mezzo ci sono altre due scuderie. E’ questo che non funziona.

Vasseur sostiene che: “Gli upgrade introdotti nella scorsa gara hanno funzionato come da aspettative, ma abbiamo visto come i nostri rivali non stiano con le mani in mano e come, in questo momento, ci siano quattro squadre nello spazio di meno di tre decimi. Ora andiamo in Austria, una pista che si percorre in poco più di un minuto, sulla quale questi distacchi già risicati diventeranno ancora più sottili”.

“Noi dobbiamo concentrarci molto su noi stessi perché a Spielberg ogni dettaglio farà la differenza e sarà fondamentale anche il lavoro di preparazione fatto a Maranello dato che con il ritorno del formato Sprint avremo solo una sessione di prove libere prima di andare in qualifica. Come squadra – piloti inclusi – dobbiamo fare uno step per essere certi di non lasciare alcuna opportunità per strada, sia quando si tratta del giro secco in qualifica, chiave con rivali così agguerriti e e ravvicinati, sia a proposito dell’esecuzione della gara: in Austria voglio vedere un cambio di passo”.

Giusto. Vediamo che accadrà. I weekend Sprint l’anno scorso erano favorevoli alla rossa, quest’anno ha incassato solo un podio con Leclerc a Miami. Serve assolutamente un cambio di passo. La pista dovrebbe essere meno ostica della Spagna.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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