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Perez soffia la pole a Leclerc. Ma la Ferrari c’è anche a Gedda. Paura per Mick

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Ancora paura. Per la Formula 1 sono giorni tormentati. Ieri il missile, oggi la grande botta di Mick, fortunatamente senza conseguenze. Ma sdono anche giorni sorprendenti con la prima pole di Perez (dopo 215 Gp) e Hamilton eliminato in Q1.

Il messicano ha battuto Leclerc per 25 millesimi, facendo il tempo nel secondo e terzo settore, mentre i ferraristi credevano di aver colorato di rosso tutta la prima fila di Gedda. “Ci sono volute un po’ di gare per arrivarci, ma che giro incredibile, se ci riprovassi mille volte un giro così non riuscirei più a farlo”, ha ammesso Perez che in gara tenterà il colpo grosso. Checo ha sorpreso tutti a cominciare da sé stesso.

 Leclerc non perde il sorriso: “Spero di partire bene, poi…”. Sarà una sfida tra i primi quattro, due Ferrari e due Red Bull. Gli altri sono troppo lontani. Ocon, quinto con la Alpine, è a 0”868 dalla pole. Sainz era stato il più veloce nel primo run in Q3, addirittura con gomme vecchie, poi nell’ultimo tentativo non è riuscito a migliorarsi restando a 0”202 da Perez il più inatteso dei poleman. La Ferrari comunque c’è anche qui. Ed questo è un messaggio al campionato.

Sarà decisivala strategia in una gara in cui la Safety Car giocherà un ruolo importante molto probabilmente.

“Non avevo grip, non sono riuscito a sentire la macchina come in Q1 e in Q2, non ho avuto buone sensazioni, ma in gara andrà meglio riusciamo a far funzionare meglio le gomme”, il messaggio di Verstappen che certo non aveva messi in pista di farsi battere dal compagno.

Significativo che tra i primi 10 ci siano 4 motori Ferrari, 3 ex Honda, 2 Alpine e un solo Mercedes. Un dato che spiega in parte l’altra clamorosa notizia della notte araba, l’eliminazione prematura di Hamilton.

Clamorosa la sua uscita di scena in Q1, solo 16° dopo il primo run in qualifica. Un’eliminazione che incidenti a parte non subiva da Silverstone 2009. “Non mi sentivo la macchina, in qualifica era difficile da guidare”, spiegava Lewis mentre il suo compagno di squadra riusciva comunque ad arrivare in Q1. Lewis, con Alonso, Russell e Gasly era stato uno dei più duri contro la decisione di correre nonostante l’attacco terroristico. Ma il flop in Q1 non c’entra nulla. Non era un Hamilton svogliato, era proprio una Mercedes inguidabile.

Passata la paura per i missili, la Formula 1 si è ritrovata fare i conti con un’emozione a cui è più abituata quando, a 4’58” dalla fine della Q2, Mick Schumacher si è schiantato a 230 orari contro un muro, dopo aver perso il controllo su un cordolo.

Una botta che ha spezzato in due la sua Haas lasciando tutti con il cuore in gola perché sono passati davvero troppi minuti prima di avere dal team la notizia che Mick stava bene e aveva già parlato con la madre dal centro medico, prima di essere trasferito in elicottero in ospedale per un esame approfondito. “Non aveva un problema, ma si era rotta la radio e siamo riusciti a parlare con lui solo quando è arrivata la macchina di soccorso”, ha spiegato Steiner, mentre in pista le operazioni sono rimaste bloccate per un’ora prima di poter ripartire. Mick non correrà comunque il Gp.

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