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Quando #Maserati dominava a #Indianapolis

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Maserati oggi è fuori da ogni competizione, ma è un marchio che ha una storia sportiva di tutto rispetto. Una storia che parte da lontano e ha visto la casa del Tridente vincere in Formula1, a Indianapolis e recentemente (con la MC12) tra le vetture sport. Maserati ha le corse nel suo DNA, un po’ come l’eleganza. Presto tornerà in pista per nuove sfide, ma intanto è bello ripercorrere quei giorni americani, senza dimenticare i successi in F1 con Fangio o Moss

Il mito Maserati nasce per correre. La casa del Tridente è stata fondata il 1º dicembre 1914 a Bologna dal vogherese Alfieri Maserati. In origine sviluppava delle Isotta Fraschini per gare su strada e era una fabbrica composta soltanto da 5 dipendenti, due dei quali erano i fratelli di Alfieri Maserati: Ettore ed Ernesto.

Alfieri era anche pilota e con l‘Isotta Fraschini elaborata vinceva abbastanza frequentemente sui circuiti italiani. Fino a che non venne squalificato per 5 anni nel 1924 per la sostituzione notturna di un motore, fatto che non venne mai provato in realtà.

La squalifica lo portò a occuparsi di più dell’azienda e nel 1926 nasce la prima vera Maserati, la “Tipo 26”, sulla quale apparve per la prima volta il simbolo della Maserati, il tridente stilizzato ripreso dalla fontana del Nettuno di Bologna, disegnato da Mario Maserati, l’unico dei fratelli che alle automobili aveva preferito la carriera artistica. La Tipo 26 esordì alla Targa Florio del 1926, con alla guida Alfieri Maserati che concluse nono.

Nel 1937 l’azienda viene ceduta all’allora famoso industriale modenese Adolfo Orsi, e la Maserati viene trasferita da Bologna a Modena in viale Ciro Menotti. I fratelli del fondatore accettano come clausola di vendita, di rimanere nell’azienda in qualità di consulenti, usciranno nel 1947 per fondare a Bologna una loro società, la OSCA

Due anni dopo il cambio di proprietà ecco la conquista dell’America. Maserati vince due volte di fila la mitica 500 miglia: il 30 maggio 1939 e l’anno dopo, sempre con Warren Wilbur Shaw al volante.

La 8CTF è un altro dei progetti vincenti di Ernesto Maserati, ideato nel 1938 con il sostegno della famiglia Orsi, imprenditori modenesi che avevano rilevato l’azienda nel 1937. Caratterizzata dal motore a 8 cilindri testa fissa (di qui il nome 8CTF), la nuova vettura era la risposta di Maserati che intendeva riaffermare la competitività in pista nei confronti delle altre case europee.

La vettura vincitrice alla 500 Miglia di Indianapolis nel 1939 e 1940 era di proprietà della scuderia Chicago Boyle Racing Headquarters, di Michael Joseph “Mike” Boyle. Da qui il nome utilizzato per l’iscrizione alla gara: “Boyle Special”.

Dopo i primi due trionfi, nel 1941 Shaw sembrava destinato ad uno storico tris, ma una foratura gli impedì di vincere per la terza volta consecutiva la prova americana. Nel 1946, dopo l’interruzione a causa del conflitto mondiale, la stessa 8CTF di Shaw, questa volta guidata da Ted Horne, chiuse la gara di Indianapolis al terzo posto. Alle sue spalle un’altra 8CTF condotta da Emil Andres. Nel 1947 Horne riuscì a salire ancora una volta sull’ultimo gradino del podio, mentre nel ‘48 si piazzò al quarto posto. Risultati di grande prestigio che confermano la straordinaria longevità agonistica del progetto iniziale, sviluppato da Ernesto Maserati nel 1938 e capace di rimanere competitivo per un decennio..

Gli straordinari risultati di Maserati nel “catino” di Indianapolis gettarono le basi per la nascita di un mito italiano in terra americana. Talmente prestigiosi che nel 2014, l’anno del centenario di Maserati, la HVA (Historical Vehicle Association) degli Stati Uniti ha registrato la 8CTF come la prima automobile di produzione non americana ad entrare permanentemente negli annali della Biblioteca del Congresso USA. Registrata fra gli “Standard for Heritage Documentation” del Ministero degli Interni, la documentazione fa parte del NHVR (National Historic Vehicle Register) e dell’HAER (Historic American Engineering Record). Infine, uno dei tre esemplari costruiti, quello che con cui Wilbur Shaw ha trionfato nelle 500 Miglia del 1939 e del 1940, è stato riconfigurato con la stessa livrea ed esposto all’Indianapolis Speedway Museum.

Ma i successi della 8CTF non si limitarono alle tradizionali corse nei circuiti ovali: la vettura del Tridente riuscì ad imporsi anche in un’altra celebre competizione, la cronoscalata del Pikes’ Peak in Colorado, con Luis Unser, primo al traguardo nel 1946 e nel 1947. La Pikes Peak è la corsa in salita più famosa del mondo, circa 20 km di sterrato con 156 curve partendo a 1.440 metri di altezza e arrivando a 4.300 metri.

Qualche altro post:
(Addio a #Moss il migliore tra i non campioni. E anche tra tanti campioni…) (#Fangio corre su @Netflix, belle immagini, buone interviste, poca #Ferrari)(La storia della #Formula1 in 50 ritratti. Da #Alonso a … #Villeneuve)

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