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Rassegna stampa: Fia sotto processo e un “Beffa Ferrari” decisamente esagerato

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Una rassegna stampa dura contro la Federazione e il direttore di gara. Non poteva essere altrimenti. Il risultato non è stato falsato, ma la F1 esce malissimo dal Gp d’Italia.

Beffa Ferrari forse è un titolo un po’ eccessivo. Siamo seri. La Red Bull ha dominato la gara e non è scritto da nessuna parte che Leclerc con gomme usate avrebbe passato Max alla ripartenza… la mia cara Gazzetta forse ha esagerato un po’ pensando al presidente Ferrarista che si era concesso in esclusiva alla rosea l’altro giorno. Ma d’altra parte c’è anche chi come Zazzaroni sul Corsport scrive “una gru ha impedito alla Ferrari di trionfare a Monza”. Come no…

 Giorgio Terruzzi, Corriere della seraSono lenti, sempre un po’ arroganti. Sono gli uomini della Federazione internazionale. Una compagnia da modificare dopo qualche pasticcio di troppo, tipo quello che ha consegnato il titolo a Verstappen, Abu Dhabi 2021. Qualcuno viene licenziato, altri vengono nominati, raramente in base all’autorevolezza. A Monza sabato hanno impiegato quasi 4 ore per comporre la griglia di partenza, perdendo la trebisonda di fronte alle penalità inflitte ai piloti. Non contenti, hanno messo su un finale da latte alle ginocchia ieri, con tanto di trattore in pista sotto safety car – entrata nel momento sbagliato – offrendo la stessa scena che nel 2014 in Giappone costò la vita a Bianchi. … Il presidente, Ben Sulayem, ostenta il pugno di ferro, vuole cambiare i metodi del predecessore Jean Todt ma non riesce ad immettere modernità e visione. … Siccome le relazioni tra Fia e i team sono strette (ex dipendenti, affezionati o avvelenati), ogni mossa viene criticata o difesa in base all’interesse. È accaduto anche ieri a Monza. Accade da sempre. Forse, per chi corre in F1, va bene così.

 Fabio Tavelli, Il FoglioIl fattaccio accade al 48esimo giro. Verstappen è largamente in vantaggio (17 secondi) su Leclerc. Lo è in virtù di due fattori. Il primo è la scellerata decisione del muretto Ferrari di fermare il monegasco dopo soli 12 giri imponendogli di fatto di fare due soste anziché una. Il secondo riguarda il perfetto bilanciamento della Red Bull del campione del mondo, capace grazie al corretto carico aerodinamico di far durare le gomme rosse molti giri più di Leclerc e di amministrare il vantaggio con la gialla. … Peccato che il primo a transitare sotto il traguardo non fosse Max Verstappen, come avrebbe ampiamente meritato, ma la safety car (un’Aston Martin, in una giornata nella quale le due Aston Martin da corse si sono dovute entrambe ritirare per problemi meccanici). … Augurandoci di non assistere più ad uno spettacolo come quello di Monza, governato in modo burocratico, irrispettoso di tifosi e sponsor e indifferente al buon senso oltre che alla natura del motorsport.

Stefano Mancini, La StampaFischiano il campione della Red Bull perché non guida una Ferrari. Altro non gli possono rimproverare: è il migliore. Non era mai salito sul podio di Monza, non aveva mai vissuto l’emozione di vedere quella moltitudine rossa che ora lo contesta. Se ne farà una ragione forse già nel prossimo Gran premio a Singapore, dove una serie di risultati potrebbe garantirgli il secondo titolo consecutivo: la sua vittoria, il nono posto di Leclerc, il quinto di Perez e il secondo di Russell. Sainz è già fuori dai giochi. Nessun pilota ha mai avuto 116 punti di vantaggio a sei gare dalla fine.

 Daniele Sparisci, Corriere della seraCent’anni di solitudine. In colonna sul circuito più veloce della F1, che tristezza. Gente che ha digerito ore di code per arrivare qui ha visto il Gp del centenario dell’autodromo terminare con una coda. Non lo meritava la marea rossa un finale così, né Verstappen, né la Ferrari che magari con un giro pazzo avrebbe potuto far saltare il banco o portare anche Sainz sul podio. Non lo meritava la F1 – furente con la Fia – che si ritrova un arrivo deciso a tavolino in un campionato già chiuso

 Alessandra Retico, RepubblicaCent’anni di solitudine. Senza un finale degno di una corsa, senza battaglia e senza gioia. Neanche per chi vince, Max Verstappen, che il successo lo avrebbe meritato comunque. E invece viene ingiustamente fischiato. Monza festeggia un secolo scontentando tutti. Con una gara che si conclude per sei infiniti giri dietro una vettura di sicurezza. Charles Leclerc è 2° con la Ferrari, dopo essere partito nel tripudio rosso in pole. Forse non sarebbe riuscito a riprendere Max, più forte sulla blu, ma chissà, l’occasione non ce l’ha avuta. Sulle tribune ci sono 150 mila tifosi che hanno pagato per vedere uno spettacolo, non un trenino di macchine che immobilizzate transitano sotto il traguardo. I buu sono soprattutto per la direzione gara che applica sì un regolamento, ma in modo goffo e lento.

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