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#Vettel ai saluti: “In #Ferrari potevamo fare qualcosa di più. Ma non ho rimpianti”

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Gp di Malesia 2015, il suo ricordo più bello: la prima vittoria in Ferrari

Sebastian Vettel si prepara al weekend dell’addio a Monza da ferrarista. Sulla pista dove ha ottenuto la prima pole e la prima vittoria della carriera con la Toro Rosso (2008) e dove ha vinto altre due volte con la Red Bull, ma mai con la Ferrari.

“Quest’anno sarà strano arrivare a Monza e non trovare il pubblico, un grande dispiacere. Però, in un certo senso, andrà meglio per me. Sarebbe stato troppo difficile correre davanti ai tifosi sapendo che è l’ultima volta con la macchina rossa. Meglio farlo davanti alle tribune vuote”

Seb parla collegato dal Belgio, prima della disfatta ferrarista sul circuito dove due anni fa aveva trionfato lui. Ha un velo di tristezza negli occhi anche se l’espressione del viso resta nascosta dalla mascherina. Non ha ancora un futuro in mano, ma solo trattative in corso. “Potrei fermarmi e starmene sul dicano, ma la Formula 1 mi attira ancora. Voglio correre ancora, ma voglio farlo con un team competitivo non per allungare il mio numero di gare corse. Per ora ho pensato solo alla Formula1, ma se è vero che la Ferrari ha in mente anche altri progetti ne parlerò con Mattia, ci parliamo ancora sapete?”.

La sua vita in rosso gli ha permesso di diventare con 14 successi il terzo ferrarista (dopo Michael e Niki) come numero di vittorie, ma non di conquistare quel quinto mondiale che lo avrebbe reso immortale. Ha fallito lui, ma ha fallito soprattutto la Ferrari che in 6 anni gli ha dato al massimo una monoposto vincente (nel 2018). Ma Seb fino a che c’è stato Marchionne ha saputo fare squadra e dopo nn va dimenticato di come un anno fa proprio a Spa, lavorò per aiutare a fuga vincente del suo compagno.

Il bilancio in Ferrari è negativo perchè non è arrivato il titolo. Ma l’uomo Vettel lascerà un buon ricordo (mancato taglio dello stipendio a parte).

“C’è qualcosa in più che avrei voluto conquistare con la Ferrari, purtroppo non è successo, per varie ragioni non abbiamo mai avuto il pacchetto per lottare fino in fondo. Ma non sono nostalgico, non mi piace guardare indietro, penso ai prossimi traguardi da raggiungere. Negli anni scorsi ho detto che spesso la mia opinione non è stata condivisa, perchè ritengo che un pilota abbia allo stesso tempo il dovere di guidare e di spronare il team a seguire la direzione giusta. Però non ho rimpianti, abbiamo vissuto alcuni momenti belli e tanti altri brutti, è stato un privilegio guidare per la Ferrari. Tutte le storie hanno una fine. Mi mancheranno le persone con cui ho lavorato per sei anni e che mi sono più vicine”

“Di solito dico che il migliore ricordo è quello che deve ancora venire, ma in questa stagione è diverso, è impossibile che accada. Perciò dico che la mia prima vittoria in Malesia è il ricordo più bello di questi miei anni in Ferrari. Quella prima volta con l’inno italiano i ragazzi sotto il podio, i festeggiamenti dopo la gara, resta un’emozione unica”

“Charles è uno dei piloti più veloci e talentuosi al mondo, e ha tanto tempo davanti visto che è giovane. Quanti anni ha 21? Ah 22. Merita tutto quello che di buono scrivete su di lui. Il futuro ci dirà quello che riuscirà a conquistare”. Non aggiunge vediamo se riuscirà a vincere quanto me perchè in fin dei conti Vettel è un signore.

“Quest’anno ci sono state gare in cui io ho sofferto più di lui, ma anche gare in cui lui ha sofferto più di me. Abbiamo trovato più o meno gli stessi problemi con la macchina, ci lamentiamo delle stesse cose”.

“Non sappiamo come sarà la Formula 1 tra dieci anni, non sappiamo come sarà il mondo. Penso che la F1 abbia davanti una montagna da scalare se vuole continuare ad attirare tifosi perchè tutto sta cambiando in fretta. Non possiamo restare con gli occhi chiusi e non basterà cambiare le regole sperando di avere gare più ravvicinate per assicurare il futuro di questo sport”.

Poi è arrivato il weekend di Spa. Il disastro belga. La tempesta come la chiama Binotto. Seb ha mandato un altro messaggio: “Non dobbiamo farci prendere dalla frustrazione e continuare a lottare”. Lui in fin dei conti lo sta facendo da quando ha ricevuto quell’intempestiva lettera di licenziamento.

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