12 cilindri, la Ferrari che stupisce

Ancora una volta la Ferrari è riuscita a stupire. La nuova Gt, la 12 Cilindri è qualcosa di mai visto prima. Un’auto che sembra arrivare dallo spazio, ma in realtà ha una grande ispirazione nel passato andando a ripescare la mitica Daytona… Flavio Manzoni ha disegnato più di 60 Ferrari, ma il bello è che riesce a non ripetersi mai. Ogni volta con la sua squadra riesce a spiazzarci. Chissà come sarà la Ferrari elettrica che arriverà nel 2025.

Per adesso accontentiamoci di quella che potrebbe essere l’ultima 12 cilindri della storia. Il nome è un tributo ad un motore che ha fatto la fortuna della Casa fin dai tempi della fondazione nel 1947, il preferito da Enzo Ferrari che lo mise sulla prima delle sue auto.

“La scelta che abbiamo fatto – spiega Enrico Galliera, il direttore commerciale e marketing –  è di continuare a investire su diverse tecnologie e di continuare a investire nel motore V12 perché saremmo arroganti se fossimo noi a dover decidere quali tecnologie avranno il sopravvento nel futuro. Noi vogliamo che sia il cliente a poter scegliere e che sia il mercato a poter dire qual è il futuro e qual è la direzione che un’azienda deve prendere. Per farlo, abbiamo scelto, però, di investire in tutte le tecnologie disponibili, tra cui il V12”. Per la serie in Ferrari ci piace stupire, ecco che dal cilindro esce anche la versione Spider della 12 Cilindri con tetto rigido estraibile in 14”. La versione aperta solitamente veniva presentata qualche tempo dopo, questa volta a Maranello hanno deciso di presentare insieme le due versioni con  un ennesimo colpo di teatro.  Il prezzo è di 395.000 euro che diventano 435.000 per la versione spider.

La nuova Ferrari però stupisce anche per l’abito che le ha fatto indossare Flavio Manzoni, il genio del design Made in Maranello che ormai ha disegnato più di 60 Ferrari. Con questo progetto ha voluto andare oltre, proiettarsi nel futuro, quasi nello spazio, pur prendendo ispirazione da un modello del passato, la 365 GTB4, la celebre Daytona nata negli anni in cui sulla scena era comparso il rivoluzionario Modulo di Pininfarina. La tentazione di adagiarsi sulla nostalgia, di ripercorrere le strade già tracciate dalle Ferrari con un 12 cilindri anteriore sotto il vestito, era grande.

Manzoni però ha cambiato diametralmente rotta: “Abbiamo voluto fare una dichiarazione d’intenti molto chiara: abbiamo cambiato i codici stilistici portandoli sempre di più sul piano della modernità, abbracciando una nuova filosofia estetica dove anche i muscoli non sono interpretati come in passato, ma in modo molto più rigoroso, geometrico, controllato. Il punto di partenza per questo progetto è stato il mondo dell’aeronautica, ma anche quello della fantascienza, ispirandoci un po’ ad alcuni capolavori del design Space Age degli anni Sessanta e Settanta. Anche il colore che abbiamo scelto per il lancio, questo bianco artico, ci riporta un po’ a quegli scenari”.

È quasi una Ferrari che viene dallo spazio. Con un sguardo diverso dal solito perché il frontale perde alcuni tratti caratteristici, quali i fari dalla forma a occhio e la calandra che richiama una bocca, introducendo un visor effect con un’unica fascia avvolgente chw integra le funzioni luminose che emergono come lame. Un richiamo alla Daytona del 1967. Senza nostalgia, anzi guardando al futuro. “Era bella questa idea di una fascia quasi futuristica”, aggiunge Manzoni che su questa 12 Cilindri ha introdotto anche il cofango che si sviluppa su una superficie estremamente levigata, da cui emergono i volumi dei parafanghi. Un elemento che aggiunge purezza e spettacolarità. È una Ferrari che si ispira al passato, ma ci porta nel futuro spezzando le catene con tutte le gran turismo che l’hanno preceduta a partire dalla 812 Superefast che va a sostituire.

È un’auto che unisce eleganza e prestazioni garantite dal 12 cilindri nascosto sotto il cofango che in questa versione  da 6496 cc eroga 830 cv e beneficia dell’estensione del regime di rotazione a 9.500 giri/min. L’impressionante curva di potenza rende l’80% della coppia disponibile a 2.500 giri/min, per una risposta istantanea dell’acceleratore e una sensazione di accelerazione crescente ed erogazione senza fine. Si passa da 0 a 100 km/h in 2”9 e in pista si possono superare i 340 chilometri orari. Il tutto senza alettoni, come da tradizione Ferrari. A garantire il bilanciamento perfetto sono due appendici mobili posteriori che intervengono tra i 60 e i 300 orari per garantire un perfetto bilanciamento aerodinamico. Ferrari per questo tipo di vetture non fornisce il tempo sul giro di Fiorano, ma ci raccontano che il salto prestazionale è stato notevole, anche paragonato alla 812 Competizione. È un’auto che ha lasciato a bocca aperta anche Leclerc e Sainz quando l’hanno vista per la prima volta.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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