Alfa Romeo Milano: bella di viso, meno di corpo…

Ma allora com’è la nuova Alfa Romeo Milano? Appena il tempo di postare qualche immagine su Instagram e hanno cominciato ad arrivare i primi messaggi. “Un’altra bella Peugeot/Citroen”. “L’Alfa che non c’era? Era meglio se non c’era”. E avanti così, giusto per censurare i peggiori, arrivati in privato. Insomma, la Milano non sembra aver riscaldato i cuori degli alfisti, nonostante le parole di Tavares e Imparato…

Prima di tutto raccontiamola un po’: Milano è il primo Suv 100% elettrico della storia Alfa. Si chiama Milano perchè vuole dare un tributo alla città dove tutto ebbe inizio il 24 giugno del 1910. “Questa è la nostra città, qui siamo nati e qui ricominciamo seguendo il nostro piano decennale che dopo Milano portaerà la nuova Strelvio e la nuova Giulia. Alfa Romeo è l’unica casa che mette sul mercato un’auto da due milioni di dollari come la 33 stradale e la Milano che costerà meno di 30 mila euro”. dice Jeam Philippe Imparato, il ceo di Alfa, che ha il cuore italiano e anche un po’ alfista.

Si tratta della prima auto elettrica in 114 anni di storia. Con Milano Alfa Romeo torna a presidiare il segmento più gettonato dopo l’uscita di scena di Mito e Giulietta (i possessori avranno delle condizioni particolari). Basata sulla piattaforma e-Cmp, Alfa Romeo Milano è lunga 4,17 metri, larga 1, 78 m e alta 1,5 metri.

Milano si inserisce sotto la Tonale, in pieno segmento B-Suv, con dimensioni non lontane da alcuni Suv di segmento C.

Due le versioni 100% elettriche di Alfa Romeo Milano: 156 Cv o 240 Cv, entrambe con batteria da 54 kWh per 410 Km di autonomia dichiarata nel ciclo Wltp dalla versione meno potente, che diventano oltre 590 Km nel ciclo urbano.

Due anche le versioni ibride: a trazione anteriore oppure a trazione integrale Q4, una novità nel segmento premium attesa nei prossimi mesi. L’Alfa Romeo Milano ibrida è basata su un’architettura 48v Hybrid VGT (Variable Geometry Turbo) da 136 Cv. L’unità termica è affidata al propulsore 3 cilindri da 1,2 litri a ciclo Miller con turbo a geometria variabile e catena di distribuzione per la massima affidabilità. La componente elettrica è composta da una batteria agli ioni di litio da 48 volt e un motore elettrico da 21 kW integrato nel nuovo cambio a doppia frizione a 6 rapporti. Il sistema permette alla Milano di coprire fino al 50% del tempo di utilizzo in città in modalità elettrica.

La Milano Q4 Hybrid a trazione integrale sarà basata sullo schema utilizzato dalla Jeep Avenger 4×4. Prevede il motore turbo benzina 1.2 tre cilindri da 136 Cv e 230 Nm abbinato a due unità elettriche, una da circa 30 kW sull’asse posteriore e un altro motore elettrico da 20 kW all’anteriore, per una potenza complessiva di 120 kW/163 Cv.

Questo per quanto riguarda i dati tecnici. Per la cronaca Milano che sarà ordinabile da subito, verrà prodotta in Polonia, là dove c’erano le line della 500. Insomma auto italiana, orgoglio Alfa Romeo, ma alla fine si va a produrre da un’altra parte.

E adesso il giudizio estetico. Io vi dico: dal vivo è molto meglio. La vista frontale, con il nuovo scudetto nella mascherina, è molto aggressiva, molto Alfa, grazie anche alllo sguardo luminoso. La vista laterale lascia qualche dubbio mano a mano che ci si avvicina al retro, alla coda tronca. Ecco la Milano è bella di viso, meno di corpo. La coda tronca ha bisogno di essere rivista.

“Ready to drive, Anywhere, Anytime”, dice lo slogan. Tavares non si sbilancia sul futuro. Dice che saranno le elezoni europee a indicare la rotta. Stellantis è pronta ad ogni evenienza che sia elettrica, ibrida o termica. Lui ricorda solo che qualcosa per il pianeta bisogna fare. Ma questo è un altro discorso.

Milano andrà provata per essere giudicata. Per me la Stelvio (motori e infotainment a parte) resta l’Alfa preferita oggi. L’anno prossimo arriverà la nuova. Certo ha altre dimensioni. Sulla Milano si sto comodo davanti, ma dietro fatrico ad entare se alla guida c’è un driver alto come me.

Certo., con meno di 30 mila euro sei subito alfista. E se prima c’era la Giulietta, comunque il passo avanti è importante.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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