Sul Corriere della Sera di oggi a firma Daniele Dallera, la recensione dell’ultimo libro su Gilles Villeneuve scritto con Luca Dal Monte per Baldini +Castoldi. Grazie.

Uniscono ancora le forze, quindi idee, competenze, passioni, tendenze (le loro) e molto altro ancora, come capacità di ricercare, analizzare e raccontare, Luca Dal Monte & Umberto Zapelloni. L’obiettivo? Riportare alla luce la straordinaria storia di Gilles Villeneuve (l’8 maggio 2022 saranno 40 anni dalla sua morte). Le ultime pagine di questo corposo e documentato libro (Gilles Villeneuve — l’uomo, il pilota e la sua leggenda — Baldini + Castoldi, 19 euro) sono emozionanti, sii capisce che anche a loro, a Dal Monte e Zapelloni, batte il cuore nel raccontare bene, c’è ritmo, storia, curiosità, sentimento, l’ultimo atto di Gilles. Il dolore corale dei tifosi, il pianto davanti alla tv di Enzo Ferrari, la disperazione di Joanna, la donna di una vita di Gilles, l’amicizia di Jody Scheckter, più compagno di Gilles che campione, ma grandissimo nel lasciare le corse con i tempi giusti (quanti dovrebbero imparare da lui evitando finali patetici che rischiano di guastare carriere meravigliose), la crescita del figlio Jacques che impara in fretta a diventare campione prima nella vita e poi in pista, ovunque abbia corso, Formula 1 e Formula Indy, sono pagine che inseguono, accompagnano il lettore, lo coinvolgono, lo arricchiscono.
È un libro che dà, svela, ci sono testimonianze preziosissime: Antonio Giacobazzi, amico e sponsor di Gilles, ci rivela sentimenti e valori eterni. Ti prende stomaco e gola la scena del vestito di Gilles morto, il cardigan bianco panna donato proprio da Giacobazzi, diventato dopo la cremazione un cimelio… «sento solo schiamazzi di ragazzine, vedo che si stanno contendendo il giacchino bianco che gli avevamo regalato e che indossava nella bara… era un cimelio e se lo contendevano in allegria, ci sono rimasto davvero male…». Meglio pensare ai voli, alle vittorie, all’amore di Enzo Ferrari per Gilles , pilota show, indimenticabile, anche per i difetti e gli errori commessi, ma soprattutto per il coraggio, la classe e il talento che lo portavano a osare azioni, sorpassi, conquistare vittorie impensabili anche ora per piloti che guidano macchine per fortuna molto più sicure.