Hamilton e Verstappen tra sogni e copertine

Lewis Hamilton e Max Verstappen sono gli uomini copertina della Formula 1 in questa stagione. Stanno per cominciare il loro rush finale per il titolo. Cinque gare e poi sapremo. Intanto eccoli su due cover decisamente diverse. Lewis Hamilton è sul magazine del WSJ, nel numero dedicato agli innovatori. Max Verstappen è l’uomo copertina di GpRacing. Max è vestito da lavoro, in tuta sponsorizzata. Lewis è vestito a modo suo…

Max parla di corse, di mondiale, di sogni. Anche Lewis parla di sogni, ma allarga molto l’orizzonte. Il Wall Street Journal Magazine gli ha dedicato il titolo di “Sports Innovator” del 2021, per i meriti non solo agonistici ma anche sociali, riconoscendogli quindi l’ambizione – e l’impegno – volto a cambiare il mondo del suo sport, la Formula 1, rendendolo più accessibile per tutti, meno elitario e più aperto alle minoranze. 

“Io e mio padre guardavamo persone come Tiger Woods – ha raccontato Hamilton al WSJ – persone in grado di rompere gli schemi sociali, come anche le sorelle Williams nel tennis. E ci siamo detti: se possiamo fare qualcosa come questo, anche noi aiuteremo a cambiare il nostro settore”. 

“Quando ho raggiunto la massima categoria era un sogno che si realizzava, ma non ero felice. Ho sofferto il razzismo, ma nessuno ha detto o fatto nulla; non avevo più fiducia in me stesso, e ho scelto il silenzio: la verità è che reprimiamo talmente tanto i nostri sentimenti che finiamo per non renderci conto del dolore che proviamo“.

Hamilton durante l’intervista ha fatto riferimento a un gruppo di tifosi che a Barcellona, nel 2008, lo ha insultato per il colore della sua pelle; l’episodio ha inevitabilmente causato grande sofferenza nel pilota: “Ho dato un’occhiata ad alcune foto di quando ero in McLaren, le ho paragonate con il presente e ho notato che nelle squadre continuano ad esserci solo persone bianche: com’è possibile che sia ancora così? È passato tanto tempo“.

“Tutto quello che è successo dopo la morte di George Floyd mi ha colpito fortemente; non potevo credere al fatto che le persone continuassero a rimanere in silenzio dopo quanto accaduto. Adesso sono disposto a correre il rischio, non m’importa della mia reputazione o del mio lavoro: voglio che la comunità nera sappia che io ci sono, li ascolto e li sostengo“.

Max parla della stagione, della carriera. Di come sua sempre stato veloce, ma col tempo abbia imparato a crescere insieme all’auto, a lavorare con il team, a ottenere il massimo dalla sua monoposto. “La velocità c’è sempre stata, ma con l’esperienza sono migliorato ancora. Oggi so cosa fare se su una pista l’auto e’ sovra o sotto sterzante, so che cosa chiedere ai miei ingegneri e loro sanno che cosa mi serve per andare ancora più veloce”.

Sul duello mondiale con Lewis dice: “Stiamo combattendo duramente ma credo sia normale. Stiamo o no lottando per il campionato?”.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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