La #Golf compie 45 anni: buon compleanno a un mito

Il 29 marzo la #Golf compie 45 anni. La #Volkswagen cominciò a produrla nella sua fabbrica di Wolfsburg nel 1974 e da allora (il 5 agosto le prime consegne) ne è stata ordinata una ogni 41 secondi. Oggi ne sono state vendute più di 35 milioni. Nessuna Volkswagen ha avuto questo successo.

Buon compleanno Golf! Gli anni passano per tutti, ma per te un po’ meno. Il segreto del tuo successo, come racconta uno dei tuoi papà, è che sei sempre rimasta te stessa. Il mondo dell’auto è pieno di modelli che tra prima e seconda serie cambiano faccia, cambiano tutto. La Golf no. E’ sempre rimasta se stessa. Una Golf in tutto e per tutto.

Sarà perchè sei stata la mia prima auto di proprietà, regalo del nonno per la maturità. Era il 1980, mamma come sono vecchio… Sono stato un ragazzo fortunato perché dopo un anno di A112 rubata alla mamma, sono potuto salire su una Golf 1300 cc, verde metallizzata. Mi sembrava una Ferrari. Tanto che spremendola un po’ troppo qualche anno dopo l’ho quasi fusa, ma questo è un altro discorso.

La Golf rappresentava la solidità, ma anche un certo senso estetico (nata con Giugiaro, rinata con De Silva) perchè è sempre stata un’auto di personalità, di carattere. Senza avere i cavalli della versione Gt che tutti sognavamo, anche la 1300 cc era comunque un modello divertente. Maneggevole, scattante, con una grande tenuta di strada sulla Serravalle che è sempte stata la mia autotrada di prova.

In Volkswagen hanno calcolato che in media sono state vendute 780 mila Golf ogni anno. “La Golf è il cuore della nostra Marca – ha dichiarato
Ralf Brandstätter , Chief Operating Officer di Vw – Rappresenta il progresso e la tecnologia come nessun’altra auto. Golf ha democratizzato la sicurezza portandola per la prima volta a portata di milioni di persone. Grazie a tutto ciò, ha lasciato un segno su un’intera generazione”.

“Per sette generazioni, la Golf ha contribuito alla crescita di Volkswagen come Marca e come Gruppo fino a renderla uno dei costruttori di automobili più importanti al mondo”.

Guardatele qui sotto le magnifiche sette. Dalla prima all’ultima hanno lo stesso carattere. Hanno fatto il pieno di tecnologia, ma anche 45 anni dopo hanno mantenuto il dna. Questo rende immortale un modello. Perché una Golf che non assomiglierà più a quella del 1974 dovrà cambiare nome…

E pensare che tutto è cominciato da una Fiat. Una 128, come ha raccontato Giorgetto Giugiaro, il primo papà: “Un giorno verso la fine del 1969 mi ha telefonato Gerhard Gumpert, l’importatore italiano della Volkswagen-Audi, chiedendomi se ero interessato a fare dei progetti per un nuovo modello. Ovviamente gli ho detto di sì e pochi giorni dopo sono andato da solo a Wolfsburg. Ad accogliermi c’era una bella squadra di dirigenti. Mi hanno portato nella sala riunioni e indovinicosa mi sono trovato davanti? Una Fiat 128 tutta smontata. Volevano cominciare una ricerca per una nuova vettura per famiglia che sostituisse il Maggiolino e pensavano a qualcosa di simile alla 128. Ma ciò che mi ha colpito è una frase che non dimenticherò facilmente, “Non possiamo ottenere tanto ma ci accontentiamo””.

Giugiaro spiega così il successo: “La Golf rappresentava un modo diverso di trattare gli ingombri. Un’automobile pratica e funzionale dalle linee squadrate. Una forma originale rispetto alle auto di quel momento. Con il posteriore che si raccorda insieme al resto della vettura. La Golf è stata da subito qualcosa di diverso e di mai visto”.

Quando a Walter De Silva hanno chiesto se si sentisse frustrato a dover disegnare la settima generazione di Golf, lui ha risposto con semplicità: “Ad essere frustrati sono quei designer che non hanno mai potuto disegnare una Golf…”. Chiaro?

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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