Verstappen va al Max: così batterò Hamilton

Max Verstappen, il nuovo leader del campionato di confessa con Luigi Perna sulla Gazzetta pochi giorni dopo aver parlato con Stefano Macini de la Stampa. E’ cominciata la campagna di Max per conquistare il mondo…

«Mio padre è sempre stato un pilota veloce sotto la pioggia, sa che cosa serve per andare forte con l’acqua e ha cercato di insegnarmelo. Si piazzava a bordo pista e mi indicava dove passare con il kart. Mi spingeva a sperimentare la sensibilità sull’asfalto scivoloso per capire quali erano le linee migliori e dove potevo guadagnare decimi. Quelle lezioni mi servono ancora oggi, per esempio quando la pista comincia ad asciugarsi e bisogna interpretare le curve. Altri al nostro posto, avrebbero detto: “Piove, restiamo a casa!”. Mentre noi andavamo in pista lo stesso». 

 Vi capitava anche di giocare alla Playstation cercando di buttarvi fuori strada a vicenda, non è così? 

«Ci sfidavamo in tutto, c’era molta competizione fra padre e figlio, almeno fino a quando ho avuto 4-5 anni e la nostra velocità è stata la stessa, perché poi… (sorride; n.d.r. ). Ricordo che nei videogiochi di F.1 lui mi dava sempre una sportellata all’ultima curva e mi buttava fuori. Io mi arrabbiavo tantissimo. Poi pensavo a come fregarlo: fingevo di fare la curva e poi allargavo, facendolo in modo che mi mancasse e finisse fuori pista. È ovvio, certi duelli non si possono ripetere nella realtà, ma servivano a farti capire le situazioni e a diventare furbo».  

 Come reagirono i Re della giungla quando lei arrivò a diciassette anni nei GP, mostrando subito doti speciali? 

«Qualcuno fu meno felice di altri. Ma è normale, succede in ogni sport. Io, però, sono andato per la mia strada». 

Lewis Hamilton è abituato a sconfiggere i suoi rivali anche con la psiche, come ha fatto un paio di volte nelle sfide con il ferrarista Sebastian Vettel. È pronto ad affrontare questi giochi mentali? 

«Li considero stronzate. Sono abbastanza forte, nella mia mente, per sapere quello che devo fare per vincere. E poi Lewis non ha mai dovuto lottare per il titolo negli ultimi anni. Anche con Seb non ci fu vera battaglia».

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

2 commenti

  1. il campionato è ancora lungo. Adesso ci sono solo 4 punti di differenza e la RB ha l’incognita dell’ala posteriore un pò troppo flessibile. Se dovessero modificare la sua macchina non è detto che avrà le medesime prestazioni attuali. Una gara a zero punti può sempre accadere, sia per uno, sia per l’altro e Lewis non credo arriverà settimo in molti altri circuiti, guasti o incidenti ai box permettendo. Max è forte e lo sta dimostrando ma arrivare 7 volte a vincere i mondiale non è certo sinonimo di fortuna o debolezza.

  2. Certo che gli out-out di Casa RB lo hanno fatto crescere parecchio…

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