A tavola con Leclerc tagliatelle, pizza e zero vino

Dal libro del professor Nicola Sorrentino, uno dei più celebri dietologi italiani, “Mangia come un campione”, vi propongo l’estratto di una delle interviste realizzate dal responsabile dello sport del Corriere della Sera, Daniele Dallera con i grandi campioni. A tavola con Leclerc. Ecco come Charles aggredisce il cibo…

«Chiaramente per il week end di gara, durante il Gran Premio, dal giovedì alla domenica, su e giù per il mondo, ho accorgimenti particolari per i tempi di digestione rispetto a quello che mangio.»

Quindi come si comporta? Quali sono questi accorgimenti?

«Salgo in macchina con l’energia giusta, ideale, dettata anche l’alimentazione, dal pasto fatto, nei tempi corretti, avendo già digerito, tutto questo per evitare problemi durante la guida: se la gara è alle 14, il mio momento per il pranzo è previsto, al più tardi, alle 11.30-11.45. Rigorosamente leggero…»

È seguito quindi da un nutrizionista?

«Accanto a me c’è uno staff di professionisti, tra questi un nutrizionista.»

Prima di una gara o delle prove cosa mangia?

«Una dieta precisa che alterna carboidrati e proteine. È molto importante il livello di idratazione del mio organismo.»

Quanta acqua beve al giorno?

«Ribadisco, è un aspetto fondamentale perché nell’abitacolo della macchina la vita del pilota è sottoposta a temperature e sollecitazioni fuori dal comune. Si va dai 2,5 ai 3 litri al giorno, ma la quantità può variare.»

Siamo sui liquidi: il vino?

«Niente vino.» Imparate, giovani al volante, una lezione, quella di Charles Leclerc, che può apparire ovvia, ma non lo è affatto: nelle vostre serate alla guida, magari dopo una festa o un ballo in discoteca, l’alcol non deve esistere.

Senta, lei molto spesso è a Maranello per riunioni e test… terra emiliana, qualche strappo se lo concederà?

«Non c’è dubbio, da queste parti si mangia in modo divino.»

A quale piatto non sa resistere?

«Semplice ma buonissimo: tagliatelle al ragù con il parmigiano.»

Chi è il cuoco della sua vita?

«Io stesso.»

Sa cucinare, quindi?

«Non sono uno chef, ma qualcosa combino: la pasta in bianco la so fare bene.» Scoppia in una risata che nasconde un talento in cucina non certo pari a quello del campione al volante, ma che supera largamente la sufficienza e gli permette nella sua casa di Montecarlo una perfetta autonomia.

Abbiamo capito che l’oro del suo podio a tavola va alle tagliatelle al ragù: proseguiamo con argento e bronzo.

«Medaglia d’argento alla pizza e il bronzo a una buona entrecôte.»

In vacanza il pilota, il campione Charles Leclerc, si lascia andare?

«Sì, qualche cena extra e abbondante me la concedo.»

Il suo stile di vita cosa comprende?

«Tanto allenamento quotidiano che si accompagna, come spiegato, a una corretta alimentazione.»

Alterna carboidrati e proteine, tempi giusti di assunzione e di digestione, ma come deve essere la sua dieta?

«Varia. Altrimenti mi annoio… ma sempre ben bilanciata, seguendo momenti ed esigenze. Proprio per questo a volte spingo sui carboidrati, altre sulle proteine.»

Dieta varia e quindi fantasiosa?

«Il cibo, i piatti non devono essere ripetitivi. Se faccio una dieta, proprio perché per me il rischio è quello di stufarmi, questa sensazione cerco di evitarla.»

Lei è sempre in giro per il mondo: non è difficile mantenere una dieta corretta?

«Durante il week end di gara noi piloti siamo sostenuti e accompagnati dai cuochi Ferrari, bravissimi a impostare la loro cucina assecondandole nostre esigenze e i nostri palati. Quanto ai ristoranti, sì sono sempre in giro e in volo, a volte è difficile trovare quello giusto per la mia dieta, ma con un po’ di organizzazione si risolve tutto.»

Lei è monegasco: derby cucina francese e italiana, chi lo vince?

«Non si offenda nessuno, il livello del derby è molto alto, ma io do la mia preferenza alla cucina italiana: che si vada in un ristorante stellato di una grande città, Milano o Roma, o in una piccola trattoria di paese o provincia, si mangia sempre molto bene.»

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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