Addio a Forghieri il genio della Ferrari vinci tutto

Mauro Foghieri, l’ultimo genio della Formula 1 in cui un uomo poteva fare tutto da solo, se ne è andato a 87 anni. E’ stato un monumento della Ferrari. Un personaggio unico nella storia della Formula 1. I suoi racconti erano pieni di passione, d’amore e di scienza. Non ci si stancava mai di ascoltarlo. con Forghieri la Ferrari vinse 54 gran premi iridati, quattro titoli mondiali piloti e sette titoli costruttori

Ecco quanto ho scritto di lui nei miei volumi Centauria da cui è tratto il disegno di Roberto Rinaldi che tanto gli era piaciuto

Se Adrian Newey è il genio dell’era moderna, Mauro Forghieri è stato il genio dell’epoca romantica della Formula 1. Quella in cui si lavorava di matita e tecnigrafo e i calcoli si facevano col regolo alla velocità di un computer. Ma soprattutto era una Formula 1 in cui ci si progettava tutto da soli: motore, cambio e telaio, appendici aerodinamiche comprese. L’ingegner Mauro Forghieri, detto Furia e non è difficile capire il perché, delle sue auto progettava ogni particolare e poi si metteva a gestire anche i piloti in pista. Era direttore tecnico e responsabile della gestione sportiva. Tutto con un capo che si chiamava Enzo Ferrari…

A Maranello cominciò a lavorare subito dopo la laurea grazie alla raccomandazione del padre Reclus, uno dei meccanici motoristi della Casa. Forghieri entrò in azienda insieme ad un altro genio delle corse automobilistiche, Giampaolo Dallara che lasciò presto la Ferrari per dedicarsi alla Miura e poi creare la sua azienda che oggi è un gioiello italiano e vende vetture da corsa in tutto il mondo. Alla fine del 1961 Forghieri si ritrovò solo con tutta la responsabilità sulle sue spalle quando Ferrari cacciò Chiti  e altre 6 persone tra tecnici e dirigenti che lavoravano con lui. Il motivo del contendere era la moglie di Ferrari che pretendeva di intervenire nelle vicende della squadra corse.

Così a 26 anni, Forghieri si trovò a dover progettare tutto da solo. Formula 1, ma anche vetture Sport dopo aver messo mano al progetto Gto, la Ferrari stradale più preziosa di sempre. Da Surtees a Scheckter, passando per Lauda e Villeneuve. Gli anni Sessanta e Settanta della Ferrari sono tutti autografati da quest’ingegnere di grande cultura e personalità che ha firmato 11 mondiali di F1. Il classico uomo che riempie una stanza appena apre la porta. Il suo capolavoro è stata la serie T con il mitico 12 cilindri Ferrari. Una serie che portò a Maranello tre titoli piloti e quattro titoli costruttori. Era un passo avanti al resto del mondo. Ha lavorato in Ferrari per 30 anni conquistando la stima e il rispetto di un uomo difficile come il Drake. Ogni  tanto facevano a chi urla più forte e non è detto che alla fine vincesse sempre Ferrari.

“Io diventavo più rosso di lui e urlavo più di lui”. Quando Mauro Forghieri ricorda i celebri scontri che ha avuto con Enzo Ferrari nei suoi 27 anni a Maranello non ha dubbi sui toni delle discussioni. Pare li sentissero fin dall’altra parte della fabbrica. D’altra parte l’ingegner Forghieri e Ferrari avevano un carattere molto simile, di quelli che prendono fuoco facilmente. Forghieri però non ha mai mancato di rispetto al suo capo. Discuteva, ci litigava, ma non si ribellava.

Aveva un’idea ben precisa della gerarchia da rispettare. “Il capo era lui ed era un capo vero. Il suo genio imprenditoriale o meglio industriale, non aveva eguali”, ha sempre ammesso.  Forghieri è entrato per uno stage in Ferrari, dove lavorava il padre Reclus, ancora prima della laurea. Una volta diventato ingegnere nel 1959 è stato assunto praticamente nello stesso periodo di Giampaolo Dallara che arrivava da Parma ma che resistette poco a Maranello. “Ferrari mi ha costruito come tutti gli altri, la differenza è che a me non mi ha distrutto”, racconta Forghieri che, improvvisamente, alla fine del 1961, dopo la diaspora dei sette fuggiaschi, si ritrovò a dover gestire il reparto corse. Erano ancora i tempi in cui un uomo poteva progettare da solo telaio e motore. Forghieri trovò dei compagni di viaggio formidabili come Rocchi, Salvarani, Marchetti, Bellei.

A 26 anni era direttore tecnico e responsabile della gestione sportiva, doveva occuparsi di Formula 1, ma anche di vetture Sport, mettendo mano anche alla Gto, la Ferrari più preziosa di sempre. Sopra di lui solo Enzo Ferrari. Non uno scherzo.  Ha lavorato con Surtees e Scheckter, con Lauda e Villeneuve. Gli anni Sessanta e Settanta della Ferrari sono tutti di quest’uomo dalla grande cultura e dalla personalità straripante. Ha firmato le vetture che hanno conquistato 11 mondiali di F1. Il suo capolavoro è stata la serie T con il mitico 12 cilindri Ferrari. Una serie che portò a Maranello tre titoli piloti e quattro titoli costruttori. È stato l’ultimo ingegnere di Maranello a potersi fare da solo telaio e motore. Ogni tanto di ispirava a Chapman, ma spesso era lui ad inventarsi soluzioni avveniristiche come l’alettone montato per la prima volta su una Ferrari alla Targa Florio.

Vedi anche: Rassegna stampa ecco come i quotidiani ricordano Forghieri e anche Ferrari ricorda Forghieri: le parole di Piero, Binotto e Coletta

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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