Addio a Marcello Gandini, uno dei geni del design automobilistico italiano. Il signor Miura. E non solo. Se ne è andato improvvisamente oggi a Rivoli (Torino) all’età di 85 anni, poche settimane dopo aver ricevuto una laurea ad honorem al Politecnico torinese.
Succedendo a Giorgetto Giugiaro, fu capo designer della Bertone, per la quale progettò alcune fra le più apprezzate auto sportive fra gli anni Sessanta e i Settanta, come le Lamborghini Miura, Espada, Urraco e Countach, l’Alfa Romeo Montreal, la Lancia Stratos, la Fiat X1/9 e la Ferrari GT4. Collaborò anche con la Innocenti di Milano, che portò nel 1974 alla presentazione delle nuove Mini 90/120, che rimasero in produzione per quasi vent’anni.
Gandini non si interessò solo del settore automobilistico, ma anche del disegno industriale e dell’arredo. E appena il 12 gennaio scorso il Politecnico di Torino gli aveva conferito la laurea honoris causa in Ingegneria meccanica.
Nel corso della cerimonia per il conferimento della laurea honoris causa, Gandini aveva tenuto una applauditissima lectio magistralis, in cui aveva ricordato i suoi studi classici, la scuola di pianoforte e il momento chiave in cui, con il denaro ricevuto dalla famiglia per acquistare un libro di latino, riuscì invece a procurarsi il celebre testo di Dante Giacosa ‘Motori endotermici’.
“Mio padre – aveva raccontato – era un direttore d’orchestra e voleva farmi diventare un pianista. Solo quando è salito a bordo della Lamborghini Miura ha capito che sapevo far suonare altre note: quelle dei motori. Le origini della mia formazione risiedono in una tradizione di famiglia che non contemplava molte digressioni: lo sbocco naturale erano gli studi umanistici, letterari, classici. Io però mi sono ribellato e ho seguito la mia strada”.