Bagnaia: la gara più difficile, l’emozione più bella

C’è tutta la famiglia Bagnaia a festeggiare con Pecco. La fidanzata, la sorella, il fratello, mamma e papà, il nonno e la nonna. La sua Chivasso in piazza. Scatta la festa che non finirà per un pezzo. Ma Pecco resta Pecco. Controllato anche nel giorno più bello. L’eleganza fatta persona come racconta il nonno, un persomaggio vero.

Ecco quello che ha raccontato a Sky

Cosa si prova a essere campione del mondo?

È incredibile, nel giorno della gara più difficile dell’anno, l’emozione più bella di sempre. Forse la gara più difficile di tutta la carriera. All’inizio andavo bene, ho lottato con Quartararo, una bella lotta. Ma da quando ho perso l’aletta ho iniziato a fare una fatica incredibile. Ho iniziato a contare i giri che mancavano alla fine, sembrava sempre più lunga.

Dopo la rottura dell’aletta sei stato bravo a gestire

Non sono stato bravo, alla fine ho cercato di gestire il più possibile, da lì in avanti ho iniziato a fare fatica sulle curve a destra ma è uguale, bisogna essere più orgogliosi per il fatto che siamo arrivati qui e per avere il margine per poterci permettere cose così.

Il weekend è stato psicologicamente pesante?

Sì, ma la cosa più bella è stato il warm up di stamattina, grazie al quale mi sono levato un sacco di pesi da dosso perché durante tutto il weekend ho faticato molto a trovare il feeling, ero preoccupato. Alla fine, però, stamattina siamo tornati alla moto di sempre, mi sono trovato benissimo e siamo tornati alla moto di sempre. La strategia è stata giusta: andare a pizzicare Fabio, darli fastidio per fare allungare i primi è stata la cosa più giusta da fare, anche al costo di perdere l’aletta.

Sapere che Quartararo poteva solo vincere per insidiare il tuo titolo ti ha reso più tranquillo?

Sì, alla fine avevamo abbastanza margine per arrivare davanti. Però sapere che lui aveva la possibilità di vincere e che io potessi incappare in un errore, perché con l’anteriore ho fatto una fatica incredibile, mi preoccupava. Dopo siamo riusciti a gestire il tutto, a limitare i rischi e ad alzare il ritmo. Bello.

Ti senti una pagina della storia della MotoGP

Per il momento no, però abbiamo compiuto qualcosa di veramente grande, dobbiamo esserne consapevoli e orgogliosi.

vedi Campioni del mondo! Bagnaia e la Ducati, una storia italiana

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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