BahrainGp istruzioni per l’uso

La Formula 1 resta in Asia per il 4° round stagionale, ma si sposta in Medio Oriente per un back to back tra il Bahrain e l’Arabia Saudita a completare il primo trittico stagionale. Dai ciliegi giapponesi al deserto con vista sul Golfo Persico del Bahrain: la Formula 1 riparte ottomila km più a ovest in cerca di nuove risposte:
Riuscirà Max a battere ancora le McLaren?
Norris e Piastri si daranno una svegliata?
La Ferrari saprà reagire?
Kimi Antonelli, su una pista che conosce, dove arriverà?
Tsunoda potrà reggere il confronto di casa Red Bull?

  • Si parte dal BahreinGp che vanta 20 precedenti, a cui va aggiunto il GP Sakhir che si disputò nel 2020 sempre nello stesso impianto ma utilizzando il layout “ovale”.
  • La costruzione dell’autodromo iniziò nel 2002 ed è costata 56,2 milioni di dinari locali: a disegnare il tracciato fu chiamato Hermann Tilke che valutò anche altri 4 siti prima di scegliere di edificarlo a Manama.
  • Un balzo importante, soprattutto in termini di temperature, visto che si passerà dalle massime inferiori ai 20 °C e dalla pioggia della scorsa domenica mattina ai circa 30 °C previsti per il prossimo fine settimana.
  • Proprio le temperature saranno una variabile molto importante nella gestione delle gomme per la quarta gara della stagione. Così come a Suzuka, le squadre avranno a disposizione le tre mescole più dure della gamma Pirelli 2025 – C1 come Hard, C2 come Medium e C3 come Soft – ma, chiaramente, caratteristiche del tracciato e, appunto, temperature imporranno un approccio diverso rispetto a quanto visto lo scorso fine settimana in Giappone.
  • Peraltro, tutti partiranno da una base piuttosto consolidata, visto che sul circuito di Sakhir si è svolta, l’ultima settimana di febbraio, l’unica sessione di prove precampionato prevista dal regolamento sportivo 2025. Ogni squadra avrà quindi a disposizione un’importante mole di dati da cui partire per affinare l’assetto delle monoposto e scegliere la migliore strategia in vista delle qualifiche e della gara.
  • Secondo i tecnici del gruppo Brembo che lavorano a stretto contatto con tutti i piloti della Formula 1, il Bahrain International Circuit da 5,412 km di lunghezza rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4 perché in un giro i piloti di Formula 1 usano i freni per 15,8 secondi, pari al 18 per cento della gara. In 5 curve sono soggetti a decelerazioni di almeno 4,1 g ed utilizzano i freni per più di 2 secondi ciascuna. Sono 4 le frenate della categoria Hard, 3 Medium e una Light.
  • La curva più dura del Bahrain International Circuit per l’impianto frenante è la prima perché il rettilineo di 1,1 km che la precede consente di raggiungere i 313 km: i piloti di Formula 1 decelerano a 66 km/h in 2,89 secondi e subiscono una decelerazione di 4,2 g grazie ad un carico sul pedale del freno di 133 kg. Nel frattempo, le monoposto avanzano di 124 metri mentre la potenza frenante è di 2.112 kW.

I test precampionato con altre temperature

  • Nelle 24 ore di test in totale furono completati 3.897 giri, pari a 21.090,564 chilometri. Le mescole scelte per la gara furono le protagoniste quasi assolute: la C3 fece parte del leone con il 67,17% dei giri percorsi, seguita dalla C2 (20,88%) e dalla C1 (9,26%); marginali i 101 giri percorsi dalla C4 e i tre con le Intermedie.
  • Una delle incognite più rilevanti è, di nuovo, legata alle temperature: nei test, infatti, a Sakhir c’erano condizioni meteorologiche piuttosto inusuali per il Bahrain, con il vento che abbassava considerevolmente la temperatura dell’aria e dell’asfalto rispetto alla consuetudine.
  • Da segnalare che le pressioni minime di partenza sono state alzate sia rispetto alla gara del 2024 – +1 psi sull’asse anteriore e +2 su quello posteriore – sia rispetto ai test di febbraio, di 0,5 psi su ciascun asse, con un affinamento definito proprio sulla base dell’analisi dei dati raccolti in quell’occasione.
  • Ne consegue che le pressioni minime prescritte per questo appuntamento saranno di 23 psi sull’anteriore e 21 sul posteriore.

Possibile una sola sosta

  • Se c’è un Gran Premio dove il doppio pit-stop sembra una scelta scontata è quello del Bahrain e così avvenne un anno fa quando la gara fu la prima della stagione. Tutti i piloti effettuarono almeno due soste: alcuni – chi costretto dagli eventi come Hulkenberg (Haas), chi per scelta come Gasly (Alpine) e Sargeant (Williams) – addirittura tre.
  • Soft e Hard furono le mescole preferite, con la grande maggioranza che scelse di partire con la C3 e poi sfruttare i due set di C1 mantenuti appositamente per la gara. Fece eccezione la coppia della Red Bull, Verstappen e Perez, che chiuse la corsa con un set di C3, un segno dell’allora superiorità tecnica della squadra di Milton Keynes, che infatti colse una doppietta. Provò ad imitarli con Ricciardo anche la “cugina” Racing Bulls ma terminò fuori dalla top ten.
  • Sulla base di quanto visto ai test e nelle prime tre gare dell’anno, lo scenario potrebbe cambiare in virtù delle modifiche apportate alla gamma di mescole 2025. Infatti, se la C1 è rimasta abbastanza simile, C2 e C3 sono più morbide e, soprattutto, le tre gomme sono meglio distribuite fra loro in termini di delta di prestazione.
  • Ciò potrebbe quindi rimettere in gioco la C2 come gomma da gara e offrire quindi un maggior ventaglio di opzioni strategiche per domenica, addirittura rendendo la sosta singola una possibilità concreta. Molto dipenderà da quanto più alte saranno le temperature rispetto ai test e quindi cruciali saranno le tre ore di prove libere a disposizione, soprattutto la seconda che si svolgerà in condizioni verosimilmente uguali alla parte iniziale della gara.

La prima volta di Alonso in Red

  • Il GP Bahrein 2010 vide l’esordio vincente di Fernando Alonso con la Ferrari. La pole fu appannaggio di Sebastian Vettel. Al suo fianco in prima fila Felipe Massa con la F10, mentre in seconda fila c’erano Alonso e Lewis Hamilton. Lo spagnolo soffiò subito il 2° posto al compagno e approfittò di un guasto alla vettura di Vettel per passare a condurre al 34° giro. Alonso trionfò con 16 secondi di vantaggio su Massa, per un’inimmaginabile 1-2 che garantì alla Scuderia di Maranello la leadership nelle classifiche Piloti e Costruttori.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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