Biagi racconta Ferrari: riecco un classico

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Bur Rizzoli ha ripubblicato “Ferrari, the Drake. Storia di un instancabile sognatore”, la biografia di Enzo Ferrari, scritta nel 1980 da un altro gigante italiano, Enzo Biagi e già ripubblicata nel 2001 con prefazione di Luca di Montezemolo.

La biografia di Enzo Biagi resta uno dei documenti migliori per conoscere Enzo Ferrari. Anche 38 anni dopo. Nel frattempo sono usciti altri volumi su Ferrari, ultimo il completissimo e imbattibile Ferrari Rex di Luca Dal Monte edito da Giunti (peggio per Rizzoli che rifiutò la proposta), ma il testo di Enzo Biagi resta un punto di partenza fondamentale per conoscere uno dei più grandi personaggi italiani del Novecento.

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Il libro di Biagi

Biagi l’ha scritta dopo tantissime conversazioni e interviste. Con l’Ingegnere, con i suoi piloti sopravvissuti, con le loro mogli o compagne, con i tecnici che hanno costruito con lui un simbolo italiano. Ne viene fuori il ritratto dell’uomo Ferrari con le sue doti, ma anche i suoi difetti, con le sue gioie, ma anche i suoi dolori, con i suoi amori e me sue antipatie.

Le parole di Villoresi sono dure, quelle di Fangio meno, quelle di Gilles nostalgiche. Ma sono soprattutto le parole di Ferrari a raccontarci e spiegarci certe scelte, certe preferenze. L’origine del mito.

Per rendere ancora più attuale la pubblicazione forse sarebbe bastata una nuova prefazione di Sergio Marchionne, il presidente di oggi.  In fin dei conti si crede un novello Ferrari…

Sentendo Piero Ferrari a suo padre sarebbe piaciuto questo Marchionne… Certo è un uomo che di fronte al lavoro non si tira indietro e questo per Ferrari contava eccome. E poi investe, altro particolare non da poco. Aver quotato la Ferrari in Borsa ha reso tutti più ricchi.

Quella di Biagi non è la storia della Ferrari. E’ la storia di Ferrari. Queso va tenuto a mente perchè ormai sono trascorsi 30 anni dalla sua morte e dopo di lui c’è stata tutta una vita da raccontare. Ma ripartire dalle origini fa bene.

La mia vita è stata un ansimante cammino. Non tornerei indietro. Non mi piace più questo mondo dove la violenza ha preso il posto della ragione. Intravedo uno smisurasto penitenziario che ha in noi i suoi reclusi. L’egoismo ci condiziona, allontanandoci spesso dal prossmo, costringendoci a contare sulle nostre sole possibilità”. Ferrari le aveva pronunciate nel 1980. Sembrano dette oggi.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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