Ferrari, cosa cambia ora che si è scoperto che si è rotto sull’auto di Leclerc

Leclerc è stato fermato dal cedimento del mozzo della ruota posteriore sinistra che si è rotto per effetto del crash in Q3, mentre il cambio non ha riportato alcun danno. Questa lacomunicazione ufficiale della Ferrari dopo un’attenta analisi della vettura di Charles che intanto è già tornato in pista a Le Castellet per provare le Pirelli Rain da 18 pollici.

Che cosa può insegnare quanto accaduto a Monaco?

A fermare Leclerc nel giro di formazione del GP di Monaco è stata la rottura del mozzo della ruota posteriore sinistra, questo almeno quanto dichiara la Ferrari. Una rottura provocata dall’incidente di Charles nel secondo run di qualifica in Q3. Un particolare che non era stato verificato prima della gara.

Le analisi dei pezzi e la verifica dei dati telemetrici hanno dimostrato che a seguito dell’impatto contro le barriere il cambio non ha subito alcun danno, mentre il mozzo della ruota esterna ha patito un inizio di un cedimento che poi è esploso al tornante del Loews (la curva 6) quando il semi asse sinistro si è sfilato dalla sede, causando il ritiro.

In Ferrari ammettono che il particolare rotto non era stato controllato, anche perché nelle procedure attuate dalla squadra di Maranello non è mai stata programmata la sostituzione dell’intero retrotreno, quando un urto riguardava solo un lato della monoposto. A Monaco, una volta ricostruite le parti distrutte dall’impatto contro le barriere, i meccanici hanno messo la monopost sui cavalletti e l’hanno messa in moto.

Le regole del parco chiuso consentono ai meccanici di lavorare sull’auto solo un’ora dopo le qualifiche e di poterla poi riavere solo alle 10 di mattina la domenica. In quel poco tempo gli uomini in rosso hanno dovuto ricostruire mezza monoposto.

Dopo quanto è accaduto a Montecarlo, la Ferrari cambierà certamente il protocollo per le verifiche dopo un crash. Da oggi in poi verrà analizzata la monoposto nella sua interezza e non soltanto le parti direttamente coinvolte. Non è chiaro se un’analisi più accurata sarebbe riuscita a individuare il problema o se solo una volta messa l’auto in pista si sarebbe potuta riscontrare l’anomalia. Ma si lavorerà anche in questo senso.

Anche sostituendo il cambio, la situazione non sarebbe cambiata. Quel particolare avrebbe costretto la Ferrari al ritiro comunque. Tra l’altro a Maranello raccontano che mai era capitato che dopo un crash su un lato della vettura si fosse scoperto un problema sul lato opposto.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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