Ferrari potrebbe tornare in Italia lasciando l’Olanda

La Ferrari non aveva preso sede legale in Olanda per dribblare le tasse. Quelle le ha sempre pagate in Italia. Quando nel 2013 era stata quotata in Borsa è stata inglobata in una società di diritto olandese semplicemente per impedire scalate ostili. Una necessità che tante altre aziende italiane hanno seguito, qualcuno esportando anche il domicilio fiscale. Oggi che in Italia sta per essere approvato un un nuovo ddl capitali che metterebbe al riparo le nostre aziende da scalate ostili, verrebbe a mancare il motivo di quella fuga.

La notizia è stata anticipata da Stefano Cingolani su il Foglio https://www.ilfoglio.it/economia/2024/01/24/news/la-ferrari-vuole-tornare-in-italia-6134403/ e da Maranello non hanno confermato nè smentito. Ne parlerà con ogni probabilità l’ad Benedetto Vigna l’1 febbraio quando annuncerà i risultati del 2023.

La Ferrari è il gioiello della cassaforte di John Elkann che ha voluto fortemente prenderne la presidenza dopo la scomparsa di Sergio Marchionne. Il gruppo Exor la controlla con il 34,5% dei diritti di voto (secondo azionista è Piero Ferrari con il 15,4%): da sola la Casa di Maranello fa il 33% degli attivi complessivi della holding. E’ quotata alla borsa di Milano e a quella di Wall Street, ma la sede fiscale è rimasta a Maranello. Le tasse, nonostante quello che pensa qualcuno, le paga in Italia.

Exor e Piero Ferrari detengono il 49% del capitale votante e la Ferrari capitalizza ben 59 miliardi di euro: non è facile scalarla, assicurano gli esperti. Ma il suo valore, quasi pari a quello dell’intero gruppo Stellantis, rende più importante per i suoi azionisti garantirsene il controllo.

Ora la palla passa al Governo … il nuovo ddl capitali potrebbe mettere la Ferrari al riparo anche con sede legale in Italia. Senza contare che in un momento di grandi turbolenze come questo tra il Presidente del Consiglio Meloni e John Elkann, potrebbe essere considerato un gesto distensivo.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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