C’è un trattore in pista. La Formula 1 non ha imparato nulla dalle tragedie del passato. Non basta una bandiera rossa a giustificare quello che è accaduto a Suzuka dove, proprio per esser andato a sbattere contro una gru, morì Jules Bianchi.
E’ vero che Gasly avrebbe dovuto viaggiare al rallentatore, ma prima di mandare in pista gru e trattori bisognerebbe accertarsi che tutte le monoposto siano già rientrate ai box, soprattutto in condizioni di visibilità quasi nulla come questa mattina.
Sull’argomento è intervenuto suo social anche il padre di Jules Bianchi: “Nessun rispetto per la vita dei piloti e nessun rispetto per la memoria di Jules. Incredibile“.
La gara era partita normalmente sotto il diluvio. Tutti con le Intermedie (e anche qui qualche domanda agli strateghi dei team andrebbe fatta) in una nuvola d’acqua dove si vedevano solo le luci posteriori delle auto davanti. Non è finito neppure il primo giro. Prima è entrata la Safety Caro, poi è stata esposta la bandiera rossa. Sainz ha fatto in tempo a volare fuori da solo, Albon a rompere il motore, Gasly a portarsi a spasso un cartellone pubblicitario. Sainz ha rischiato tantissimo, fermo a bordo pista con le auto che gli sfrecciavano di fianco sfiorandolo ripetutamente: “In quel momento sei nelle mani di Dio”, ha commentato Carlos.
Alla partenza Leclerc era scattato meglio si Verstappen che però all’esterno della prima curva si è ripreso la posizione con una manovra davvero tosta.