#Hamilton e il record di #Schumi: diventerà lui il più grande di tutti?

“Ci sono altri e più grandi problemi che stanno accadendo nel mondo. Ovviamente sarebbe un onore per me se agguantassi Schumi, ma in confronto questo significa nulla”.

“Qui a Sochi posso agguantare Schumacher nel numero di GP vinti in assoluto? Non mi concentro sui numeri. E la Russia non è differente da qualsiasi altro GP”.

Lewis Hamilton liquida così, con una piccola bugia, il prossimo traguardo, quello delle 91 vittorie che lo porterà ad eguagliare il primato stabilito da Michael nel Gran premio di Cina del 2006, giorno del suo ultimo successo in Ferrari prima del ritiro e dell’inutile (ai fini del libro dei record) parentesi in Mercedes.

È proprio da lì, dal posto lasciato libero da Michael che Hamilton, convinto da Lauda a lasciare la McLaren, cominciò, anzi riprese, la sua caccia a tutti i primati del mondiale, non solo a quelli di Schumi. Quando eguagliò quello delle pole di Senna non trattenne le lacrime, una commozione diventata ancora più grande quando gli fu consegnato in pista un casco di Ayrton.

Chissà con che maglietta festeggerà domenica perché, diciamocelo, a Sochi ha vinto sempre e solo la Mercedes (4 volte lui, una a Rosberg e Bottas)…

“L’ho incontrato per la prima sulla sua pista di kart a Kerpen – racconta Lewis -, ma ero piccolissimo e non ricordo bene, anche se fu fantastico. Il ricordo più caro di sempre? Il nostro scambio di caschi ad Abu Dhabi, diversi anni fa. Quel giorno mi dedicò del tempo e a casa mia il suo casco è il più prezioso della mia collezione. Di certo, ho pura ammirazione nei confronti di Michael”.

Se c’è un pilota che merita di eguagliare Schumi, beh credo sua proprio Lewis,il più grande di quest’epoca, forse il più grande di ogni epoca, anche se non avrà mai il carisma di Senna e la cattiveria agonistica di Michael.

Hamilton è diverso, semplicemente diverso. Pienamente immerso nei problemi del mondo, un po’ come Ayrton lo era nei problemi del suo Brasile e Michael nascondeva la sua beneficenza. Hamilton comunica con i suoi tifosi con i social un mezzo che Ayrton e Michael non avevano (ma Michael li avrebbe mai usati?) ma non si limita più a mostrarci le sue collezioni di moda, le sue passioni musicali o vegani. Lotta per la sua gente come un Mohammed Alì motorizzato e modernizzato. È un personaggio unico nello sport di oggi, altro che Messi o Cristiano. Forse si avvicina solo Federer che però è molto meno social, molto più svizzero (e quindi neutrale per definizione).

In pista Lewis è completo come Schumi e Senna. Spietato in qualifica, martello in gara. Dà l’impressione di essere meno cattivo, ma soltanto perché quando va oltre i limiti lo fa in modo furbo, lasciando in chi osserva il dubbio che avesse ragione lui. Non farà mai come Schumacher con a Hill o con a Villeneuve o a Montecarlo in qualifica. Non farà mai come Senna con Prost. Ma forse dovremmo aspettare di vederlo in un duello vero, un testa a testa per il mondiale all’ultima gara. Quando gli capito con Rosberg ci provò a modo suo a fare il “bastardo”, anche se non fino in fondo. Non alla Senna o alla Schumacher.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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