Questa mattina ho moderato il convegno de il Foglio nella sede di Ac Milano. Ecco il video e il resoconto.



“Il Futuro della mobilità: come ci muoveremo nei prossimi anni?” è stato lo spunto per affrontare numerose tematiche legate in generale ai trasporti – e in particolare all’automobile – nel corso del convegno svoltosi oggi a Milano organizzato da “Il Foglio quotidiano” e da Automobile Club Milano nella sua storica sede in Corso Venezia 43.
Dopo i saluti e l’introduzione dei lavori di Geronimo La Russa, Presidente di Automobile Club Milano, nei tre panel relatori qualificati hanno sviluppato altrettanti filoni di discussione con Umberto Zapelloni, curatore del “Foglio Mobilità” e con i giornalisti del “Foglio quotidiano”.
Geronimo La Russa – Presidente di Automobile Club Milano
“La certezza di come ci muoveremo nei prossimi anni non ce l’ho, però ho una convinzione: l’auto sarà ancora per lungo tempo protagonista perché è uno strumento di libertà che non può essere ingabbiato in scenari ideologici o improvvisati. La mobilità è importante, è un diritto di tutti e va gestita con attenzione e correttezza nel rispetto delle regole”.
Nel primo panel “Quale futuro ci aspetta tra elettrico, ibrido e termico” il dibattito si è incentrato su come cambierà il nostro rapporto con le auto e con i mezzi di trasporto.
Michele Crisci – Presidente e Amministratore delegato di Volvo Car Italia
“L’elettrificazione è per Volvo una scelta, come la sicurezza. Già nel 2019 abbiamo annunciato che tutte le future Volvo sarebbero state elettrificate. Dal 2030 in avanti produrremo solo elettriche.
Ma il nostro concetto di sostenibilità va oltre la motorizzazione delle vetture. È un impegno a 360 gradi: dai fornitori alle concessionarie. Nel mondo i trasporti sono integrati. Nei prossimi anni si andrà da Milano a New York in poche ore, i treni saranno sempre più veloci e mi immagino che se sarai un cliente Volvo ne avrai una a disposizione ovunque. Questa trasformazione è un’opportunità per tutti noi”.
Giuseppe Mazzara – Marketing Communication & CRM Director di Kia Italia
“Su 4,3 milioni di vetture elettrificate Kia vendute nel 2030, 1,6 milioni saranno full electric.
Le infrastrutture oggi non offrono ancora la piena sicurezza per la scelta 100% elettrica.
Anche trovando la colonnina, la procedura di ricarica rischia di essere complessa e poco fluida. Per questo a ottobre lanceremo Kia Plug&Charge, un servizio che consente ai clienti della EV9 di ricaricare alle stazioni pubbliche senza complicazioni. Il futuro della mobilità è una grande opportunità per tutti. Mettendomi nei panni del cliente finale io vedo uno scenario molto sostenibile per l’ambiente, silenzioso e interconnesso. Le auto diventeranno come un cellulare e comunicheranno tra loro, consentendo al conducente di usufruire della guida autonoma e di ammirare il panorama che lo circonda”
Angelo Simone – CEO di Guido LaScelta
“Con ‘Guido LaScelta’ abbiamo pensato a una start up per veicolare al cliente una comunicazione corretta sull’acquisto dell’auto. Cosa succederà tra tre anni all’auto di oggi? Le informazioni sono numerose e la paura di svalutazione è alta. Abbiamo pensato di intercettare questi bisogni di informazioni e di rassicurazioni. Sino a quando il cliente vedrà l’elettrico come un’imposizione la vedo difficile, soprattutto per coloro che operano in località carenti di infrastrutture”.
Nel secondo panel dal titolo “Regole e tecnologia per una maggiore sicurezza in strada” i relatori si sono concentrati su come regole e tecnologia possano aiutare a raggiungere un buon livello di sicurezza riducendo il numero degli incidenti sulle nostre strade.
Sergio Savaresi – Professore ordinario del Dipartimento di elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano
“Si andrà verso un cambio radicale dei modello di mobilità. L’attuale contiene evidenti incongruenze perché oggi abbiamo un numero elevato di auto private utilizzate molto poco. In un mondo che deve divenire sempre più sostenibile questo è l’aspetto più difficile da accettare. Quindi in futuro avremo un numero minore di veicoli, ciascuno dei quali avrà un contenuto tecnologico molto più elevato e saranno usati sostanzialmente in condivisione”.
Maurizia Bagnato – Sales e Innovation director di Bosch Mobility
“Investiamo ogni giorno per rendere le auto più sicure a partire dall’ABS, che abbiamo lanciato alla fine degli Anni Settanta per poi proseguire con l’ESP, il sistema di controllo elettronico della stabilità. Telecamere, sensori e radar sono il nostro pane quotidiano. Adesso abbiamo dei radar che lavorano con l’intelligenza artificiale: sono una grande evoluzione e permettono una maggior precisione. Il nostro approccio è a step, per gradi. E’ necessario acquisire esperienza e confidenza con la tecnologia: per questo siamo partiti con le sperimentazioni in ambienti circoscritti, come l’area dell’aeroporto di Stoccarda dove l’auto va a parcheggiare da sola”.
Carlotta Gallo – Dirigente della Polizia Stradale
“Analizzando i dati Istat 2022 ci rendiamo conto che il numero di incidenti e di morti è ancora elevato. Quando si parla di sicurezza vanno considerati tutti gli elementi: infrastrutture, veicolo e comportamenti dell’uomo. Se la tecnologia ci aiuta, noi riusciamo a effettuare un controllo sempre più mirato. Ad esempio con gli ultimi sistemi di cronotachigrafo installati sui camion, il mezzo dialoga direttamente con le nostre pattuglie mandando un alert. Questo ci facilita enormemente il lavoro. Nel 2022 ci sono stati 32mila incidenti che hanno avuto come causa la distrazione: deve cambiare l’approccio. L’incidente non è una fatalità, dobbiamo avere la consapevolezza che si può evitare”.
Paolo Ciuffi – CEO D6 Drive Responsability
“La guida è una attività comune e quotidiana, che si compie in maniera automatica e spesso senza le dovute cautele. Gli incidenti stradali sono infatti la prima causa di morte tra gli under 40 in Italia. Ecco perché è sempre necessario essere consapevoli di ciò che si sta facendo quando si è al volante. Oltre alla sicurezza, un altro aspetto di forte interesse anche per le aziende, è l’immediato impatto ambientale: imparando a guidare in modo responsabile si consuma meno carburante anche con conseguente risparmio economico”.
Molto interessanti anche le tematiche affrontate nell’ultimo panel “Dalla pista alla strada, l’utilità delle competizioni”, durante il quale si è parlato delle gare come banco di prova per la mobilità del futuro e di quanto il motorsport sia utilissimo per le rispettive aziende e per sperimentare e sviluppare la tecnologia poi applicata alle auto di serie.
Mario Almondo – Responsabile Performance Division di Brembo Spa
“In tutto il mondo assicuriamo la sicurezza ad ogni frenata. Nello svolgere il nostro lavoro accresciamo la nostra competitività e questo ci dà un enorme vantaggio. Se si riescono a fare bene le cose difficili per lungo tempo si impara tantissimo. I nostri prodotti sono in generale molto avanzati e competitivi per quanto riguarda le performance e la sicurezza. A mio avviso le infrastrutture vanno rese sempre più compatibili con la tecnologia”.
Mario Isola – Responsabile di Pirelli Motorsport
“Quello che il Motorsport ci insegna, va poi trasferito al settore stradale per rendere tutto questo utile all’utenza. Dalla Formula 1 abbiamo imparato lo sviluppo del virtuale portandolo come know how in azienda. Materiali, processi produttivi, prove indoor rendono tutto più rapido e preciso. Per la Formula 1 abbiamo un processo produttivo dedicato che ci permette tolleranze minime tra una gomma e l’altra. Abbiamo infatti l’obbligo di fornirle tutte uguali. Una mescola di Formula 1 che per altro genera grip sopra gli 80 gradi, non può essere montata su un’auto di produzione – questo è evidente – ma ci permette di imparare molto”.
Andrea Dolfi – Head R&D Fluid technology solutions di Petronas
“Il pilota chiede al carburante qualcosa in più. Il carburante è la fonte primaria di energia. A parte il plug-in la sorgente di energia principale è sempre il carburante che è il fluido per eccellenza. Importanti anche l’olio di trasmissione e il liquido per l’attuatore idraulico. In una monoposto di Formula 1 ci saranno 130 chili di fluidi su una vettura che mediamente ne pesa 750. Tutto ciò che si aggiunge in termini di peso deve rappresentare un vantaggio. Per quanto riguarda il futuro della mobilità c’è stato uno shift importante nella power unit con la parte elettrificata che si è aggiunta al motore termico. La benzina di Formula 1 è certamente diversa ma molti dei suoi ingredienti sono presenti anche in quella delle normali stazioni di servizio. Si chiama scienza formulativa. L’importante è avere componenti sostenibili”.