Il ritorno di Marquez. Ma può diventare l’arbitro del Mondiale? Che Marquez vedremo

Con la Formula 1 in pausa (causa cancellazione del Gp di Russia) c’è tempo per guardare alla MotoGp dove Bagnaia insegue il sogno e in pista torna Marc Marquez. Che Marquez vedremo?

La risposta la avremo domenica perché oltre alle qualifiche sarà la gara a fare testo. “Il vero Márquez contro il vero Bagnaia in fondo non c’è stato mai – racconta http://www.loslalom.it – Nemmeno il vero Márquez contro il Quartararo campione. La domanda è se stia tornando il vero Márquez, oppure di nuovo una sua proiezione rimpicciolita. La caduta a Jerez – prima tappa del Mondiale 2020 – gli errori di valutazione medica, certe imprudenze, gli hanno fatto perdere un anno intero, buona parte di un secondo, un pezzo del terzo. C’è stata sempre una frenata, un nuovo guaio, ogni volta che stava provando a ritrovarsi. Se nel vuoto lasciato da Márquez in questo triennio, adesso tornasse il vero Márquez, dei prossimi 840 punti ne prenderebbe 126, il famoso quindici per cento. Molti media ieri lo hanno chiamato l’arbitro del Mondiale. Quel che non sappiamo ancora, è il nome del pilota a cui porterà via i punti, e quanti alla fine saranno. Non sappiamo chi è in grado di lasciarsi alle spalle, né a che punto si trova la Honda, una moto sfuggente, mai fra le prime 10 con Pol Espargaró tranne che in Qatar, ma una moto che lui sa interpretare come nessun altro”. 

Paolo Ianieri sulla Gazzetta ha scritto: Alla fine è accaduto quello che tutti si aspettavano, perché dopo la due giorni di test di Misano Adriatico, quasi 100 giri a mezzo secondo dai migliori, era difficile pensare che Márquez avrebbe saltato l’appuntamento con il suo vero GP di casa. Perché Cervera, dove Marc ha abitato fino a poco tempo fa prima di trasferirsi a Madrid, dista dal Motorland due ore di macchina. Ma, soprattutto, perché sui saliscendi antiorari del tracciato che sorge a una manciata di chilometri da Alcaniz, Márquez spesso ha fatto una differenza abissale su tutti. Lo dicono le sei vittorie conquistate, cinque delle quali in MotoGP, quattro consecutive dal 2016 al 2019, per una superiorità tanto evidente da essergli stata dedicata la curva 10, con tanto di monumento, una formica, il suo simbolo, a omaggiarlo”.

 Paolo Beltramo su Sky:  Speriamo che si tratti di una decisione ponderata, basata su certezze e non speranze. Un errore di troppa fretta è stato fatto due anni abbondanti fa col rientro dopo la prima operazione e le conseguenze le sappiamo tutti Ora credo che sia Marc, sia chi gli sta vicino abbiano capito che che è meglio seguire i normali ritmi della natura, senza forzare. Magari il fenomeno spagnolo che ad Aragon in MotoGP ha vinto ben 5 volte (è un tracciato che gira a sinistra, cioè in senso antiorario, layout che lui preferisce) starà tra i primi, magari soffrirà di stanchezza, ma il fatto che torni ci fa già godere un bel po’

 Prima dell’infortunio mi allenavo molto a casa con il motocross, con le moto da strada, con qualsiasi tipo di mezzo. Adesso la vita normale è andare a casa, riposare due, tre giorni perché non posso fare niente, solo un po’ di gambe, un po’ di bicicletta. E poi ricomincio, con fisioterapista, antidolorifici. Dico ai medici e alla mia gente, che allenandomi così farò un anno in più, due anni in più, perché non mi diverto e soffro molto, e non posso sopportarlo dal punto di vista mentale 

Marc Marquez

Se quella di Michael Jordan è stata The Last Dance, questa di Marc è The Last Chance, dicono a Fox

L’approccio conservatore e metodico al recupero è un netto allontanamento dal modo in cui ha affrontato il suo recupero nel 2020. L’ansia di tornare in sella lo ha danneggiato, non solo ha portato un’infezione, ma ha spinto l’osso a fondersi con una rotazione di 34 gradi nel punto della rottura. Ciò ha lasciato Márquez incapace di correre al meglio delle sue capacità, in un dolore costante che ha richiesto giorni per riprendersi: un lusso inaccessibile con stagioni che arrivano fino a 20 Gran Premi. Un test di due giorni e 100 giri è una sfida drammaticamente diversa da quella che attenderà Márquez questo fine settimana ad Aragon. A Misano il suo stint più lungo in pista è stato di sette giri ed è arrivato alla fine dei due giorni. La maggior parte del suo tempo in pista è arrivato con raffiche di quattro giri e il riposo tra le sessioni, come richiesto, per non sovraccaricare i suoi muscoli poco cotti. Completare 23 giri del circuito MotorLand spingerà Márquez al suo limite fisico. Anche la Honda ha chiarito che non si aspetta che la sua stella sia competitiva questo fine settimana.

Eppure, anche di un Márquez così, la Moto GP sembra avere un disperato bisogno

Ancora su FoxIl quadro competitivo è cambiato notevolmente negli ultimi tre anni, mentre Márquez lottava per la piena forma fisica. La sfida più grande che dovrà affrontare è il degrado della Honda. La moto è scivolata all’indietro nel tentativo del marchio giapponese di apportare alcune modifiche significative, in risposta alla scarsità dei risultati negli ultimi due anni e mezzo senza Márquez. Hanno tentato di reinventare la RC213V con caratteristiche più neutre, per renderla più guidabile a qualcuno senza la sensibilità unica di Márquez. Un esperimento che Pol Espargaró ha fallito. Il team ha bisogno che Márquez torni a stabilizzare la nave, con Joan Mir che si unirà ai ranghi l’anno prossimo. Non sorprende allora che torni così presto. Non solo sta facendo un salto di qualità nel proprio allenamento, ma sta massimizzando la sua influenza sulla moto del prossimo anno, per riportarla alla competitività. Qualsiasi tifoso della MotoGP dovrebbe sperare di riavere il vero Márquez, perché il capitolo di storia della classe regina da lui definito, manca di una conclusione adeguata.

Per quanto strano a dirsi, lo spagnolo è diventato uno dei più anziani della griglia, rapidamente. Ha 29 anni e i primi cinque del GP di San Marino dello scorso fine settimana avevano un’età media di poco inferiore ai 25.

C’è sempre stato un senso di incompiutetzza nel fatto che Quartararo non ha mai dovuto sconfiggere Márquez, per rivendicare la sua corona. Non per svalutare in alcun modo il suo titolo, ma per dire che lo sport meritava un passaggio di testimone totale. Tutte le star sono sparite insieme. Márquez ha partecipato a sole 23 gare negli ultimi tre anni, Jorge Lorenzo si è fermato alla fine del 2019, Andrea Dovizioso ha saltato la maggior parte del 2021 e si è ritirato due settimane fa, la coda non competitiva della carriera di Valentino Rossi si è conclusa la scorsa stagione. Dopo il lungo regno dei cosiddetti alieni, il palco è rimasto spoglio, senza Márquez. Lui sa che è l’ultima possibilità. È immaginare che Márquez non metta il suo solito 100% in sella alla moto, ma la realtà è che deve andare tutto bene, per vedere Marc Márquez tornare al suo meglio. Il braccio deve essere stato recuperato, il suo recupero fisico deve essere pieno, la Honda dovrà tornare competitiva. Se tutto ciò si allinea, dovrà mettersi alla prova contro una nuova generazione. C’è il rischio reale che il suo sport lo abbia sopravanzato e che sia stato lasciato troppo dietro da anni di sosta. Ma sareste davvero disposti a scommettere contro Marc Márquez?

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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