In Belgio torna la Sprint: istruzioni per l’uso

La Formula 1 torna in pista con l’ultima doppietta consecutica (Belgio e Ungheria) prima della pausa di agosto che porterà poi al Gp d’Italia (di cui è stato presentato il nuovo manifesto). Si riparte dal Belgio, pista vera dove il clima potrebbe giocare brutti scherzi, magari cominciando dalla gara Sprint di sabato.

Istruzioni per l’uso del BelgianGp

  • Per la terza volta nell’anno dopo le gare di Shanghai e Miami il weekend adotterà il formato Sprint: venerdì una sessione di prove libere di un’ora e la Sprint Qualifying, sabato la gara Sprint su una distanza di 15 giri e le qualifiche e domenica i classici 44 giri del tracciato belga, validi per il Gran Premio vero e proprio. È la seconda volta – la prima fu nel 2023 – che il circuito ospita un evento con questo formato particolare.
  • Con i suoi 7.004 metri, Spa-Francorchamps è il circuito più lungo del campionato e certamente uno dei più tecnici, veloci e completi. Viene spesso definito l’“università della Formula 1” per la varietà di curve e per le condizioni meteo sempre incerte. Eau Rouge-Raidillon, Pouhon, Blanchimont e la chicane Bus Stop sono nomi che evocano imprese leggendarie, ma rappresentano anche sfide concrete in termini di assetto, usura gomme e bilancio aerodinamico. Le recenti modifiche – come la riasfaltatura di certe parti e il ritorno alle vie di fuga in ghiaia – hanno reso la pista ancora più impegnativa e meno tollerante verso i piloti che sono tornati a pagare caro anche piccole sbavature.
  • Spa-Francorchamps è al quarto posto nella classifica assoluta delle presenze nel calendario iridato e ne faceva parte nella prima edizione di settantacinque anni fa. È una delle piste più spettacolari e amate dalle squadre e dai piloti per la completezza tecnica e le sfide che pone.
  • È rimasta la più lunga pista del calendario, superando di quattro metri la soglia dei sette chilometri. I suoi tre settori hanno identità ben definite: il primo è il più veloce e presenta forse la combinazione di curve più nota, composta dall’Eau-Rouge e dal Raidillon, seguita da un lungo rettilineo che, alla staccata finale, è stato teatro di sorpassi a volte epici; il secondo è il più tortuoso ed è caratterizzato da una combinazione di curve a media velocità, molte da percorrere in discesa; il terzo è più filante, in leggera ma sensibile salita. Trovare un assetto competitivo in tutti e tre i settori è un’impresa e, spesso, si vedono vetture molto veloci in un settore e molto lente in un altro.
  • Prima della scorsa edizione il tracciato è stato in buona parte riasfaltato, con l’obbiettivo di aumentarne l’aderenza e ridurne alcune irregolarità. Il livello di rugosità è risultato significativamente più basso e, con il miglioramento dell’aderenza, i tempi sul giro si sono abbassati in maniera significativa.
  • Il circuito è adagiato fra i boschi che coprono le colline delle Ardenne ed è noto anche per la mutevolezza delle condizioni meteorologiche, persino da un estremo all’altro del tracciato e pure in piena estate. Non è dunque da escludere l’utilizzo dei due tipi di gomme da bagnato, le Intermedie e le Extreme Wet, durante lo svolgimento del programma.
  • La discesa fino alla prima frenata della curva 1 (La Source) è una delle più corte della stagione, con soli 137 metri. Solo Azerbaijan (90 metri) e Las Vegas (111 metri) sono più corte.
  • La scia a Spa-Francorchamps è molto potente grazie ai lunghi rettilinei, in particolare nel tratto dopo Raidillon. Al primo giro è ancora più potente, perché i piloti inseguitori possono ricevere la scia di più vetture. Anche l’assenza del DRS al primo giro aumenta questo effetto.
  • L’usura e il carico degli pneumatici sono tra i più elevati della stagione a Spa, con medie elevate su tutti e quattro gli angoli della vettura.
  • Dall’uscita di La Source fino alla zona di frenata per Les Combes, i piloti tengono il piede sull’acceleratore per circa 23 secondi (e 1.875 metri) di tracciato.
  • La curva numero 5 del Circuit de Spa-Francorchamps rappresenta la massima sfida per l’impianto frenante delle monoposto. In prossimità di questa curva, le vetture raggiungono una velocità di 320 km/h lungo il rettilineo del Kemmel e devono ridurre la loro velocità a 167 km/h in soli 1,62 secondi, coprendo una distanza di 99 metri.
  • Durante questa manovra, i piloti sono sottoposti a una decelerazione massima di 4,5 g e devono esercitare una forza di 135 kg sul pedale del freno. La potenza frenante generata in questo processo è di 2.401 kW.
  • Per questo appuntamento la Pirelli ha scelto tre mescole da asciutto non consecutive: infatti, se Medium (C3) e Soft (C4) sono contigue, la Hard è la più dura della gamma 2025, vale a dire la C1. Non accadeva dal Gran Premio d’Australia 2022 – allora la terna fu composta da C2 come Hard, C3 come Medium e C5 come Soft – che la selezione comprendesse un salto di mescola.
  • La novità è rappresentata dalla Hard: infatti, Medium (C3) e Soft (C4) sono rimaste inalterate rispetto al 2024. Secondo le simulazioni, questa terna potrebbe rendere ancora più competitiva la strategia su due soste per la gara di domenica e più incerta la gestione delle mescole durante il fine settimana, considerato anche che si tratta di un evento Sprint e che, quindi, c’è una sola ora di prove libere a disposizione e una diversa allocazione delle gomme da asciutto.
  • Per questo formato, infatti, il regolamento sportivo prevede un set in meno rispetto allo standard: dei dodici treni disponibili, sei saranno Soft, quattro Medium e due Hard, con l’obbligo nella Sprint Qualifying di usare le Medium nei primi due segmenti e la Soft nel terzo.

Il re di Spa è Michael Schumacher

  • Quella in programma nel fine settimana sarà la settantesima edizione del Gran Premio del Belgio valida per il Campionato del Mondo. Tre le sedi che l’hanno ospitata: Nivelles (due volte), Zolder (10) e, appunto, Spa-Francorchamps (57).
  • Il pilota con più successi è Michael Schumacher, vincitore in sei occasioni: proprio a Spa-Francorchamps, il pilota tedesco debuttò nel 1991, colse la prima delle sue 91 vittorie l’anno successivo e conquistò il suo settimo e ultimo titolo iridato nel 2004. Lewis Hamilton è primatista sia come numero di pole position (6) che di piazzamenti sul podio (11). Fra le squadre, la Ferrari è primatista come vittorie (18), pole position (17) e piazzamenti sul podio (51).
  • Il terzo appuntamento stagionale del formato Sprint permette di evidenziare quanto la gara corta sia stata un terreno di caccia formidabile per Max Verstappen. Su venti Sprint disputate il quattro volte campione del mondo ne ha vinte 11 e altre cinque volte è salito sul podio. In totale sette piloti hanno vinto questa prova: due successi ciascuno per Valtteri Bottas, Oscar Piastri e Lando Norris e uno a testa per George Russell, Sergio Perez e Lewis Hamilton. Diciannove piloti sono riusciti a raccogliere dei punti in una classifica ovviamente dominata da Verstappen, primo con 117 punti all’attivo.

Così un anno fa: l’ultimo successo di Hamilton

  • Sulla griglia di partenza la stragrande maggioranza dei piloti aveva scelto di partire con la Medium. Fecero eccezione Sainz e Zhou, che preferirono la Hard, e Ricciardo, che optò la Soft. La doppia sosta si confermò la strategia preferita così come la Hard si dimostrò la mescola più performante, sia in termini di degrado che di prestazione.
  • Dei 19 piloti che terminarono la corsa (soltanto Zhou fu costretto al ritiro), soltanto cinque – in ordine di passaggio sotto la bandiera a scacchi: Russell, Alonso, Stroll, Magnussen e Tsunoda – hanno fatto un solo pit-stop, passando dalla Medium alla Hard, con i primi due che hanno terminato in zona punti, rispettivamente al primo e al nono posto.
  • Dopo i controlli effettuati dalla FIA, Russell, primo sul traguardo, fu squalificato perché la sua monoposto fu trovata sotto il peso minimo previsto dal regolamento: la vittoria andò così al compagno di squadra Hamilton, che aveva invece adottato la strategia Medium-Hard-Hard.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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