La Formula 1 ha paura delle sue stesse regole

La Formula 1 ha paura delle sue stesse regole. Ha paura di raccogliere altri fischi come quelli incassati a Monza quando la bandiera a scacchi del Gran premio d’Italia è stata sventolata a una carovana in coda dietro alla Safety Car. In un momento di massima popolarità, con gli autodromi esauriti fino all’ultima gara della stagione, le televisioni che collezionano record di audience, i social che moltiplicano i followers, la Formula 1 rischia di scivolare su una buccia di banana che lei stessa ha buttato in pista col l’Articolo 55 del codice sportivo, quello che regola l’utilizzo della Safety Car.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

3 commenti

  1. Assurdo! hanno falsato un campionato e non è stata scritta una riga in merito nemmeno il giorno dopo la gara. Tutti ad osannare Verstappen perchè aveva sconfitto Hamilton. Qui, alla fine, non hanno tolto la vittoria a nessuno, semmai solo il brivido di vedere se la ferrari avrebbe potuto insidiare Verstappen, sapendo che era comunque in condizioni di inferiorità perchè con una gomma usata, e sembra abbiamo stravolto il mondo! Fossero anche ripartiti dopo una bandiera rossa e avesse anche vinto Leclerc con buona pace dei ferraristi, sarebbe cambiato qualcosa nel mondiale? Non è che le regole (e gli errori) devono sempre essere lette a favore della ferrari, e lo scorso anno si è visto, eccome. Eppure nessun giornalista ha mai criticato l’operato di Masi fino a quando non è stato silurato e solo dopo che questo episodio, simile solo nello svolgimento ma non per l’epilogo, si è verificato a Monza.

    1. Ma lei c’era o dove era ? Perché qui ho scritto e riscritto che quel campionato era stato deciso a tavolino

  2. Il titolo diceva “quasi a tavolino” . Nell’articolo non c’è una sola riga di critica verso Masi e anzi, si dice:
    “Giusto far ripartire la gara? Sì dai non si poteva chiudere un campionato dietro la Safety Car. Certo Hamilton ha perso un campionato che pensava di avere già vinto. Ha perso un mondiale per colpa di una maledetta Safety Car e perchè Max in quell’ultimo affondo ha cancellato l’errore della partenza.

    Non è stato il finale che ci aspettavamo. Lascia un po’ di amaro. Ma obbiettivamente Max non è un campione senza qualità. Merita il titolo per come ha gareggiato tutto l’anno. Merita per come ha retto alla pressione all’ultimo giro ed è andato ad affondare l’attacco decisivo.”

    A me non pare una difesa di un pilota derubato di un titolo. Persa per una safety car? No persa per una decisione di MASI!
    La Mercedes ha fatto subito reclamo e anche gli steward hanno ritenuto corretto i comportamento di Masi. Se non è mafia questa, allora cos’è?

    Io, l’unico che ho sentito dire subito, durante la gara, che è stato un furto, è stato Andrea Chiesa alla TV svizzera che, dopo che è stato concesso lo sdoppiamento solo delle macchine tra Lewis e Max, ha dichiarato “Lo hanno giustiziato”. Su sky, ho rivisto la replica, non c’è nessuno che prende le difese di Lewis, anzi tutti a inneggiare alla correttezza di aver fatto ripartire la gara all’ultimo giro, il buon Genè e l’altro telecronista da strapazzo che vede solo rosso.

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